"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014
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22 luglio 2009

Cronache da Kirkuk. Indovina chi viene a cena

Di Alessandro Ciquera

I personaggi che compongono il desolante romanzo che rappresenta l'Iraq odierno sono variegati e complessi, avremo storie di amori e tradimenti, di promesse, di illusioni, di minacce, di violenze. Questo è il Medio Oriente, questi sono i suoi pregi e i suoi difetti. Una menzione particolare tuttavia va fatta verso quella categoria di persone che pagherebbero per avere la possibilità di essere corrotte: i leader religiosi, politici e tribali che hanno trovato (con la confusione seguita alla caduta di Saddam Hussein) la loro fortuna e il loro successo, uno di questi risponde al nome di Moqtada al Sadr, non esattamente il genere di uomo che una coppia di genitori sarebbe felice di vedere a cena in compagnia della figlia. Il ritratto di questo curioso e pericoloso personaggio conserva nelle fasce sciite della popolazione un fascino ed un'attrazione potente. Senza la fine del regime probabilmente sarebbe rimasto un emerito sconosciuto, una semplice pedina Iraniana infiltrata in campo avverso. La Seconda Guerra del Golfo tuttavia lo ha portato agli onori degli altari, con l'entrata a Baghdad delle truppe statunitensi ha visto la possibilità della gloria eterna, ed ha dichiarato la nascita dell'Esercito del Mahdi, organizzazione che negli ultimi sei anni si è occupata di creare disordini, ribellioni nei vari distretti della capitale, autobombe, attentati alla risoluzione democratica della Nazione. Le opinioni comuni che hanno gli iracheni è che Moqtada rappresenti il perfetto "nemico" dei marines, il classico volto di terrorista barbuto che le televioni occidentali propinano prima di pranzo: proprio per questo motivo non esiste alcuna reale intenzione ad eliminarlo. Se si dovesse distruggere chi è identificato come la causa di tutti i mali non rimarebbe più nessuna scusa per giustificare il fatto che questo è un Paese in fiamme, dove l'occupazione sarebbe stata gestita meglio da un criceto militarizzato con divisa e gradi. Le organizzazioni insorgenti sono state lasciate libere di colpire, uccidere, torturare tutte le minoranze presenti sul territorio, dagli omosessuali ai transessuali, fino ad esponenti di altre religioni, senza che nessuno si preoccupasse realmente delle dimensioni che poteva raggiungere in termini di portata un simile fenomeno. Le ultime dichiarazioni rilasciate da Al Sadr sono le seguenti: "L' Omosessualita' e' una male che va sradicato con l'insegnamento", non si capisce bene in che modalità dovrebbe essere effettuato questo insegnamento, visto che a Baghdad (e non solo) sono in azione da mesi Squadroni della morte, fuoriusciti proprio dal suo Esercito, con elenchi dettagliati di vittime predestinate che vengono sequestrate e uccise, per poi essere abbandonate sui portoni dell'obitorio centrale della città. Le indagini della polizia non sono arrivate a carpire i volti di questi assassini, ma un fatto è certo, non si tratta di cadaveri scollegati tra di loro, esattamente come non sono sconnesse tra di loro le morti di Kirkuk e di Mosul: la causa di tutto ciò è la mancanza di una volontà vera di individuare i colpevoli, perchè il disordine da sempre indica un forte desiderio di ordine, ed ecco giustificata la presenza di eserciti privati in Iraq, che sostituiscono i marines in alcune operazioni, e vengono pagati dall' amministrazione U.S.A stessa, per compiere atti che i soldati ufficiali non possono effettuare. Sono molti gli iracheni che affermano che alcune delle bombe che fanno strage le mettono gli strategi americani."Probabilmente non tutte, ma una buona percentuale sì, ogni volta che devono giustificare un'azione che devono compiere hanno bisogno di una motivazione, e non possono assolutamente aspettare che venga da sola". Le opinioni si ricorrono, gli amici diventano nemici. Le logiche di spartizione sono le seguenti: esiste chi detiene il potere, e chi è troppo debole per usarlo, non esiste il male o il bene. Urgono inchieste per cercare la verità e la giustizia, perchè là dove sembra ci sia troppa Luce in realtà le Ombre sono più profonde.

21 luglio 2009

Kurdistan: le verità nascoste


di Alessandro Ciquera

Il conflitto Iracheno negli ultimi due anni ha avuto una svolta, un cambiamento di scelte e di tattiche. Il baricentro dei conflitti e degli attentati si e' spostato verso alcune citta' cardine, simboli della multietnicita' di questa nazione e delle sue fazioni. Le roccaforti sciite a sud, incoraggiate dal pugno di ferro degli ayatollah iraniani, sono diventate veri e propri inferni di fuoco, con situazioni, come quella presente a Bassora, dove gli attacchi hanno subito un tasso di incremento notevole: le dichiarazioni rilasciate dal Clero sono: "gli ultimi episodi devono rappresentare un risveglio collettivo".
Nel Nord del Paese tuttavia le violenze sono dovute a contesti etnici e sociali. In questo quadro sono emersi episodi ancora non del tutto chiariti dalle forze della coalizione, che potrebbero rappresentare il lato buio dell' invasione. Kirkuk e' oggi una delle citta' piu' povere di tutto l' Iraq, la gente abita in case antiche, decrepite, spesso in rovina. La vita quotidiana non esiste, il bazar in centro e' spesso un luogo a rischio. Le ipotesi che interessi forti abbiano intenzione di non lasciare che l' esistenza dei cittadini migliori, per fomentare odio e tensioni sociali non sono del tutto infondate: le comunita' presenti soffrono per la situazione di stallo, e dubitano le une delle altre. Uno dei punti di condivisione tuttavia e' che questo scenario di desolazione a Kirkuk, non sia del tutto dovuto alla Seconda Guerra del Golfo. Le testimonianze degli abitanti sono chiare e precise: un filo bianco lega alti apparati dell'esercito degli Stati Uniti con frequentazioni terroristiche. Sono stati, e vengono ancora oggi, utilizzati metodi di intimidazione e di rappresaglia verso civili, vigili urbani, pashmerga, medici, giudici, insegnati. La tecnica e' spesso la stessa, vengono utilizzate Bmw, veloci e leggere, e si colpisce dal finestrino, tramite l'uso di pistole silenziate, difficili da indivuare, letali.

Ahmed e' curdo, non vuole divulgare troppe informazioni, ha paura delle conseguenze, ma la sintesi e' la seguente, riportata in questa intervista:
Cosa sai delle morti a Kirkuk?
"Ogni abitante sa cosa sta succedendo, i soldati americani sono stati piu' volte avvistati a fare violenze su passanti, le poche volte in cui le automobili, portatrici di morte, sono state catturate dalla polizia, i conducenti sono stati identificati come graduati dell' esercito U.s.a, non semplici camerati, ma ufficiali addestrati appostitamente per un processo di destabilizzazione territoriale, i casi si sono ripetuti in piu' occasioni. La connivenza con i terroristi e' evidente, anche se tutto e' classificato come tattica di guerra"
Puoi fare esempi precisi?
"Un anno fa, girava per le strade una Bmw rossa, ogni giorno uccideva, le indagini degli inquirenti tuttavia sono riuscite ad individuarla ed a tenderle un agguato, posti di blocco gli hanno sparato addosso in ogni quartiere, costringendo l'automobile a scappare nella statale esterna che porta ai villaggi piu' piccoli, si e' diretta ad una velocita' incredibile verso Qara Angir, le volanti del posto sono state allertate ed una volta avvistata la macchina carica di terroristi hanno aperto il fuoco con ogni strumento disponibile, fino a bruciarle il motore. Dalla carcassa fumante sono usciti tre uomini: in divisa, con le stellette dell Esercito deglio Stati Uniti d' America. Questa non e' una storia popolare, ma un dato di fatto con centinaia di testimoni, la conclusione e' ancora piu' amara: un elicottero e' atterrato pochi attimi dopo e ha tratto in salvo i tre criminali, trasportandoli nell' aereoporto militare di Kirkuk, inaccessibile ai civili. Hanno trasportato via la carcassa della Bmw e hanno sparso una polvere per cancellare i segni neri dal terreno. Sembrava non fosse avvenuto nulla. Il Capitano di polizia che ha dato l'ordine di fermare la loro corsa e' stato arrestato, e ha fatto tre mesi di prigione, anche questo e' un triste dato di fatto"
Quale puo' essere lo scopo di queste azioni?
"Gettare la gente nello sconforto, indurla a non uscire di casa, a non interessarsi a faccende politiche, ad avere paura. Gli arabi, i curdi e i turcomanni si stanno studiando a vicenda, siamo in bilico. Non stiamo parlando di giochetti, Kirkuk e' una citta' molto estesa, con piu' di un milione di abitanti, e' una polveriera, se non stai attento si fa in fretta a morire, poi e' troppo tardi per tornare indietro. Gli assassini che stanno dietro a questi piani non hanno una morale, non gli interessa se a morire in un azione di disturbo sara' anche un semplice caporale dei Marines. Mandando i ragazzi giovani allo sbaraglio ne hanno fatti morire a centinaia, con le loro stesse mani, molti piu' di quelli dichiarati"
Barzan e' piu' sbrigativo nel colloquio, piu' diretto, parla fumando una sigaretta, in un locale dove cucinano Kebab.
Mi racconti cosa hai visto?
"Sono dei terroristi, la gente ha paura di loro..quelle..come si chiamano..? Bmw! ecco, si! Quelle Bmw hanno ucciso sotto i miei occhi un padre e un figlio che si stavano spostando a piedi, a Kirkuk, nel quartiere Azadi. Non e' stato l'unico caso, ogni angolo della citta' e' battuto dalle loro auto, nell'ultima settimana hanno fatto venti morti, questa e' una notizia, ma nessuno ne parlera' mai, a nessuno interessa davvero il nostro destino".
La connessione tra queste esperienze e' evidente, ma non sono le sole, sono in tanti ad avere qualcosa da raccontare, le certezze sono tali: se si dovessero fare indagini piu' approfondite su alcuni operati i risultati sarebbero spaventosi, per tutto l'Occidente. Il petrolio e le fonti energetiche portano ad uccidere ancora, molti innocenti sono morti e molti moriranno nel silenzio piu' totale. Nella citta' occupata. Questo e' Fort Apache.

28 giugno 2009

Cronache da Kirkuk. Terrore e vita

Di Alessandro Ciquera

Viviamo nella tecnologia, i mezzobusti dei telegiornali viaggiano alla velocita' della luce all' interno delle nostre vite sempre indaffarate ed impegnate, tuttavia spesso riusciamo a congelare le varie preoccupazioni per informarci su cio' che accade nel nostro Paese, e di conseguenza nel Mondo intero. Si tratta di un momento intimo, di tregua, quiete dopo la tempesta. Sabato hanno fatto esplodere un "camion bomba" davanti ad una moschea Turcomanna, le stime parlano di quasi settanta morti, ma non si sa nulla di certo, sono andati avanti a scavare a lungo, con soccorsi che arrivavano da ogni parte della Nazione, i feriti, anche in modo grave, sono stati piu' di duecento: non credo che esista un modo preciso per reagire di fronte a queste violenze su persone innocenti. Non esiste nessun manuale che ti indichi il sentimento giusto da tirare fuori dagli scompartimenti dell' anima, non puo' esserci perche' altrimenti non saremmo esseri umani, ma semidei.
Ora pero' vi fornisco un' altra notizia, stiamo iniziando i lavori di ristrutturazione della scuola elementare di Qara Angir (Kirkuk), partendo dalla cosa piu' essenziale: i servizi igienici. Questa e' la nostra risposta al terrorismo! A chi vuole i cittadini piegati, umiliati, esiliati all' interno della propria casa. La piu' grande sconfitta per tutti coloro che credono in una societa' piu' giusta, consisterebbe nel lasciarsi andare a sentimenti come l'ira, l'odio, il disprezzo, il razzismo. L'obiettivo di queste campagne di paura e' proprio gettare nello sconforto piu' totale la gente, farla sentire sola, abbandonata, spingerla verso la cautela, la diffidenza verso le altre etnie, verso l'altro, verso il diverso. No! Dobbiamo urlare in faccia alla nostra coscienza che non vogliamo diventare come i violenti, perche' altrimenti vincerebbero loro, saremmo diventati come loro, mentre noi vogliamo conservare la nostra Umanita'.
Le soluzioni per un corretto contrasto al Terrorismo (ma anche a tutti coloro che ci propinano la forza militare, nelle strade in Italia e nelle capitali del Terzo Mondo, come mezzo di risoluzione sicura per ogni problema) sono ogni giorno sotto i nostri occhi, esistono gia'. Per una madre la risposta consiste nell'accompagnare ogni benedetto giorno il proprio figlio a scuola, a costo di fare le corse in auto, di arrivare tardi al lavoro! Per una coppia di fidanzati consiste nel lavorare dodici ore al giorno, per potersi pagare le vacanze estive, per costruirsi un futuro insieme. Per tutti coloro che si ritengono amici la reazione e' il senso stesso della parola "amicizia", il contare l'uno sull' altro, in un' epoca dove tutto e' incerto, insicuro. Mantenere la normalita', uscire la sera in collina, trovarsi la mattina per bere una spremuta prima di inziare la giornata, godendosi il vento sulla faccia. Chiedete ad un padre in Cassa Intergrazione cosa significa mantenere una famiglia, in mezzo alla tormenta economica. Siamo noi la soluzione al terrore, siamo noi con le nostre umili vite quotidiane, che dimostrano ogni ora, ogni fine del mese, che nonostante tutto si puo' andare avanti, senza calpestare i piu' deboli, senza lasciare indietro nessuno. Quando la tentazione di fregarcene del resto dei nostri simili ci assale guardiamoci intorno, fissiamo dritto negli occhi chi ci sta tendendo la mano in maniera tale da poterlo abbracciare forte, talmente tanto da rialzarlo in piedi, sputando ogni genere di pregiudizio, perche' noi vogliamo essere diversi, vogliamo stare sempre e per sempre dalla stessa parte, nella sponda degli ultimi, la piu' facile da trovare, la piu' difficile da mantenere.Immaginate un sogno, un lago, una montagna, i raggi del Sole sul viso, questa e' la nostra Terra, che appartiene a tutti.Non sappiamo cosa ci attenda dopo questa vita, ma siamo a conoscenza di come possiamo comportarci per utilizzare al meglio il tempo che ci viene concesso. Se lo faremo, sara' in onore di tutti coloro che non hanno ricevuto le stesse nostre fortune, sara' dedicato a chi e' schiacciato e non riesce a rialzarsi, e se anche verra' un giorno dove tutti questi discorsi non avranno senso e la paura avra' la meglio sulla nostra forza, oggi noi scegliamo di non fare un solo passo indietro, di Esistere e di farlo per tutti coloro che amiamo.
Non puo' piovere per sempre: le case bruciano, le persone muoiono, ma la vera Amicizia e il vero Amore saranno incise in ogni pagina e in ogni riga dei nostri ricordi, anche pensando a coloro che ci hanno lasciato troppo presto, e arrivando alle magiche parole "..E vissero tutti felici e contenti....Fine", potremo dire, con un leggero sorriso e un pizzico di orgoglio, che siamo stati noi, a scrivere questo libro d' Oro.

17 giugno 2009

Alessandro Ciquera. Cronache da Kirkuk.

By Baghdadhope

Alessandro Ciquera
è un uomo pieno di entusiamo e voglia di fare che ha canalizzato l'energia e la forza della sua giovinezza in un'impresa ciclopica: aiutare i bambini dell'Iraq, per ora in particolare quelli di Kirkuk, con una serie di progetti che mirano alla ristrutturazione di alcune scuole elementari ed alla creazione di un campo che, similmente all'Estate Ragazzi italiana, impegni i bambini coinvolti in attività ludiche nei lunghi mesi di chiusura delle scuole. Quei mesi che, se passati per strada, rappresenterebbero un pericolo per bambini che, purtroppo, vivono in un paese non ancora pacificato.
Baghdadhope pubblicherà i resoconti che Alessandro Ciquera invierà nei prossimi mesi. A cominciare da quello scritto non appena arrivato in Iraq: Ancora una volta, Kirkuk.
Clicca su "leggi tutto" per "Ancora una volta, Kirkuk"
Kirkuk non e' mai stata una "citta' dei sogni", una di quelle metropoli orientali che hanno un qualcosa di affascinante ed al tempo stesso attraente e misterioso, un posto da luna di miele per due novelli sposi o per un gruppo di amici che vanno in vacanza terminata la maturita'. Kirkuk rappresenta la parte buia del Medio Oriente, quella dove la gente ha paura a spostarsi troppo lontano perche' le famiglie rischiano di notare la lunga assenza ed iniziare a preoccuparsi, nella citta' dove il degrado svela il vero volto dei duri anni dell'embargo e della guerra. La domanda piu' frequente che viene da porsi, guardando la situazione dall' esterno e' : ma la gente vive nel quotidiano? Va a scuola? Lavora? La risposta ovviamente e' si', qui ognuno ha speranze, esigenze, obiettivi, l'unica differenza con l'Italia e' la consapevolezza che niente e' scontato, se si vuole qualcosa bisogna guadagnarselo, fino in fondo. Gli Europei spesso nella fretta di giudicare pensano che in determinate situazioni e contesti sociali miseri, la natura umana cambia, e diventa peggiore, cattiva, egoista: forse in parte e' vero, ma non mi sento di condividere totalmente questa ipotesi, l,essere umano in se' e' uguale sotto qualsiasi cielo, a cambiare sono i modi in cui le nostre emozioni reagiscono agli avvenimenti, il nostro rischio, come occidentali, e' quello di dimenticare il piacere dello stupore, della sorpresa,dell'euforia, dando tutto per ovvio, per scontato. Quando invece c'e' poca certezza sul futuro si tende ad apprezzare maggiormente ogni singola cosa, e' un modo per tornare bambini, e forse, per cercare l'immortalita'.Non ha senso perdersi nei sogni e dimenticarsi di vivere, e' molto piu' utile piuttosto utilizzare ogni singolo giorno per stare insieme ai propri amici, per andarsi a prendere una spremuta al bar la mattina presto, quando ancora la maggioranza della gente dorme, andare controccorrente anche nelle nostre abitudini, usufrendo al massimo dei piccoli piaceri che la vita puo' regalarci. Ecco dunque come in una citta' sfortunata si puo' riscoprire la gioia di vivere l'attimo, bevendo a grandi sorsate l'aria, la terra, le stelle, e sentirsi al termine di una giornata sazi, appagati dal mondo . Forse tutto cio' potrebbe apparire scontato, ma io credo che la chiave della felicita', nonche' dell'eterna giovinezza risieda proprio nella nostra capacita' di far prevalere i nostri sentimenti primari sui ritmi che la giornata ci impone, come la leggenda dello "specchio magico", che rifletteva i veri desideri degli uomini che vi si guardavano, gli avidi si vedevano attorniati da ricchezze e proprieta', mentre il semplice giovane studente vi scorge la sua famiglia, i suoi amici, sorridenti intorno a lui.Non vi dico chi e' il giovane, ve lo lascio immaginare, vi dico solo che e' molto felice di farvi avere sue notizie, e nonostante tutto continua ad essere convinto che l'amore verso chi ci circonda, sconosciuto o meno rappresenta la strada per una vita serena, non importa quanto essa sia lunga, perche' non si puo' giudicare un' esistenza in base agli anni vissuti, ma piuttosto in base ai luoghi, ai momenti, alle persone che gli hanno fatto mancare il fiato. Questa e' la vera Vela che ci porta avanti ogni giorno, anche in mezzo alla crisi economica, anche davanti alle famiglie che perdono il lavoro e ai bambini che giocano nella spazzatura nei vari Stati del Terzo mondo, guardiamoci intorno, diamo una stretta a chi vogliamo bene, e spingiamo tutti insieme, ancora una volta, questa Notte piu' il la'.