Diritti umani in Iraq
In questi giorni una piccola delegazione di Pax Christi Italia è ospite dell'Arcivescovo Caldeo di Kirkuk, in Iraq, mons. Louis Sako, amico da lungo tempo, fino dai tempi dell'embargo, poi incontrato più volte in questi anni, in Iraq e in Italia. Con lui abbiamo fatto qualche considerazione alla luce dell'anniversario della Dichiarazione dei Diritti dell'uomo, 10 dicembre.
Diritti umani? Verrebbe quasi da dire che qui non esistono. Ci dice mons Sako, quasi come una provocazione. Poi, continua.... Basta uccidere in nome di Dio. Gli scontri religiosi sono un'offesa a Dio perché prima sono una offesa all'uomo. La violenza non risolve i problemi, ma fa crescere la cultura della morte. Abbiamo bisogno della cultura della vita e della convivialità. Riconoscere l'altro, aiutare l'altro a vivere liberamente è un dovere umano e divino. La storia ci mostra, e dobbiamo imparare dalla storia, che le guerre non hanno mai risolto i problemi, ma hanno sempre aumentato il solco della divisione. Dopo ogni guerra si arriva sempre a dei negoziati per ristabilire la pace. Perché allora non partire subito con il dialogo e il negoziato, invece della guerra? Noi tutti qui abbiamo una grande esperienza negativa della guerra. E non solo noi in Iraq. Bisogna allora lavorare per la riconciliazione. Tutti gli uomini e le donne sono fratelli e sorelle, figli di un solo Dio. Vivere nella pace e nella gioia è il Regno di Dio che Gesù ha proclamato. Cristiani, musulmani, Sciiti, Sanniti, Cattolici e Ortodossi... queste diversità devono fare l'armonia e la ricchezza, invece che fare divisioni e problemi.Dio ci dirà un giorno, come ha detto a Caino, ' dov'è tuo fratello?' L'altro, chiunque esso sia, è mio fratello e sono responsabile di lui perché viva in felicità. Siamo creati per vivere non per morire con atti abominevoli.
La delegazione di Pax Christi Italia
Iraq, Kirkuk, 10 dicembre 2006
In questi giorni una piccola delegazione di Pax Christi Italia è ospite dell'Arcivescovo Caldeo di Kirkuk, in Iraq, mons. Louis Sako, amico da lungo tempo, fino dai tempi dell'embargo, poi incontrato più volte in questi anni, in Iraq e in Italia. Con lui abbiamo fatto qualche considerazione alla luce dell'anniversario della Dichiarazione dei Diritti dell'uomo, 10 dicembre.
Diritti umani? Verrebbe quasi da dire che qui non esistono. Ci dice mons Sako, quasi come una provocazione. Poi, continua.... Basta uccidere in nome di Dio. Gli scontri religiosi sono un'offesa a Dio perché prima sono una offesa all'uomo. La violenza non risolve i problemi, ma fa crescere la cultura della morte. Abbiamo bisogno della cultura della vita e della convivialità. Riconoscere l'altro, aiutare l'altro a vivere liberamente è un dovere umano e divino. La storia ci mostra, e dobbiamo imparare dalla storia, che le guerre non hanno mai risolto i problemi, ma hanno sempre aumentato il solco della divisione. Dopo ogni guerra si arriva sempre a dei negoziati per ristabilire la pace. Perché allora non partire subito con il dialogo e il negoziato, invece della guerra? Noi tutti qui abbiamo una grande esperienza negativa della guerra. E non solo noi in Iraq. Bisogna allora lavorare per la riconciliazione. Tutti gli uomini e le donne sono fratelli e sorelle, figli di un solo Dio. Vivere nella pace e nella gioia è il Regno di Dio che Gesù ha proclamato. Cristiani, musulmani, Sciiti, Sanniti, Cattolici e Ortodossi... queste diversità devono fare l'armonia e la ricchezza, invece che fare divisioni e problemi.Dio ci dirà un giorno, come ha detto a Caino, ' dov'è tuo fratello?' L'altro, chiunque esso sia, è mio fratello e sono responsabile di lui perché viva in felicità. Siamo creati per vivere non per morire con atti abominevoli.
La delegazione di Pax Christi Italia
Iraq, Kirkuk, 10 dicembre 2006