“I cristiani vadano a votare. Bisogna avere il coraggio di far valere i propri diritti per il bene di tutto il Paese”. A poco meno di un mese dalle elezioni legislative del 7 marzo in Iraq, a lanciare un appello al voto è l’arcivescovo di Kirkuk, mons. Louis Sako. In un’intervista al SIR, il presule caldeo considera il prossimo voto un importnate banco di riscontro per i cristiani iracheni: “sono molte – dichiara - le sfide che ci attendono e alle quali dobbiamo far fronte come cristiani. Dobbiamo, per questo, unire le nostre forze. Divisi siamo deboli. Se vogliamo far valere i nostri diritti dobbiamo avere una sola voce. Non possiamo permetterci la dispersione di forze. Procedere con una visione unitaria, con un programma, con delle idee condivise, ci darà la forza per ottenere il riconoscimento dei nostri diritti e per avere la possibilità di continuare a vivere nel nostro Paese a pieno titolo”. “I cristiani devono andare a votare in massa – aggiunge - siamo chiamati ad impegnarci in politica per promuovere il bene comune e non gli interessi personali. Ai nostri fedeli cristiani spetta anche il dialogo con tutti quegli elementi moderati, laici, che operano in politica. È l'unico modo per garantirci un governo aperto e democratico, non in balia di gruppi fondamentalisti che propugnano un Islam radicale che ci fa paura e ci preoccupa”.
“Baghdad ha perduto la sua bellezza e non ne è rimasto che il nome.
Rispetto a ciò che essa era un tempo, prima che gli eventi la colpissero e gli occhi delle calamità si rivolgessero a lei, essa non è più che una traccia annullata, o una sembianza di emergente fantasma.”
Ibn Battuta
"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."
Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014
Baghdad, 19 luglio 2014
10 febbraio 2010
Iraq: Mons. Sako (Kirkuk) "il 7 marzo i cristiani vadano tutti a votare"
Fonte: SIR
“I cristiani vadano a votare. Bisogna avere il coraggio di far valere i propri diritti per il bene di tutto il Paese”. A poco meno di un mese dalle elezioni legislative del 7 marzo in Iraq, a lanciare un appello al voto è l’arcivescovo di Kirkuk, mons. Louis Sako. In un’intervista al SIR, il presule caldeo considera il prossimo voto un importnate banco di riscontro per i cristiani iracheni: “sono molte – dichiara - le sfide che ci attendono e alle quali dobbiamo far fronte come cristiani. Dobbiamo, per questo, unire le nostre forze. Divisi siamo deboli. Se vogliamo far valere i nostri diritti dobbiamo avere una sola voce. Non possiamo permetterci la dispersione di forze. Procedere con una visione unitaria, con un programma, con delle idee condivise, ci darà la forza per ottenere il riconoscimento dei nostri diritti e per avere la possibilità di continuare a vivere nel nostro Paese a pieno titolo”. “I cristiani devono andare a votare in massa – aggiunge - siamo chiamati ad impegnarci in politica per promuovere il bene comune e non gli interessi personali. Ai nostri fedeli cristiani spetta anche il dialogo con tutti quegli elementi moderati, laici, che operano in politica. È l'unico modo per garantirci un governo aperto e democratico, non in balia di gruppi fondamentalisti che propugnano un Islam radicale che ci fa paura e ci preoccupa”.
“I cristiani vadano a votare. Bisogna avere il coraggio di far valere i propri diritti per il bene di tutto il Paese”. A poco meno di un mese dalle elezioni legislative del 7 marzo in Iraq, a lanciare un appello al voto è l’arcivescovo di Kirkuk, mons. Louis Sako. In un’intervista al SIR, il presule caldeo considera il prossimo voto un importnate banco di riscontro per i cristiani iracheni: “sono molte – dichiara - le sfide che ci attendono e alle quali dobbiamo far fronte come cristiani. Dobbiamo, per questo, unire le nostre forze. Divisi siamo deboli. Se vogliamo far valere i nostri diritti dobbiamo avere una sola voce. Non possiamo permetterci la dispersione di forze. Procedere con una visione unitaria, con un programma, con delle idee condivise, ci darà la forza per ottenere il riconoscimento dei nostri diritti e per avere la possibilità di continuare a vivere nel nostro Paese a pieno titolo”. “I cristiani devono andare a votare in massa – aggiunge - siamo chiamati ad impegnarci in politica per promuovere il bene comune e non gli interessi personali. Ai nostri fedeli cristiani spetta anche il dialogo con tutti quegli elementi moderati, laici, che operano in politica. È l'unico modo per garantirci un governo aperto e democratico, non in balia di gruppi fondamentalisti che propugnano un Islam radicale che ci fa paura e ci preoccupa”.