Santo Padre,
A nome mio e dei miei fratelli nuovi Cardinali, ringrazio Vostra Santità per la fiducia riposta in noi e per averci chiamati a servire con un amore più grande la Chiesa e tutti gli uomini. Questa nomina di Cardinali da Paesi diversi esprime la vitalità e l’apertura della Chiesa Cattolica e concretizza la sua cattolicità – universalità - al servizio di tutti gli uomini. Alcuni Musulmani venuti per farmi gli auguri, hanno espresso la loro ammirazione per l’apertura della Chiesa e per il Vostro stare sempre vicino alla gente nelle loro preoccupazioni, paure e speranze.
Per quanto mi riguarda ho colto anche la Vostra speciale attenzione per le Chiese Orientali, e per il piccolo gregge che costituiscono i cristiani in Medio Oriente in Pakistan e in altri Paesi che attraversano un periodo difficile a causa delle guerre e del settarismo e dove ci sono ancora martiri. Preghiamo e speriamo che il Vostro sforzo per promuovere la pace cambi i cuori degli uomini e delle donne per il meglio, e contribuisca ad assicurare un ambiente dignitoso ad ogni persona umana.
Questa nomina nel giorno di Pentecoste non è avvenuta a caso, essa ci chiede l'impegno dell'annuncio e dell’approfondimento della fede che risponda alle esigenze della fase attuale e futura, ci spinge ad un servizio sempre più attento verso il popolo di Dio a noi affidato e ci chiede di avere orizzonti sempre più vasti. La nomina cardinalizia non è un premio, oppure un onore personale, come si pensa talvolta, ma è l'invio alla missione con l'abito rosso che vuol dire dare la vita fino alla fine, fino all’effusione del sangue, portando l’“Evangelii Gaudium” la gioia del vangelo a tutti.
La Vostra chiamata paterna per noi è un incoraggiamento nelle nostre sofferenze e ci dona la speranza che la tempesta attuale passerà e sarà possibile vivere insieme armoniosamente. Credo fermamente nella fecondità dell'amore spinto fino alla fine. Questo sangue dei martiri non è per niente, Santità, Vi assicuriamo il nostro sostegno e la nostra collaborazione ancora più intensa per promuovere la cultura del dialogo, del rispetto e della pace dappertutto e in particolare dove c’è più bisogno come nell'Iraq (Terra di Abramo) nella Siria, nella Palestina e nel Medio Oriente e in tutto il mondo. Siamo consapevoli dei rischi e delle sfide che dobbiamo affrontare, ma la nostra fede nel Signore ci dona il coraggio di continuare a sperare per un futuro migliore per tutti. Noi oggi, alla Vostra presenza vogliamo rinnovare la nostra fedeltà, l'amore alla Chiesa e alla nostra gente con la promessa che faremo il nostro meglio per essere testimoni gioiosi della nostra fede, del nostro amore, della gratuità, del perdono, e della costruzione della pace nel mondo d’oggi, che vive nell’ indifferenza, nel consumismo e nei conflitti di potere e di interessi. Grazie, Beatissimo Padre.