"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

4 aprile 2017

Baghdad, parlamentare irakeno: La mafia confisca beni dei cristiani

By Asia News
 
“La mafia dei terreni e delle proprietà è tornata a colpire. Sono criminali che realizzano documenti falsi e certificati contraffati, per rivendicare beni, case o attività di cristiani emigrati dal Paese in questi anni a causa delle guerre e delle violenze”. È quanto racconta ad AsiaNews il parlamentare cristiano Yonadam Kanna, leader dell'Assyrian Democratic Movement, membro della Commissione parlamentare sul lavoro e gli affari sociali, che conferma il nuovo attacco contro proprietà cristiane a Baghdad. “Sono bande specializzate, una mafia che opera secondo uno schema: falsifica gli attestanti, si reca in tribunale e davanti ai giudici, rivendica il possesso di un bene che in realtà non è loro. E i giudici, ogni volta, finiscono per cedere”.
Nelle ultime settimane è tornato di nuovo alla ribalta la questione del sequestro dei beni cristiani, in particolare nella capitale irakena dove si registra la quasi totalità dei casi. Si tratta di case, negozi, edifici appartenenti, nella maggior parte dei casi, a cristiani che hanno abbandonato il Paese a partire dal 2003 per il progressivo deterioramento delle condizioni di sicurezza.
Il fenomeno era già stato denunciato poco più di un anno fa dall’allora vescovo ausiliare di Baghdad, mons. Shlemon Warduni, il quale aveva parlato di proprietà cristiane “nel mirino dei criminali”, a fronte di un governo e di una polizia “deboli”. Il prelato aveva dichiarato di non sapere “nello specifico” quali “milizie o bande” siano responsabili degli attacchi; tuttavia, si tratta di un fenomeno “presente” e che “fa molto male ai nostri fedeli”.
Nella lettera pastorale inviata ai fedeli in occasione del Natale 2015, anche il patriarca caldeo mar Louis Raphael Sako aveva denunciato in modo ampio e diffuso il fenomeno, inserendolo all’interno dei mali che “affliggono la società”. Sua beatitudine aveva parlato di “famiglie oggetto di attacchi mirati ed espropri da parte di delinquenti e gruppi estremisti”, rivolgendo un appello alle autorità per una maggiore sicurezza e protezione dei cristiani.
Ora il fenomeno sembra riguardare non solo la confisca delle case e degli immobili, ma riguarda pure frutteti, appezzamenti di terreni e negozi, oltre che monasteri e antichi luoghi di culto. Nel mirino l’area di Karrada, a Baghdad, e altri distretti a maggioranza cristiana. Alcune di queste aree si concentrano nella parte antica della capitale.
Alcune fonti istituzionali della capitale spiegano che vi sono tre tipologie di gruppi che operano per espropriare le case dei cristiani: il primo è riconducibile a una mafia locale che opera e colpisce per conto dello Stato, attraverso circoli immobiliari e registrazione di documenti falsificati; il secondo è costituito da milizie religiose, in maggioranza sciite; il terzo è composto da singoli individui che operano con la finalità di un arricchimento personale e indebito.
Fra quanti cercano di contrastare questo fenomeno vi è proprio il parlamentare cristiano Yonadam Kanna: “Mi sono rivolto alla Corte suprema - spiega ad AsiaNews - per fermare questa tendenza. Vi sono regole, ma non sono sufficientemente chiare e spesso restano disattese. Ho lanciato anche un appello al premier Haider al-Abadi e alla magistratura”. “Il fenomeno è iniziato con l’invasione dell’Iraq, nel 2003 - prosegue il parlamentare cristiano - e ha riguardato migliaia di case e beni espropriati. Per quanto concerne case e attività dei cristiani, sarebbero diverse centinaia. La mafia locale agisce falsificando i documenti e rilevando le strutture”. Per Yonadam Kanna è arrivato “il momento di intervenire” e ripristinare la piena “legalità”, oltre che la sicurezza. “A Baghdad si sono verificati incidenti e attentati di recente - conclude - in alcuni sobborghi periferici. Tuttavia, posso affermare che a livello generale la situazione nella capitale, sopratutto nella zona centrale, non è negativa”.