By Fides
Le elezioni per il parlamento della Regione autonoma del Kurdistan iracheno sono in programma per il prossimo 30 settembre, ma fin d'ora il Patriarca caldeo Louis Raphael Sako si rivolge a tutta la “componente cristiana” di quella Regione autonoma, invitandola a serrare le file in vista di quell'appuntamento elettorale, trovando il modo di concentrare i propri consensi su un'unica lista di candidati.
In un appello ai cristiani del Kurdistan iracheno, diffuso nei giorni scorsi dal Patriarcato e pervenuto all'Agenzia Fides, il Primate della Chiesa caldea fa riferimento all'esperienza - a suo giudizio non rassicurante – delle recenti elezioni politiche nazionali dello scorso 12 maggio, dove la molteplicità delle liste che si contendevano l'appoggio e la rappresentanza della componente cristiana ha comportato una grande dispersione di voti, consentendo anche a gruppi organizzati, sciiti o curdi, di interferire nella competizione per assegnare i 5 seggi parlamentari riservati ai cristiani. Quella esperienza negativa – sottolinea il Patriarca caldeo, che il prossimo 28 giugno sarà creato Cardinale da Papa Francesco – dovrebbe spingere tutti i responsabili e i militanti di sigle politiche legate alle comunità cristiane a adottare “un approccio nuovo, diverso dal passato”, mettendo da parte litigiosità e ambizioni di affermazione personale. A tale riguardo, il Patriarca invita le diverse formazioni politiche e sociali legate alle diverse Chiese e comunità cristiane locali, a consultarsi per raccogliere i propri candidati in un'unica lista, e chiedere anche al governo della Regione autonoma del Kurdistan di emanare una legge che limiti a elettori di fede cristiana il voto per assegnare i seggi parlamentari riservati a cristiani.
Come riferito da Fides, alle elezioni politiche nazionali dello scorso 12 maggio, due dei 5 seggi riservati ai cristiani sono stati conquistati da candidati del movimento delle “Brigate Babilonia”, formazione considerata vicina a a gruppi sciiti filoiraniani. Ambienti vicini ad alcuni candidati cristiani, legati soprattutto al Movimento democratico assiro, penalizzato dai risultati elettorali, hanno contestato il responso delle elezioni, lasciando intendere che su alcuni candidati cristiani sarebbero stati dirottati anche voti di elettori sciiti, in modo da piazzare nei seggi riservati ai cristiani rappresentanti che di fatto saranno allineati alle formazioni politiche preponderanti.
Le elezioni per il parlamento della Regione autonoma del Kurdistan iracheno sono in programma per il prossimo 30 settembre, ma fin d'ora il Patriarca caldeo Louis Raphael Sako si rivolge a tutta la “componente cristiana” di quella Regione autonoma, invitandola a serrare le file in vista di quell'appuntamento elettorale, trovando il modo di concentrare i propri consensi su un'unica lista di candidati.
In un appello ai cristiani del Kurdistan iracheno, diffuso nei giorni scorsi dal Patriarcato e pervenuto all'Agenzia Fides, il Primate della Chiesa caldea fa riferimento all'esperienza - a suo giudizio non rassicurante – delle recenti elezioni politiche nazionali dello scorso 12 maggio, dove la molteplicità delle liste che si contendevano l'appoggio e la rappresentanza della componente cristiana ha comportato una grande dispersione di voti, consentendo anche a gruppi organizzati, sciiti o curdi, di interferire nella competizione per assegnare i 5 seggi parlamentari riservati ai cristiani. Quella esperienza negativa – sottolinea il Patriarca caldeo, che il prossimo 28 giugno sarà creato Cardinale da Papa Francesco – dovrebbe spingere tutti i responsabili e i militanti di sigle politiche legate alle comunità cristiane a adottare “un approccio nuovo, diverso dal passato”, mettendo da parte litigiosità e ambizioni di affermazione personale. A tale riguardo, il Patriarca invita le diverse formazioni politiche e sociali legate alle diverse Chiese e comunità cristiane locali, a consultarsi per raccogliere i propri candidati in un'unica lista, e chiedere anche al governo della Regione autonoma del Kurdistan di emanare una legge che limiti a elettori di fede cristiana il voto per assegnare i seggi parlamentari riservati a cristiani.
Come riferito da Fides, alle elezioni politiche nazionali dello scorso 12 maggio, due dei 5 seggi riservati ai cristiani sono stati conquistati da candidati del movimento delle “Brigate Babilonia”, formazione considerata vicina a a gruppi sciiti filoiraniani. Ambienti vicini ad alcuni candidati cristiani, legati soprattutto al Movimento democratico assiro, penalizzato dai risultati elettorali, hanno contestato il responso delle elezioni, lasciando intendere che su alcuni candidati cristiani sarebbero stati dirottati anche voti di elettori sciiti, in modo da piazzare nei seggi riservati ai cristiani rappresentanti che di fatto saranno allineati alle formazioni politiche preponderanti.