By Baghdadhope
La sorte delle minoranze irachene è tornata ad interessare la politica italiana negli scorsi giorni presente con diversi rappresentanti in Iraq. “Preoccupato delle persecuzioni anti-cristiane nella zona di Mosul” si è detto infatti il nostro Ministro degli Esteri Franco Frattini durante un incontro avvenuto a Baghdad con il suo omologo iracheno Hoshyar Zebari che, da canto suo, lo ha rassicurato che in Iraq non c’è persecuzioni delle minoranze e che il governo ha intrapreso tutte le azioni necessarie a ristabilire la sicurezza ovunque necessario. Un’azione lodata dal ministro Frattini che ha dichiarato l’apprezzamento italiano del nuovo e più forte impegno assunto dal governo iracheno a protezione delle minoranze. Impegno che però, secondo molte testimonianze non sembra stia sortendo l’effetto sperato. A Mosul, città teatro delle violente azioni che hanno avuto come vittime i cristiani ad ottobre, sebbene presidiata da 35.000 soldati inviati dal governo centrale le famiglie cristiane stentano a tornare. A poco servono gli incentivi economici offerti dal governo che ammontano a 1300 $ per ogni nucleo familiare che dovesse decidere di tornare in città dopo esserne fuggito. “Abbiamo bisogno di sicurezza ma sfortunatamente la sicurezza a Mosul è fatta solo di immagini in TV” ha dichiarato infatti all’IWPR Safa Nathir Kamu, un ingegnere cristiano riparato ad Erbil.
Secondo l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati dal solo quartiere di Al-Hamadaniya a Mosul sono fuggite ad ottobre circa 1000 famiglie, ma solo un terzo di esse vi ha fatto ritorno. Un ritorno che, quando avviene, è più legato alla necessità di riprendere a lavorare ed a studiare, o alle condizioni di vita di chi magari ha trovato come unico rifugio una chiesa, che alla reale convinzione della ristabilita sicurezza. Convinzione minata dall’ultimo episodio che ha visto come vittime due sorelle cristiane brutalmente uccise in un attacco che ha anche distrutto la loro casa, e che ha provocato la morte della loro madre deceduta in ospedale a causa delle ferite riportate.
Non della sorte dei cristiani iracheni ma di quella dei 3500 membri dell’Organizzazione Mojahedin del Popolo Iraniano, considerati dai mullah iraniani “infedeli” e “nemici di dio” e detenuti nel campo di Ashraf, nella provincia irachena di Diyala, si sta invece occupando una delegazione composta da Marco Perduca, vicepresidente del senato del Partito Radicale Nonviolento, Antonio Stango del Comitato Nazionale di Radicali Italiani, e Yuliya Vassilyeva di Nessuno tocchi Caino. I detenuti sono secondo quanto afferma Marco Perduca nel suo blog Perdukistan a rischio perché il passaggio del controllo del campo al governo di Baghdad potrebbe voler dire per loro l’espulsione verso l’Iran come richiesto dal regime di Tehran, richiesta, si afferma nel blog, che ha già trovato consenso tra alcuni esponenti del governo iracheno.
Per quanto riguarda l’Italia da segnalare sono gli sviluppi parlamentari dell’interpellanza urgente presentata alla Camera dei Deputati lo scorso 30 ottobre (in concomitanza con l’approvazione da parte del Senato di una mozione bipartisan sulle persecuzioni delle comunità cristiane nel mondo) dal deputato del Partito della Libertà, Renato Farina (e firmata da altri 36 deputati del PdL, della Lega Nord Padania, del Partito Democratico e dell’Unione di Centro) in cui si sottolineava la reazione di passività del governo iracheno e di indifferenza e inerzia delle forze militari americane e dei responsabili dell'Onu alla “pulizia etnica” in corso nei confronti della minoranza cristiana irachena. Interpellanza che si concludeva con la richiesta al governo italiano di intervenire per sensibilizzare sulla questione quello iracheno, le autorità americane ed i rappresentanti dell’ONU e con quella di avere risposta sui passi che il nostro governo intende compiere per l’affermazione dei valori della democrazia e della libertà di religione.
Risposta a questa interpellanza si è avuta il 19 novembre con l’intervento del sottosegretario di Stato per gli affari esteri, Enzo Scotti, che ha sottolineato l’accettazione senza riserve della mozione presentata in Senato e le mozioni presentate alla Camera il 10 novembre, tutte riguardanti le violenze nei confronti dei cristiani nel mondo, e quindi l’attenzione che il governo sta avendo per la questione delle minoranze religiose ed in particolare quella cristiana. Lo stesso Scotti ha poi parlato delle quote garantite alle minoranze per le prossime elezioni provinciali (1 seggio ai cristiani in 3 province) definendole “misura inferiore alle aspettative degli esponenti cristiani ma considerata positivamente dal rappresentante dell'ONU, De Mistura”. Frase che ha suscitato la reazione in fase di replica dell’On. Renato Farina, primo firmatario dell’interpellanza urgente, che, ripetendo il termine usato al riguardo da Monsignor Shleimun Warduni, Patriarca Vicario caldeo, ha definito la decisione sulle quote riservate alle minoranze “un’elemosina”, aggiungendo che, visto che in origine la legge elettorale prevedeva 15 seggi destinati alle minoranze di cui 13 ai cristiani, dire che va bene che ora essi siano ridotti a tre è “una stupidaggine.”
Lo stesso Farina ha poi proposto la creazione di un osservatorio che controlli la pratica delle libertà e faccia pressioni perché esse vengano rispettate sui governi dei paesi dove operano i nostri soldati facendo valere anche “il peso del nostro sacrificio.”
Clicca su “leggi tutto” per i nomi dei 37 deputati firmatari dell’interpellanza urgente presentata alla Camera dei Deputati il 30 ottobre.
Binetti Paola PD
Bruno Donato PdL
Capitanio Santolini Luisa UdC
Centemero Elena PdL
Comaroli Silvana Andreina LNP
Consolo Giuseppe PdL
Dal Lago Manuela LNP
De Girolamo Nunzia PdL
Dell'Elce Giovanni Pdl
Di Centa Manuela PdL
Dima Giovanna PdL
Distaso Antonio PdL
Farina Renato PdL
Galati Giuseppe PdL
Gibelli Andrea LNP
Gioacchino Alfano PdL
Goisis Paola LNP
Gottardo Isidoro PdL
Lainati Giorgio PdL
Lehner Giancarlo PdL
Lunardi Pietro PdL
Malgieri Gennaro PdL
Marinello Giuseppe Francesco Maria PdL
Pepe Mario PdL
Mazzoni Riccardo PdL
Mazzuca Giancarlo PdL
Moles Giuseppe PdL
Moroni Chiara PdL
Munerato Manuela LNP
Mussolini Alessandra PdL
Oliverio Nicodemo Nazzareno PD
Orsini Andrea PdL
Pagano Alessandro PdL
Polidori Catia PdL
Polledri Massimo LNP
Porcu Carmelo PdL
Rainieri Fabio LNP
Rivolta Erica LNP
Santelli Jole PdL
Sbai Souad PdL
Speciale Roberto PdL
Toccafondi Gabriele PdL
Vanalli Pierguido LNP
Vignali Raffaello PdL
Vitali Luigi PdL
Volontè Luca UdC
Zacchera Marco PdL
Zorzato Marino PdL