"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

29 giugno 2009

Le suore domenicane rimangono in Iraq a dispetto della violenza crescente

Fonte: The Catholic Spirit

By Carmen Blanco - Catholic News Service

Tradotto ed adattato da Baghdadhope

Malgrado il crescente numero di iracheni cristiani che sfuggono dalla violenza e dalla persecuzione una suora domenicana irachena rimarrà nel suo paese.
"Mi sono impegnata a rimanere in Iraq per coloro che vi rimangono: i poveri, i più vulnerabili, le vedove ed i loro bambini" ha dichiarato Sorella Maria Hanna in un incontro nel corso di una conferenza dei vescovi cattolici americani a Washington lo scorso 22 giugno. Sorella Hanna, delle domenicane di Santa Caterina da Siena a Mosul ha visitato Washington a giugno per parlare del suo lavoro e per aggiornare le agenzie ed le organizzazioni cattoliche sulle attuali condizioni nel paese.
Il suo obiettivo è costruire scuole ed ospedali per chi è rimasto in Iraq e per dare speranza a tutti gli iracheni. "I nostri servizi non sono destinati ai soli cristiani" ha detto Sorella Hanna, "il nostro ospedale cura cristiani e musulmani e gli studenti delle nostre scuole sono per la maggior parte musulmani. "
Nel 1992 le suore aprirono l'ospedale ostetrico ginecologico Al-Hayat che offre un servzio di pronto soccorso 24 ore al giorno. La loro speranza è di aprire un ospedale specializzato in chirurgia ed uno generale nel nord dell'Iraq.
Per Sorella Hanna i messaggi di pace e solidarietà arrivano agli iracheni attraverso le scuole e gli ospedali che si prendono cura di pazienti di tutte le religioni e gruppi etnici attraverso la cura spirituale e fisica. "La riconciliazione è parte importante della cura" ha dichiarato. Le suore vorrebbero anche aprire una nuova chiesa che potrebbe accogliere dai 40 ai 45 mila fedeli della città di Karakosh e dintorni. L'intento è che essa serva ad altre fedi e gruppi minoritari. Le suore sperano di unire le proprie forze a quelle di altri ordini religiosi per informare sulla risoluzione del congflitto: "Vogliamo che gli iracheni vengano, si incontrino e si riconcilino" ha detto Sorella Hanna al Catholic News Service. I cristiani sono stati vittime di rapimenti ed attacchi violenti che sono aumentati dal momento dell'invasione americana dell'Iraq nel 2003. Da allora le suore hanno dovuto abbandonare due delle loro sedi. Una in particolare è stata bersaglio di diversi attacchi costringendo le suore a trasferirsi in luoghi più sicuri. "Siamo più preoccupate della missione che dei conventi" ha però dichiarato Sorella Hanna.
Quest'anno le suore domenicane hanno restaurato ed aperto una scuola secondaria privata per ragazze a Baghdad. La scuola, fondata negli anni 60, era stata confiscata dal governo negli anni 70 e restituita nel 2007: "Aprire quella scuola rappresenta una minaccia alla nostra sicurezza" ha detto Sorella Hanna riferendosi alle condizioni instabili e pericolosi dell'area in cui essa si trova, "ma è un segno di speranza per le donne e le famiglie vicine."
Sorella Hanna ha espresso preoccupazione per i bambini. Attualmente in Iraq ci sono solo due orfanotrofi per un crescente numero di orfani. Per i bambini che sanno fin troppo cosa voglia dire guerra e rivolta civile le suore sperano di aprire la prima scuola Montessori in Iraq. Sorella Amman, traduttrice di Sorella Hanna, ha dichiarato al CNS che il metodo Montessori interessa le suore perchè nutre la mente, il corpo e lo spirito dei bambini: "Abbiamo bisogno delle vostre preghiere" ha detto Sorella Hanna "e del vostro sostegno per la nostra missione."