By Asia News
In quanto Chiesa “le nostre preghiere e le nostre speranze” vanno sempre nella direzione di una “fine” di questo “circolo infinito di violenza”; l’auspicio è che “tutte le parti coinvolte” assolvano il compito primario che è “proteggere civili innocenti”.
È quanto scrive in una nota, inviata per conoscenza ad AsiaNews, l’arcivescovo caldeo di Erbil (Kurdistan irakeno) mons. Bashar M. Warda, commentando l’escalation di violenze legate all’offensiva turca contro i curdi nel nord della Siria. Sottolineando le preoccupazioni “per rifugiati e sfollati innocenti di tutte le fedi”, il prelato non nasconde i timori di una “nuova ondata di rifugiati” nella regione.
In quanto Chiesa “le nostre preghiere e le nostre speranze” vanno sempre nella direzione di una “fine” di questo “circolo infinito di violenza”; l’auspicio è che “tutte le parti coinvolte” assolvano il compito primario che è “proteggere civili innocenti”.
È quanto scrive in una nota, inviata per conoscenza ad AsiaNews, l’arcivescovo caldeo di Erbil (Kurdistan irakeno) mons. Bashar M. Warda, commentando l’escalation di violenze legate all’offensiva turca contro i curdi nel nord della Siria. Sottolineando le preoccupazioni “per rifugiati e sfollati innocenti di tutte le fedi”, il prelato non nasconde i timori di una “nuova ondata di rifugiati” nella regione.
Mons. Warda invita le popolazioni di Erbil e del nord dell’Iraq al
possibile arrivo di “una nuova ondata di rifugiati”. “Poniamo già oggi
la questione - aggiunge - di modo che la comunità internazionale possa
essere preparata all’aiuto se e quando verrà il tempo di accogliere
questi innocenti”. E temiamo, aggiunge, che questo momento possa essere
“imminente”.
Negli ultimi due anni Erbil, ricorda l’arcivescovo, ha già registrato
“un numero crescente di rifugiati cristiani siriani”, che hanno
lasciato le loro terre e cercato accoglienza fra i cristiani del
Kurdistan irakeno. Ci aspettiamo, aggiunge, che molti altri “verranno
qui” per sfuggire al conflitto nel nord-est della Siria. “Preghiamo -
aggiunge - che il governo dell’Iraq, l’amministrazione regionale curda e
la comunità internazionale non voltino lo sguardo altrove” ma
contribuiscano nell’opera di aiuto verso “innocenti di tutte le fedi”.
Intanto sul fronte dell’offensiva sono già 275mila le persone che
hanno lasciato le loro case e le loro terre nel nord-est della Siria,
nell’area a maggioranza curda. In un editoriale pubblicato sul Wall Street Journal
il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha giustificato l’operazione
“Fonte di pace” per arginare la “minaccia” lungo i propri confini. Egli
ha quindi esortato la comunità internazionale a “sostenere gli sforzi”
profusi da Ankara cominciando “ad accettare i rifugiati”.
“I flussi di rifugiati siriani, la violenza e l’instabilità ci hanno
spinto ai limiti della nostra tolleranza” aggiunge, ricordando di aver
accolto 3,6 milioni di rifugiati siriani e rivendicando di aver speso
“40 miliardi di dollari per offrire loro educazione, assistenza
sanitaria e alloggio”. Egli dimentica, o finge di dimenticare, che
questa accoglienza è stata una politica mirata degli anni passati volta a
conquistare consensi in nome di una tolleranza e amicizia fra
musulmani, poi abbandonata coi primi segnali di crisi economica.
Mentre i governi europei minacciano di tagliare forniture di armi ad
Ankara e il presidente Usa Donald Trump annuncia sanzioni contro il
Paese e tre ministri, la polizia turca prosegue la caccia a dissidenti,
oppositori e voci critiche. In una serie di raid compiuti alle prime
luci dell’alba gli agenti hanno hanno arrestato quattro sindaci
esponenti del principale partito curdo. A chiedere uno stop
all’offensiva della Turchia è intervenuta oggi anche la Cina, la quale
invita Ankara a “tornare sul binario corretto” della ricerca di una
soluzione politica della questione.
Segnali di tensione e instabilità che preoccupano l’arcivescovo di
Erbil, il quale conclude il suo messaggio sottolineando che “le
minoranze non sono in grado di sostenere un altro grave conflitto” con
ripercussioni anche sull’Iraq. In questo senso è fondamentale la “piena
rimozione delle milizie armate” che controllano alcuni territori del
nord del Paese e che, al loro posto, sia dislocata una forza sotto il
pieno controllo e la responsabilità del governo. “Chiediamo a tutti di
pregare per gli innocenti di Siria e Iraq in un momento critico”.
Sources:
Aleteia
Chaldean Catholic Archbishop in Iraq warns of influx of refugees into Iraq from Syria
Sources:
Aleteia
October 14, 2019
Wall Street Journal
Turkey Is Stepping Up Where Others Fail to Act
October 14, 2019
15 ottobre 2019