"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

4 aprile 2017

Le sigle politiche cristiane insistono: autonomia amministrativa per la Piana di Ninive

By Fides

L'autonomia amministrativa dellla Piana di Ninive continua a rappresentare l'obiettivo politico più concreto perseguito delle sigle e delle organizzazioni politiche e sociali animate da leader e militanti cristiani che lo scorso 6 marzo, a Kirkuk, hanno costituito un “Consiglio” unitario come strumento di rappresentanza condiviso. Lunedì 3 aprile, una delegazione dei gruppi aderenti al “Consiglio” ha visitato a Erbil il Parlamento della Regione autonoma del Kurdistan iracheno, incontrando anche il vice-presidente del Parlamento, Jaafar Emniki. Durante l'incontro, i rappresentanti delle sigle politiche cristiane hannno consegnato al rappresentante istituzinale del Parlamento regionale il memorandum con le richieste prioritarie da loro condivise, a partire dalla concessione di autonomia amministrativa all'area della Piana di Ninive, liberata dall'occupazione delle milizie jihadiste, e dove prima degli anni di occupazione da parte del sedicente Stato Islamico (Daesh) erano concentrati i principali insediamenti cristiani della regione. Emniki ha confermato che l'apertura verso le istanze autonomistiche espresse dalle comunità cristiane già fa parte del programma perseguito dalla Regione autonoma del Kurdistan iracheno, e tale atteggiamento verrà convenientemente declinato nelle procedure e nelle iniziative messe in atto dalle commissioni e dagli uffici parlamentari.
L'autonomia amministrativa dell'area di Ninive viene indicata dalle organizzazioni politiche cristiane della regione come uno strumento necessario per favorire la ricostruzione e il ripopolamento di città e villaggi che hanno sofferto l'occupazione jihadista a partire dalla primavera del 2014.