"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

1 novembre 2008

Iraq: Vescovi cattolici (AECI) "Violenze anticristiane, un piano politico per dividere"

Fonte: SIR

Le violenze che i cristiani stanno ormai da tempo subendo in Iraq “fanno parte di un piano politico intento a creare subbuglio e conflitti fra le differenti componenti del popolo” e “lo sfollamento, nei modi drammatici con cui è stato eseguito, è cosa voluta e molto pericolosa, una spinta verso la divisione e la spartizione del Paese”.
Lo afferma in una nota, pervenuta al SIR, l’Assemblea dei vescovi cattolici dell’Iraq (Aeci) che si sono riuniti lo scorso 29 ottobre a Erbil per analizzare “gli ultimi drammatici, inquietanti e deplorevoli avvenimenti di Mosul”. “Con senso di responsabilità morale e patriottica” i vescovi ribadiscono che “i cristiani sono parte integrante dell’intero tessuto nazionale iracheno. L’autorità pubblica – affermano - avrebbe dovuto muoversi rapidamente per evitare che subissero violenze e per proteggerli. Quanto è accaduto confligge con la responsabilità dello Stato di proteggere tutti i cittadini. Lo Stato provveda ad una soluzione radicale del problema degli sfollati da Mossul, al loro ritorno nelle loro case, al risarcimento per i danni subiti e alla vigilanza sulla loro sicurezza”. Nella dichiarazione finale dell’incontro i vescovi dell’Aeci sottolineano “con forza la lealtà dei cristiani per l’Iraq” e ribadiscono la volontà della comunità cristiana di “proseguire nella convivialità la collaborazione con tutti i loro fratelli, nella gioia come nel dolore, rifiutando assolutamente di vivere isolati da loro”. Nel contempo l’Aeci torna a chiedere alle Istituzioni “di ridare vita all’articolo 50 della Costituzione e di applicarlo. La Costituzione garantisce la nostra rappresentanza e la nostra partecipazione al potere e alle responsabilità nazionali” scrivono i presuli iracheni che chiedono che “vengano garantiti anche i diritti delle altre minoranze religiose e etniche”. La dichiarazione termina con un ringraziamento “a tutti gli organismi, le istituzioni e le personalità religiose, politiche, diplomatiche e sociali a Mossul, in Iraq come nel mondo, per la loro solidarietà in questa prova, per aver sottolineato i gravi pericoli delle aggressioni, invocando il ritorno degli sfollati nelle loro dimore e il loro risarcimento per i danni subiti. Ringraziamo pure tutti i media che hanno coperto questi deplorevoli avvenimenti”. La dichiarazione è stata firmata da mons. Jean Benjamin Sleiman, vescovo latino di Baghdad e segretario generale Aeci, insieme a diversi vescovi, tra cui, Shlemon Warduni, Jacques Ishaq, Petros Al-Harboli e Louis Sako.

Nella foto i vescovi partecipanti all'incontro con i seminaristi ed il rettore ed il vice rettore del seminario caldeo di Saint Peter, Padre Bashar Warda e Padre Fadi Lion