By Baghdadhope
Così come in Giordania ed Egitto anche in Grecia la comunità cattolica caldea celebrerà la Pasqua il 19 e non il 12 aprile. Baghdadhope ne ha chiesto la ragione al Procuratore caldeo presso la Santa Sede e Visitatore Apostolico per l'Europa Mons. Philip Najim in procinto per partire per Atene.
"Da quando, nel 1994, la chiesa della Mater Misericordiae di Atene è stata canonicamente eretta come parrocchia caldea presso l'esarcato dei Bizantini greci cattolici si è sempre seguito il calendario della chiesa maggioritaria del paese, quella Greco Ortodossa. La spiegazione è nel desiderio di fratellanza ed ecumenismo che la comunità cristiana tutta condivide. In Grecia la comunità caldea è piccola - 2500/3000 fedeli - e mantenere delle date differenti non ne avrebbe favorito l'integrazione perchè l'avrebbe isolata dall'atmosfera di gioia ma anche profondamente spirituale che pervade il paese per le principali feste della cristianità."
Come si svolgeranno quindi i riti pasquali?
"All'esarcato dei Bizantini greci cattolici fa capo, oltre alla comunità caldea, anche una piccola comunità di ucraini e rumeni cattolici. I riti quindi verranno celebrati secondo le tre diverse tradizioni. Al Venerdì Santo la celebrazione vedrà le tre comunità riunite. Prima ognuna di esse celebrerà secondo la propria tradizione liturgica poi tutti i celebranti si riuniranno attorno all'Esarca di Grecia dei fedeli di rito bizantino, Mons. Dimitrios Salachas, ed inizierà una processione in cui si alterneranno canti e preghiere delle tre tradizioni."
Monsignore, nei giorni scorsi Baghdadhope ha riportato della tradizione della Gayasa, della rappresentazione cioè della disputa tra il cherubino che impedisce ai figli di Adamo l'entrata in Paradiso ed il ladrone redento che, forte della Croce di Cristo che porta con sè, ha la meglio e da allora nella tradizione siriaca ha sostituito San Pietro come guardiano dell'Eden. Rispetterete questa tradizione anche in Grecia?
"Certamente, durante la Santa Messa pasquale verrà rappresentata la Gayasa dopo il Vangelo e prima dell'omelia."
Ma non in tutte le chiese la sua rappresentazione ha gli stessi tempi...
"Si. E' vero. La Gayasa è una tradizione ed in quanto tale non ha un suo tempo liturgico definito. E' solo tipica della Pasqua ed è un legame con la nostra cultura ed il nostro passato che non si spezza neanche in diaspora. Una cosa che ci rende felici ed orgogliosi".