By Fides
Ieri martedì 26 marzo i capi e i rappresentanti delle Chiese e delle comunità cristiane presenti in Iraq si sono riuniti presso la sede del Patriarcato caldeo a Baghdad per confrontarsi sulla condizione presente dei battezzati che vivono nella nazione mediorientale e per affrontare in maniera condivisa le emergenze e le difficoltà che affaticano la presenza dei cristiani in quel Paese nell'attuale momento storico. L'incontro, convocato dal Patriarca di Babilonia dei Caldei Louis Raphaël I Sako, ha visto la partecipazione di rappresentanti autorevoli delle Chiese greco-ortodossa, armena apostolica, assira d'Oriente, siro-ortodossa, copta ortodossa e siro-cattolica. Alla riunione era presente anche George Chamoun, presidente della comunità avventista in Iraq.
Ieri martedì 26 marzo i capi e i rappresentanti delle Chiese e delle comunità cristiane presenti in Iraq si sono riuniti presso la sede del Patriarcato caldeo a Baghdad per confrontarsi sulla condizione presente dei battezzati che vivono nella nazione mediorientale e per affrontare in maniera condivisa le emergenze e le difficoltà che affaticano la presenza dei cristiani in quel Paese nell'attuale momento storico. L'incontro, convocato dal Patriarca di Babilonia dei Caldei Louis Raphaël I Sako, ha visto la partecipazione di rappresentanti autorevoli delle Chiese greco-ortodossa, armena apostolica, assira d'Oriente, siro-ortodossa, copta ortodossa e siro-cattolica. Alla riunione era presente anche George Chamoun, presidente della comunità avventista in Iraq.
L'ecumenismo e il dialogo fraterno di comunione con tutti i cristiani rappresenta una priorità per l'attuale Patriarca caldeo.
“Adesso” aveva dichiarato S. B. Sako all'Agenzia Fides dopo la sua elezione “purtroppo si sente qualcuno che dice: sono più armeno che cristiano, più assiro che cristiano, più caldeo che cristiano. E persiste qua e là una mentalità tribale, per cui ogni villaggio punta a avere il 'suo' Vescovo o il 'suo' Patriarca. In questo modo si spegne il cristianesimo. Noi, come Vescovi, dobbiamo essere vigilanti contro queste forme malate di vivere la propria identità”.
“Adesso” aveva dichiarato S. B. Sako all'Agenzia Fides dopo la sua elezione “purtroppo si sente qualcuno che dice: sono più armeno che cristiano, più assiro che cristiano, più caldeo che cristiano. E persiste qua e là una mentalità tribale, per cui ogni villaggio punta a avere il 'suo' Vescovo o il 'suo' Patriarca. In questo modo si spegne il cristianesimo. Noi, come Vescovi, dobbiamo essere vigilanti contro queste forme malate di vivere la propria identità”.