Fonte: Radiovaticana
Sydney è lontana dall’Iraq, ma la GMG viene vissuta intensamente anche in questo Paese segnato dalla sofferenza. In concomitanza con il raduno in terra australiana, migliaia di giovani sono convenuti nel nord dell’Iraq per celebrare la propria GMG. Proprio come a Sydney, i ragazzi iracheni ascoltano le catechesi dei loro vescovi e condividono le proprie esperienze di fede. Inoltre, grazie ad un collegamento via satellite, seguono gli incontri del Papa a Sydney. Per una testimonianza su questa “GMG irachena”.
Alessandro Gisotti ha raggiunto telefonicamente in Iraq l’arcivescovo di Kirkuk, mons. Louis Sako:
"Noi vescovi del nord abbiamo pensato di organizzare degli incontri nelle diocesi di Erbil, Kirkuk, Al Qosh, Karaqosh, Zakho e Amadiya. Sono venuti 5 mila giovani. Abbiamo seguito lo stesso programma di Sydney, tradotto in arabo."
Come stanno partecipando questi giovani? C’è la gioia, anche se non si è a Sydney?
"Oh, tanta gioia ed entusiasmo! Io sto con loro tutta la giornata. Per me e per loro è una nuova Pentecoste. C’è gioia, speranza... Per noi è un impulso per costruire un futuro più sicuro e per una rinnovata presenza cristiana."
Il futuro dell’Iraq riparte proprio dai giovani...
"Certo, ma anche il futuro della Chiesa cattolica comincia con loro e sono loro il futuro. Il loro impegno nella fede, la trasmissione della fede è una garanzia per il futuro del cristianesimo in questo Paese, che vive tra tante difficoltà. Questa GMG è una testimonianza! Attraverso questi ragazzi cristiani, gli altri, il 97 per cento sono musulmani, possono vedere Cristo."
Quindi, questa GMG irachena può servire anche come strumento per il dialogo con i musulmani dell’Iraq...
"Certo, per noi è un evento storico, forse più importante della GMG di Sydney, dove è più facile andare ed incontrarsi. Io sto pensando di preparare un raduno tra cristiani e musulmani all’inizio del Ramadan, per pregare insieme, a Kirkuk, per la pace e per la riconciliazione."