Fonte: SIR
Lavorare per il Paese, per il bene comune, cercando di coinvolgere, per quanto possibile, tutti gli schieramenti politici. E’ quanto auspicano il vescovo caldeo di Beirut, mons. Michel Kassarji e quello latino, mons. Paul Dahdah, commentando al Sir il voto di ieri in Libano che ha visto la vittoria, (71 seggi su 128), dell’alleanza filo-occidentale “14 marzo” del leader sunnita Saad Hariri su quella filo-siriana, (57 seggi) guidata da Hezbollah che dunque resta all’opposizione. “Le elezioni pongono fine ad un periodo di tensione nel Paese. La cosa importante è che non si siano verificati gravi incidenti come avvenuto in passato – dice al SIR mons. Kassarji - ora è il momento di lavorare tutti insieme per il Libano, cristiani e musulmani, per farlo crescere e prosperare”. Per il vescovo caldeo “lo sbaglio più grande che si potrebbe fare ora è pensare che i problemi siano finiti.
“I cristiani, presenti nei due schieramenti, possono essere un ponte per unire tutte le componenti politiche e far si che si possa puntare senza esitazioni al bene comune. Chiunque vada al potere deve pensare all’intero Paese e non a una solo parte, governare per tutti. Il Libano è più importante di ogni fazione”.
Dello stesso parere anche il vescovo latino di Beirut, mons. Paul Dahdah che avverte: “speriamo che la maggioranza al potere terrà conto della coesistenza con l’altro schieramento, che non faccia da sola, il rischio, infatti, sarebbe quello, di un’altra grave crisi”. “Tutti gli schieramenti siano coinvolti per garantire al Libano un futuro senza condizionamenti esterni e divisioni interne – dichiara al SIR - la divisione dei cristiani ha nuociuto alla loro rappresentanza, uniti avrebbero avuto un altro peso. Ma adesso bisogna rimboccarsi le maniche”.