GRUPO IRAQUÍ POR LA PAZ...UN SUEÑO DESTRUÍDO by temas de interés católicos blogspot
“Il sogno dei giovani cristiani iracheni” dice Padre Atto “sarebbe quello di partecipare alla prossima GMG in Australia. Una partecipazione che avrebbe un alto valore simbolico sia per loro, membri di una comunità che sta soffrendo l’isolamento in cui l’Iraq tuttora vive, sia per i giovani cristiani del mondo che potrebbero così confrontarsi con i propri fratelli iracheni direttamente, e non solo attraverso ciò che i media riportano.”
A marzo del 2007 Padre Rayan P. Atto, parroco della chiesa di Mar Qardagh ad Erbil, esprimeva un sogno. Oggi, a più di un anno di distanza, ma a meno di due settimane dall’inizio della Giornata Mondiale della Gioventù in Australia quel sogno si è infranto.
Alterna toni tristi ed arrabbiati Padre Rayan mentre da Erbil spiega a Baghdadhope il perché della fine di quella speranza: “ La scorsa settimana l’Ambasciata Australiana di Amman a cui avevamo fatto riferimento per le pratiche burocratiche necessarie alla partecipazione alla GMG ha riferito a Padre Bashar Warda, il nostro capo gruppo, che i visti sono stati negati”
Perché?
“Perché il timore è che qualche partecipante della delegazione irachena possa non far ritorno in patria e chiedere rifugio in Australia”
Può affermare che il timore sia infondato?
“Sì. Posso affemarlo. Partecipare alla GMG di Sydney per i giovani iracheni cristiani non era un sistema per lasciare il paese. La maggior parte degli iscritti al gruppo viene dal nord dell’Iraq, una zona tranquilla, non ha ragione di fuggire e certo non l’avrebbero fatto sfruttando un’occasione legata alla fede. Non si sta parlando di una vacanza, ma di una sorta di pellegrinaggio che avrebbe fatto sentire quei giovani parte di una comunità riunita per conoscersi, confrontarsi, pregare.”
Non c’è speranza quindi? Se la bandiera irachena sventolerà nel cielo di Sydney sarà perché portata solo da iracheni che già vivono all’estero?
“Si. Non ci saranno giovani provenienti dall’Iraq. In realtà l’Ambasciata di Amman ha proposto di rilasciare solo 10 visti, ma come si fa a ridurre un gruppo di quasi 170 persone a dieci? Padre Bashar a sua volta ha chiesto che almeno vengano rilasciati i visti ai sacerdoti ma a questo punto se anche avessi il visto in mano non andrei. Come potrei lasciare i giovani della mia parrocchia che tanto hanno sognato questa occasione?”
Padre Rayan, ci parli di come avevate preparato la vostra partecipazione alla GMG…
“Dal punto di vista burocratico le pratiche sono iniziate più di sei mesi fa con la compilazione dei moduli per la richiesta dei visti che sono stati presentati all’Ambasciata australiana di Amman accompagnati da una lettera di presentazione scritta dal vescovo caldeo di Amadhiya ed Erbil, Monsignor Rabban Al Qas. Il nostro gruppo era stato registrato con il nome 'Iraq' e con il numero 8335.”
Da quante persone avrebbe dovuto essere composto il gruppo?
“Tra i giovani, i seminaristi, i sacerdoti e qualche adulto saremmo stati quasi 170 persone. Cristiani delle diocesi di Erbil, Baghdad e Mosul. Solo dalla mia parrocchia sarebbero partiti 35 giovani.”
E come avevate preparato il viaggio di questi giovani?
“In questi mesi ci sono state varie riunioni. Alcuni giovani, ad esempio, erano stati preparati anche a partecipare non solo come fedeli ma anche come volontari. Avevamo preparato in arabo il programma della GMG ed una guida di Sydney e dei luoghi da visitare, ed un poster intitolato 'Gruppo Iraq per la pace' con una mappa dell’Iraq ed al centro il logo della GMG. Avevamo addirittura preparato i ragazzi e le ragazze a cantare il Padre Nostro in latino in onore del Papa. Avevamo fatto tante cose ed ora… ora ci sentiamo delusi, infelici, depressi. ”
Certamente la cancellazione di un viaggio così desiderato ingenera un senso di frustrazione. Lei organizzerà qualcosa di alternativo per i giovani della sua parrocchia?
“Non in concomitanza della GMG. Tra il 25 ed il 30 luglio comunque faremo un campeggio preso il lago Dokan, vicino a Sulemaniya, staremo insieme, canteremo, pregheremo, anche se non potremo fare a meno di pensare all’occasione perduta. Sarebbe stato veramente bello poter mostrare al mondo la fede che anima i nostri giovani, che ci fa partecipi della cristianità universale pur rimanendo profondamente legati alle nostre tradizioni ed la nostro paese.”
Lo scorso anno lei ha espresso la speranza di partecipare alla GMG nel 2008. I suoi sentimenti sono cambiati ora?
“Mentirei dicendo che non sono deluso, ma allo stesso tempo voglio dire che noi, giovani iracheni cristiani, anche se non fisicamente presenti a Sydney saremo insieme a tutti i giovani del mondo, e che speriamo di poter portare la nostra testimonianza diretta in occasione della prossima GMG.”