By Fides
Mentre si prepara a essere creato Cardinale da Papa Francesco, il Patriarca caldeo Luis Raphael Sako rende nota la lettera – firmata in data 26 aprile 2018 - con cui ha cercato di rilanciare tra i capi delle Chiese e delle comunità ecclesiali presenti in territorio iracheno, la proposta di creazione di un “Consiglio delle Chiese in Iraq”, come strumento per favorire una “azione cristiana comune” a sostegno di tutti i battezzati iracheni, nelle circostanze difficili attraversate da molti di loro. Nella lettera – rivolta ai capi delle Chiese presenti in Iraq e diffusa attraverso i canali ufficiali del Patriarcato caldeo – il Patriarca prende atto che la proposta di costituzione dell'organismo – fortemente auspicato dallo stesso Patriarcato caldeo – non ha raggiunto finora gli obiettivi desiderati, e propone di superare l'immobilismo passato iniziando a programmare un incontro generale per riconsiderare in maniera obiettiva il ruolo del Consiglio e condividere le proprie riflessioni riguardo al presente e al futuro della presenza dei cristiani nel Paese. Tra le considerazioni riportate nella sua lettera, il Patriarca caldeo ricorda che l'organismo non dovrà interferire nelle questioni interne a ciascuna Chiesa e comunità ecclesiale, né potrà impedire alle singole realtà ecclesiali di avere contatti diretti e autonomi con le diverse istituzioni statali e politiche. Inoltre, il Consiglio delle Chiese in Iraq potrà promuovere occasioni di comunione come le preghiere comuni per la pace e le iniziative messe in atto durante la settimana di preghiera per l'unità dei cristiani.
Come riferito dall'Agenzia Fides (vedi Fides 28/11/2016), il Patriarcato di Babilonia dei Caldei da più di un anno e mezzo sostiene l'opportunità di creare in Iraq di un “Consiglio delle Chiese” che riunisca tutte le Chiese e le comunità ecclesiali presenti sul territorio iracheno, e possa essere riconosciuto come organismo unitario in grado di interagire anche con il governo centrale e i poteri politici e amministrativi locali. Al Consiglio dovrebbero aderire tutte le Chiese cattoliche, ortodosse, orientali pre-calcedoniane e evangelico-protestanti. Il nuovo organismo, nelle intenzioni che muovono la proposta del Patriarcato caldeo, dovrebbe rappresentare uno strumento utilizzato dalle Chiese e dalle comunità cristiane soprattutto per affrontare insieme le conseguenze del conflitto con i jihadisti dell’autoproclamato Stato Islamico (Daesh) e i problemi connessi alle divisioni settarie che ancora mettono a rischio l’unità del Paese. La proposta di creazione di un Consiglio delle Chiese in Iraq ha riscosso interesse in altre compagini ecclesiali, ma finora non è stato avviato un vero e proprio processo di attuazione delle dichiarazioni d'intenti.
Mentre si prepara a essere creato Cardinale da Papa Francesco, il Patriarca caldeo Luis Raphael Sako rende nota la lettera – firmata in data 26 aprile 2018 - con cui ha cercato di rilanciare tra i capi delle Chiese e delle comunità ecclesiali presenti in territorio iracheno, la proposta di creazione di un “Consiglio delle Chiese in Iraq”, come strumento per favorire una “azione cristiana comune” a sostegno di tutti i battezzati iracheni, nelle circostanze difficili attraversate da molti di loro. Nella lettera – rivolta ai capi delle Chiese presenti in Iraq e diffusa attraverso i canali ufficiali del Patriarcato caldeo – il Patriarca prende atto che la proposta di costituzione dell'organismo – fortemente auspicato dallo stesso Patriarcato caldeo – non ha raggiunto finora gli obiettivi desiderati, e propone di superare l'immobilismo passato iniziando a programmare un incontro generale per riconsiderare in maniera obiettiva il ruolo del Consiglio e condividere le proprie riflessioni riguardo al presente e al futuro della presenza dei cristiani nel Paese. Tra le considerazioni riportate nella sua lettera, il Patriarca caldeo ricorda che l'organismo non dovrà interferire nelle questioni interne a ciascuna Chiesa e comunità ecclesiale, né potrà impedire alle singole realtà ecclesiali di avere contatti diretti e autonomi con le diverse istituzioni statali e politiche. Inoltre, il Consiglio delle Chiese in Iraq potrà promuovere occasioni di comunione come le preghiere comuni per la pace e le iniziative messe in atto durante la settimana di preghiera per l'unità dei cristiani.
Come riferito dall'Agenzia Fides (vedi Fides 28/11/2016), il Patriarcato di Babilonia dei Caldei da più di un anno e mezzo sostiene l'opportunità di creare in Iraq di un “Consiglio delle Chiese” che riunisca tutte le Chiese e le comunità ecclesiali presenti sul territorio iracheno, e possa essere riconosciuto come organismo unitario in grado di interagire anche con il governo centrale e i poteri politici e amministrativi locali. Al Consiglio dovrebbero aderire tutte le Chiese cattoliche, ortodosse, orientali pre-calcedoniane e evangelico-protestanti. Il nuovo organismo, nelle intenzioni che muovono la proposta del Patriarcato caldeo, dovrebbe rappresentare uno strumento utilizzato dalle Chiese e dalle comunità cristiane soprattutto per affrontare insieme le conseguenze del conflitto con i jihadisti dell’autoproclamato Stato Islamico (Daesh) e i problemi connessi alle divisioni settarie che ancora mettono a rischio l’unità del Paese. La proposta di creazione di un Consiglio delle Chiese in Iraq ha riscosso interesse in altre compagini ecclesiali, ma finora non è stato avviato un vero e proprio processo di attuazione delle dichiarazioni d'intenti.