By Baghdadhope*
Il 9 febbraio, nonostante le molte assenze, si è svolta, nel monastero armeno ortodosso di Baghdad di San Karabet, la riunione del "Consiglio dei capi delle comunità cristiane in Iraq". Presenti alla riunione erano il Patriarca della chiesa caldea, Cardinale Mar Emmanuel III Delly, il Patriarca della chiesa Antica d'Oriente, Mar Addai II, undici vescovi e quattro rappresentanti delle chiese latina, protestante, evangelica e presbiteriana:
I vescovi e gli arcivescovi presenti erano:
Mons. Louis Sako (Chiesa caldea - Kirkuk)
Mons. Shleimun Warduni (Chiesa caldea - Baghdad)
Mons. Jacques Isaac (Chiesa caldea - Baghdad)
Mons. Andraous Abouna (Chiesa caldea - Baghdad)
Mons. Avak Asadorian (Chiesa armena apostolica - Baghdad)
Mons. Emmanuel Dabaghian (Chiesa armena cattolica - Baghdad)
Mons. George Alqas Musa (Chiesa siro-cattolica - Mosul)
Mons. Matti S. Matoka (Chiesa siro-cattolica - Baghdad)
Mons. Severius J. Hawa (Chiesa siro-ortodossa - Baghdad)
Mons. Timotheus Musa Alshamami (Chiesa siro-ortodossa - Eparchia del monastero di Mar Matti - Alqosh)
Mons. Gewargis Sliwa (Chiesa assira dell'est - Baghdad)
Al termine dell'incontro sono stati nominati segretario generale e vice segretario generale del Consiglio rispettivamente Mons. Avak Asadorian, vescovo della Chiesa Armeno apostolica in Iraq e Mons. George Alqas Musa, vescovo siro cattolico di Mosul.
Mons. Louis Sako (Chiesa caldea - Kirkuk)
Mons. Shleimun Warduni (Chiesa caldea - Baghdad)
Mons. Jacques Isaac (Chiesa caldea - Baghdad)
Mons. Andraous Abouna (Chiesa caldea - Baghdad)
Mons. Avak Asadorian (Chiesa armena apostolica - Baghdad)
Mons. Emmanuel Dabaghian (Chiesa armena cattolica - Baghdad)
Mons. George Alqas Musa (Chiesa siro-cattolica - Mosul)
Mons. Matti S. Matoka (Chiesa siro-cattolica - Baghdad)
Mons. Severius J. Hawa (Chiesa siro-ortodossa - Baghdad)
Mons. Timotheus Musa Alshamami (Chiesa siro-ortodossa - Eparchia del monastero di Mar Matti - Alqosh)
Mons. Gewargis Sliwa (Chiesa assira dell'est - Baghdad)
Al termine dell'incontro sono stati nominati segretario generale e vice segretario generale del Consiglio rispettivamente Mons. Avak Asadorian, vescovo della Chiesa Armeno apostolica in Iraq e Mons. George Alqas Musa, vescovo siro cattolico di Mosul.
Il Consiglio riunisce le chiese delle comunità minoritarie ufficialmente riconosciute dal bollettino ufficiale n° 2867 del 18 gennaio 1982 come citate dal rapporto finale dell'incontro e cioè:
Comunità caldea (Chiesa Caldea)
Comunità assira (Chiesa Antica dell'Est)
Comunità assira nestoriana (Chiesa Assira dell'Est)
Comunità siro ortodossa (Chiesa Siro Ortodossa)
Comunità siro cattolica (Chiesa Siro Cattolica)
Comunità armeno ortodossa (Chiesa Armena Ortodossa)
Comunità armeno cattolica (Chiesa Armena Ortodossa)
Comunità Rum Ortodossa (Chiesa Rum Ortodossa)
Comunità Rum Cattolica (Chiesa Rum Cattolica)
Comunità latina (Chiesa latina)
Comunità nazionale inglese protestante (Chiesa presbiteriana)
Comunità inglese protestante assira
Comunità degli Avventisti del Sabato
Comunità Copta Ortodossa (Chiesa Copta Ortodossa)
In realtà il Consiglio si era già riunito nel marzo del 2009, ma quella del 9 febbraio è stata la sua prima riunione operativa.
Comunità caldea (Chiesa Caldea)
Comunità assira (Chiesa Antica dell'Est)
Comunità assira nestoriana (Chiesa Assira dell'Est)
Comunità siro ortodossa (Chiesa Siro Ortodossa)
Comunità siro cattolica (Chiesa Siro Cattolica)
Comunità armeno ortodossa (Chiesa Armena Ortodossa)
Comunità armeno cattolica (Chiesa Armena Ortodossa)
Comunità Rum Ortodossa (Chiesa Rum Ortodossa)
Comunità Rum Cattolica (Chiesa Rum Cattolica)
Comunità latina (Chiesa latina)
Comunità nazionale inglese protestante (Chiesa presbiteriana)
Comunità inglese protestante assira
Comunità degli Avventisti del Sabato
Comunità Copta Ortodossa (Chiesa Copta Ortodossa)
In realtà il Consiglio si era già riunito nel marzo del 2009, ma quella del 9 febbraio è stata la sua prima riunione operativa.
"Lo scopo dell'incontro del Consiglio era sviluppare una migliore organizzazione tra le chiese e trovare una posizione comune" ha dichiarato a Baghdadhope Msgr. Louis Sako, Arcivescovo caldeo di Kirkuk.
"E' stata una riunione improntata sul dialogo tra le parti" ha aggiunto a Baghdadhope Mons. Shleimun Warduni, patriarca vicario caldeo. "Non sono state prese decisioni fondamentali ma ci si è confrontati sui principi che dovrebbero muoverci in futuro, prima tra essi quello dell'unità tra le chiese. Ogni sforzo in questo senso da parte dei rappresentanti delle chiese è valutato positivamente. A questo proposito" ha continuato il presule "abbiamo menzionato il desiderio che sappiamo appartenere alla maggioranza dei cristiani di poter unificare le sacre ricorrenze come il Natale e speriamo che ciò possa essere messo in pratica in futuro."
D. Il patriarca della chiesa antica dell'est, Mar Addai II, aveva già ipotizzato una tale riunificazione in passato...
"Si, ma non è mai stata messa in pratica. Per questo è stato uno degli argomenti in discussione."
D. Il nome esatto dell' organismo che si è riunito è "Consiglio dei capi delle comunità cristiane in Iraq". Il termine "Tawā’if" significa comunità ma anche "sette", "minoranze religiose", "minoranze etniche". Non c'è il rischio di rimarcare il vostro essere minoranza a dispetto delle innumerevoli dichiarazioni di voler essere considerati innanzi tutto "iracheni"?
"Il termine Tawā’if è stato usato nei documenti ufficiali e per adesso abbiamo ritenuto di non doverlo cambiare."
D. Monsignore, per essere una riunione del Consiglio dei capi delle comunità cristiane che opera a livello nazionale mancavano molti rappresentanti ecclesiastici non di Baghdad. Perchè?
"Qualcuno aveva degli impegni e qualcuno sarà forse stato bloccato per motivi di sicurezza. Anche il vescovo latino di Baghdad, Mons. Jean B. Sleiman ha mandato un suo rappresentante."
D. A proposito della sicurezza, come stanno andando le cose con l'approssimarsi delle elezioni politiche che in Iraq hanno sempre portato attentati e sangue?
"Pur nelle condizioni precarie in cui versa l'Iraq si avverte un leggero miglioramento. Questo però non ci solleva dalla preoccupazione, non sappiamo mai ciò che potrà accedere anche solo nel giro di un'ora. Ciò che possiamo fare è continuare a pregare e sperare."
"E' stata una riunione improntata sul dialogo tra le parti" ha aggiunto a Baghdadhope Mons. Shleimun Warduni, patriarca vicario caldeo. "Non sono state prese decisioni fondamentali ma ci si è confrontati sui principi che dovrebbero muoverci in futuro, prima tra essi quello dell'unità tra le chiese. Ogni sforzo in questo senso da parte dei rappresentanti delle chiese è valutato positivamente. A questo proposito" ha continuato il presule "abbiamo menzionato il desiderio che sappiamo appartenere alla maggioranza dei cristiani di poter unificare le sacre ricorrenze come il Natale e speriamo che ciò possa essere messo in pratica in futuro."
D. Il patriarca della chiesa antica dell'est, Mar Addai II, aveva già ipotizzato una tale riunificazione in passato...
"Si, ma non è mai stata messa in pratica. Per questo è stato uno degli argomenti in discussione."
D. Il nome esatto dell' organismo che si è riunito è "Consiglio dei capi delle comunità cristiane in Iraq". Il termine "Tawā’if" significa comunità ma anche "sette", "minoranze religiose", "minoranze etniche". Non c'è il rischio di rimarcare il vostro essere minoranza a dispetto delle innumerevoli dichiarazioni di voler essere considerati innanzi tutto "iracheni"?
"Il termine Tawā’if è stato usato nei documenti ufficiali e per adesso abbiamo ritenuto di non doverlo cambiare."
D. Monsignore, per essere una riunione del Consiglio dei capi delle comunità cristiane che opera a livello nazionale mancavano molti rappresentanti ecclesiastici non di Baghdad. Perchè?
"Qualcuno aveva degli impegni e qualcuno sarà forse stato bloccato per motivi di sicurezza. Anche il vescovo latino di Baghdad, Mons. Jean B. Sleiman ha mandato un suo rappresentante."
D. A proposito della sicurezza, come stanno andando le cose con l'approssimarsi delle elezioni politiche che in Iraq hanno sempre portato attentati e sangue?
"Pur nelle condizioni precarie in cui versa l'Iraq si avverte un leggero miglioramento. Questo però non ci solleva dalla preoccupazione, non sappiamo mai ciò che potrà accedere anche solo nel giro di un'ora. Ciò che possiamo fare è continuare a pregare e sperare."