Che il clima in Iraq stia migliorando per i cristiani è stato chiaro durante le festività pasquali che, sia nel caso delle chiese cattoliche che di quelle ortodosse, si sono svolte, seppure tra eccezionali misure di sicurezza, con regolarità e con un forte afflusso di fedeli nelle chiese, da Erbil a Baghdad, da Kirkuk a Bassora.
Segni della normalità che moltissimi iracheni, cristiani ma anche ovviamente musulmani, cercano e si sforzano di ottenere. Normalità che per i cristiani passa anche dalle prime comunioni dei bambini che quest'anno in alcune chiese sono state anticipate.
Baghdadhope ne ha parlato con Padre Douglas Al Bazi, parroco della chiesa caldea di Mar Eliya a Baghdad.
"E' stata una cerimonia davvero bella. 43 tra bambini e bambine hanno fatto la prima comunione e c'erano centinaia di persone nella chiesa con le quali abbiamo festeggiato."
Tutti i media riportano un miglioramento delle condizioni di sicurezza rispetto agli scorsi anni. Può confermarlo?
"Si. La situazione è davvero migliorata. Non si può dire sia normale ma non dobbiamo dimenticare che abbiamo visto l'inferno e che anche vedere i bambini sorridere ci riempie di felicità..."
In genere le prime comunioni si svolgevano più avanti nell'anno. Come mai quest'anno avete fissato la data ad aprile?
"E' vero. In genere si aspettava la fine della scuola ma abbiamo pensato che proprio in quel periodo molte famiglie andranno nel nord dell'Iraq e che fosse più pratico ad aprile."
Come mai le famiglie lasceranno Baghdad per il nord alla fine della scuola?
"Per il caldo. A Baghdad l'erogazione della corrente elettrica è ancora limitata, tutto ancora dipende dai generatori ed il carburante per farli funzionare è caro e difficile da trovare. Ecco perchè chi potrà andrà al nord."
Le parole di Padre Al Bazi ci ricordano come la normalizzazione dell'Iraq, fatta anche di corrente elettrica che manca a più di 6 anni dall'inizio della guerra, sia ancora lontana.
E se non ne fossimo convinti basta sapere che lo scorso 19 marzo un bambino cristiano, Elia Yacoub Yunis, è stato rapito ad Erbil, che solo grazie all'intervento della polizia che ha bloccato l'auto dei rapitori sulla strada per Kirkuk egli ha potuto far ritorno dai suoi genitori e che, come ha riferito il sito PUKmedia, persone vicine alla famiglia si sono dette convinte che sia stato un rapimento a scopo estorsivo visto che il padre di Elia gestisce una società di servizi per la telefonia mobile.