"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

15 giugno 2018

L'ambasciatore Berzinji all'agenzia Nova: «Papa Francesco verrà in Iraq per diffondere un messaggio di pace e solidarietà tra i fedeli delle varie religioni»


Il 22 maggio scorso l'ambasciatore iracheno Omer Ahmed Karim Berzinji è stato ricevuto in Vaticano per un colloquio con il cardinale Segretario di Stato Parolin. Scopo principale dell'incontro è stata l'organizzazione della Visita Apostolica di Papa Francesco in Iraq. A tal proposito il cardinale Parolin, come riporta l'agenzia internazionale Nova, riterrebbe possibile il viaggio in quanto ormai la sconfitta del sedicente Stato Islamico sembra definitiva. Se confermato, si tratterebbe della prima visita di un Pontefice in terra irachena. (Card. G.B. Re. Giovanni Paolo II nella terra di Abramo - Un viaggio mancato - Osservatore Romano) Il cardinale Parolin stesso si recherà in Iraq per preparare la visita, ribadire il sostegno della Santa Sede all’Iraq e rafforzare le relazioni bilaterali ma solo dopo la formazione del nuovo governo, che dovrebbe nascere dopo le prossime elezioni che si terranno il 30 settembre. Nel lungo articolo dell'agenzia Nova si riporta anche la soddisfazione espressa dall'ambasciatore Berzinji per l'elevazione a cardinale del patriarca di Babilonia dei Caldei, Louis Raphael I Sako, annunciata dal Pontefice il 20 maggio per il concistoro del 29 giugno prossimo. Secondo Berzinji, la nomina di Sako a cardinale «è motivo di orgoglio per l’Iraq - e giunge in momento storicamente giusto, come dimostrazione di sostegno al paese dopo la sua vittoriosa battaglia contro i terroristi dello Stato islamico. Con Sako, l’Iraq avrà una voce in Vaticano e sui media internazionali». La scelta del Papa è ancor più importante poiché, sempre nelle parole del diplomatico, con la nomina del patriarca dei caldei «ha voluto preservare la diversità religiosa in Iraq e sostenere i cristiani nel paese affinché non emigrino, rafforzando le loro radici nazionali». Infine, secondo quanto riferito da Berzinji aall'agenzia Nova, «l’interesse del Papa per il dialogo tra le religioni va di pari passo con quello dell’Iraq». A tal riguardo, l’ambasciatore iracheno presso la Santa Sede sottolinea che «il dialogo è l’unica via per realizzare la pace». Per tale motivo, «l’ambasciata e il governo dell’Iraq condividono le decisioni del pontefice».