By Asia News
L'elezione di papa Francesco "è un
evento molto importante per la Chiesa caldea, i cristiani del Medio
oriente e i Paesi che hanno vissuto la Primavera araba", perché la sua
testimonianza "saprà orientarci e guidarci fuori dall'inverno, verso una
vera Primavera".
È quanto afferma ad AsiaNews sua Beatitudine Mar Louis Raphael I Sako, patriarca della Chiesa caldea irakena, commentando l'ascesa al soglio petrino dell'argentino Jorge Bergoglio, ex arcivescovo di Buenos Aires. Le violenze e le difficoltà attraversate dalla nazione sud-americana nel recente passato, fra cui una sanguinaria dittatura militare, sono un bagaglio fondamentale per il nuovo pontefice: "E' un aspetto positivo - commenta il Patriarca - perché ha vissuto in prima persona questi eventi e saprà incoraggiare la gente a credere davvero in un cambiamento, a non lasciarsi vincere dalla disperazione e dallo scoramento".
È quanto afferma ad AsiaNews sua Beatitudine Mar Louis Raphael I Sako, patriarca della Chiesa caldea irakena, commentando l'ascesa al soglio petrino dell'argentino Jorge Bergoglio, ex arcivescovo di Buenos Aires. Le violenze e le difficoltà attraversate dalla nazione sud-americana nel recente passato, fra cui una sanguinaria dittatura militare, sono un bagaglio fondamentale per il nuovo pontefice: "E' un aspetto positivo - commenta il Patriarca - perché ha vissuto in prima persona questi eventi e saprà incoraggiare la gente a credere davvero in un cambiamento, a non lasciarsi vincere dalla disperazione e dallo scoramento".
La scelta del porporato argentino "è una sorpresa per tutti",
sottolinea Mar Louis Raphael I, "per il Paese di provenienza e per
l'età. Si vede che la scelta è frutto dello Spirito Santo, che ha lo ha
voluto a guida della Chiesa in questo periodo critico e difficile".
Siamo colpiti dalla sua semplicità, aggiunge, dalla sua bontà , dal modo
"diretto al cuore" nel parlare alle persone. "Non parla con la carta -
aggiunge - ma col cuore" e questo atteggiamento "ha segnato nel profondo
anche il nostro popolo".
Intronizzazione a Baghdad il 6 marzo scorso, dopo la nomina a
Patriarca avvenuta nel mini-conclave caldeo a Roma di fine gennaio, Sua
Beatitudine conferma la "partecipazione alla messa inaugurale del
pontificato, il prossimo 19 marzo festa di San Giuseppe". "Lo sentiamo
vicino - racconta - perché viene da una realtà, l'America Latina, che ha
molti problemi simili al nostro: povertà, crisi, sfruttamento da parte
di poteri forti. Papa Francesco ha una profonda esperienza del valore
della giustizia, della pace, della libertà e della dignità umana e per
questo sarà vicino al mondo arabo e ai cristiani di questi Paesi".
In tema di dialogo interreligioso, il Patriarca caldeo ricorda gli
incontri promossi dal nuovo pontefice durante gli anni alla guida
dell'arcidiocesi di Buenos Aires con musulmani ed ebrei: "è un uomo del
dialogo - conferma - e di incontro, che va oltre i dogmi e parla
attraverso la vicinanza e l'amicizia".
Infine la missione, un compito fondamentale per ogni cristiani e già
rilanciato dal papa gesuita. "Egli mostra bene l'universalità della
Chiesa cattolica che non è limitata a un Paese, a una lingua, a
un'etnia. È aperta e mostra la sua grandezza nel servire il Vangelo". A
nome dei cristiani irakeni, conclude il Patriarca Sako, gli assicuro "la
nostra vicinanza e la nostra fedeltà: è il nostro padre, il nostro
sommo pastore e quando parla tutte le Chiese del mondo, anche la più
piccola come la nostra in Iraq, si sente parte di questa universalità
che è fonte di fiducia e speranza"