By AgenSIR
“Papa Francesco ci tiene molto. L’iniziativa parte da lui. Ha cercato di coinvolgere tutti i capi delle Chiese cristiane e di coinvolgerli in un’opera comune a favore della pace, sottolineando il contributo che le Chiese cristiane a livello ecumenico possono portare alla soluzione dei tanti problemi del Medio Oriente, soprattutto nei conflitti e nella ricerca della pace”.
Così il segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin, ha presentato al Sir la Giornata di riflessione e preghiera sulla situazione drammatica del Medio Oriente che si terrà il 7 luglio a Bari, finestra sull’Oriente, città che custodisce le reliquie di san Nicola. La Giornata, che vedrà la presenza dei capi delle Chiese cristiane della regione mediorientale, vuole lanciare innanzitutto – ha sottolineato Parolin – “un messaggio di vicinanza e di incoraggiamento. I cristiani del Medio Oriente molto spesso hanno bisogno di sentire davvero vicini i loro fratelli e le loro sorelle del mondo intero. A volte, non si possono dare soluzioni immediate, però è importante che sappiano che la loro situazione sta a cuore alle Chiese. Poi certamente, sottolineeranno il contributo che le comunità cristiane possono portare alla soluzione dei problemi in rispetto dei diritti di ogni persona e di ogni gruppo”.
“Papa Francesco ci tiene molto. L’iniziativa parte da lui. Ha cercato di coinvolgere tutti i capi delle Chiese cristiane e di coinvolgerli in un’opera comune a favore della pace, sottolineando il contributo che le Chiese cristiane a livello ecumenico possono portare alla soluzione dei tanti problemi del Medio Oriente, soprattutto nei conflitti e nella ricerca della pace”.
Così il segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin, ha presentato al Sir la Giornata di riflessione e preghiera sulla situazione drammatica del Medio Oriente che si terrà il 7 luglio a Bari, finestra sull’Oriente, città che custodisce le reliquie di san Nicola. La Giornata, che vedrà la presenza dei capi delle Chiese cristiane della regione mediorientale, vuole lanciare innanzitutto – ha sottolineato Parolin – “un messaggio di vicinanza e di incoraggiamento. I cristiani del Medio Oriente molto spesso hanno bisogno di sentire davvero vicini i loro fratelli e le loro sorelle del mondo intero. A volte, non si possono dare soluzioni immediate, però è importante che sappiano che la loro situazione sta a cuore alle Chiese. Poi certamente, sottolineeranno il contributo che le comunità cristiane possono portare alla soluzione dei problemi in rispetto dei diritti di ogni persona e di ogni gruppo”.