"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

19 giugno 2009

Cronache da Kirkuk. Mons. Louis Sako

Di Alessandro Ciquera

"Antica Babilonia: la missione militare di cui ha fatto parte per alcuni anni il contingente Italiano, prima di ritirarsi anche al seguito della tragedia di Nassirya. I nomi delle operazioni degli eserciti hanno spesso e curiosamente il nome di epoche storiche perse nei meandri della storia, come le vecchie foto ingiallite che ogni tanto saltano fuori riesumando i calzini perduti nei cassetti in legno di mogano, qualcosa di incredibilmente lontano, ma che posto come nastrino su di una divisa fornisce un senso di forza, di coraggio, come se i fantasmi dei popoli che abitarono questa terra non si stessero rigirando nella tomba a forza di vedere continuamente i loro figli morire per mano della violenza". Oggi ho pensato questo, incontrando Louis Sako, Arcivescovo della Chiesa Caldea a Kirkuk e rappresentante dei Cristiani in Iraq. Sono arrivato di buon mattino, accompagnato dal mio amico curdo Marwan, di fronte alla magnifica entrata della Basilica. La prima impressione che ho avuto è stata quella di avere di fronte un castello di sabbia, talmente era conservato ed integrato col resto del paesaggio quel luogo, che sembrava uscito da un film di Harrison Ford in Indiana Jones. Le guardie del corpo del Cardinale ci hanno fatto sedere senza troppi commenti in una baracca vicino al cancello, mentre una di loro dopo aver detto qualcosa in arabo e' andata a chiedere conferma della nostra presenza. Pochi minuti dopo, stavolta con un sorriso piu' ampio da parte dei soldati, siamo stati condotti in quella che è la sala di rappresentanza, una specie di stanza quadrata, molto ampia, piena di sedie intorno alle pareti, come un conclave nascosto. Sako e' arrivato circa cinque minuti dopo il nostro ingresso, giusto il tempo di ammirare documenti risalenti a migliaia di anni fa, in arabo e in siriano. La prima impressione che ho avuto è quella del classico brav'uomo, che in qualsiasi altra vita avrebbe potuto fare tranquillamente l'insegnante elementare o il diplomatico, ma che il destino ha condotto a diventare un uomo tra i piu' a rischio nel Nord Iraq. Dopo avermi fissato per un secondo si e' sciolto in un sorriso e mi ha abbracciato: "Buongiorno, ma sei cosi' giovane.." poi con aria sconsolata: "Ma perche' sei venuto qui..?", per un attimo mi e' venuto da ridere, poi la conversazione si e' spostata sulle poltroncine vicino, bevendo un fortissimo caffe' alla turca. Abbiamo conversato piacevolmente per circa un'ora, durante la quale mi ha spiegato come la tragedia umanitaria in Iraq si divida in tre passaggi: i bombardamenti, i rapimenti di bambini e maestri, gli omicidi politici e religiosi. Si ha un grosso senso di ansia, soprattutto per quanto riguarda il futuro, la sorte di coloro a cui si tiene: perche' quando colpiscono, colpiscono coloro che amiamo.
"...Quali sono le ragioni di tutto ciò? Poniamo alcuni esempi immediati: gli Americani nel 2003 occupando l'Iraq hanno commesso alcuni gravi errori, il piu' pesante sicuramente e' stato il dissolvere le Istituzioni, come l'esercito iracheno, la polizia, i vigili urbani. I confini non sono stati chiusi e durante la guerra sono entrate migliaia di persone, molti terroristi. I paesi confinanti non hanno avuto un'influenza positiva sul conflitto, vedi l'Iran. La linea islamica religiosa e le chiamate al regime teocratico hanno sortito il loro effetto, specialmente sulle altre minoranze, tra cui appunto i Cristiani. I messaggi lanciati da alcuni politici USA inneggianti alle Crociate di liberazione non hanno fatto altro che acuire la violenza contro tutti gli altri occidentali che si trovavano sul territorio, i quali spesso, sono stati identificati a loro volta come "invasori", per essere poi catturati e uccisi. Il ruolo dei media non ha favorito la coesistenza pacifica a causa di continue pressioni e minacce e si e' venuto a creare nella gente un senso di profonda frustrazione e ingiustizia, nel contempo chiunque potesse fornire assistenza, dal medico al giudice, e' stato sistematicamente eliminato, tant'è che molti si sono trovati a dover fuggire verso il Nord del paese da Baghdad. La salvezza da questa tragedia puo' venire solamente da una visione chiara e collettiva sulla gestione del Paese, nessuno da solo è in grado di governare, troppa corruzione, troppo scandali, troppo petrolio in mano alle persone sbagliate. Una leadership solidale e responsabile, che non crei scontenti nelle fasce più povere della popolazione..."
Ho salutato Louis Sako con la promessa di tornarlo a trovare, dopo una breve visita alla biblioteca e all'internet point, io e Marwan siamo usciti nuovamente sulla strada soleggiata e densa di polvere, il portone si e' richiuso alle nostre spalle, i soldati hanno ripreso a guardarsi intorno diffidenti, nulla sembrava essere cambiato. Era come uscire da un sogno, dove un anziano saggio spiegava ai giovani i segreti per diventare dei valorosi guerrieri, e difendersi dai Mali. In realta' non esiste nessuno anziano saggio e neanche un modo immediato per far cessare le sofferenze di questo popolo, qui non siamo nelle favole, anche se alla gente non e' stato ancora tolto il diritto di sognare. Hemingway una volta ha dichiarato : "Il mondo è un bel posto, e vale la pena lottare per esso..".
Condivido la seconda parte del pensiero, non sembra una favola, ma ha il profumo di liberta'.
Clicca su "leggi tutto" per l'intervista integrale di Alessandro Ciquera a Mons. Louis Sako
Parla Louis Sako: "Il futuro della Pace e dell'intero Iraq si gioca sulla visione chiara di una leadership collettiva"
Kirkuk, 19/06/2009
Il concetto fondamentale è: "O si esce tutti insieme o si precipita definitivamente, a pochi oramai interessa il futuro di questo Paese dimenticato".
L' Arcivescovo Caldeo di Kirkuk Louis Sako dichiara in quest' intervista la sua visione dei fatti dalla caduta di Saddam in poi: da uomo di Fede e da essere umano, che non desidera più vedere i figli di questa Nazione, curdi, arabi, assiri o turcomanni che siano, morire sotto i colpi della violenza.

Cos'è oggi l'Iraq?
"Una tragedia umana palpabile, reale, un luogo dove le anime sono divise dalla religione, dalla politica, dalle etnie e dal petrolio. Dove i cittadini sono stati sacrificati, sfruttati, in tre diverse guerre senza alcuna giustificazione. I moderni Cavalieri dell' Apocalisse: Bombardamento, Rapimento, Assassinio, Intimidazione. La situazione di primaria importanza è l'assenza di sicurezza e, soprattutto per i Cristiani e le altre minoranze l'incremento delle emigrazioni e delle fughe Si ha un grosso senso di ansia riguardo al futuro, specialmente dopo gli eventi di Mosul e Baghdad"
Quali sono le cause di questa degenerazione?
Le ragioni sono numerose e complesse, qui ne menzioneremo alcune.
Gli Americani occupando il Paese hanno commesso alcuni errori fondamentali: il più grave sicuramente è stato consentire la dissoluzione completa di ogni forma di Istituzione, dall'esercito, considerato troppo fedele al regime abbattuto, alla Polizia, ai Vigili urbani. Sono state aperte le frontiere, senza la benchè minima forma di controllo sulle persone che entravano, anche da Nazioni di dubbia natura laica e democratica, un esempio per tutti l'Iran. I nuovi Governanti in carica hanno strappato con la forza il consenso alle minoranze, anche tramite l'inganno e la minaccia, questo ha creato un enorme senso di frustrazione. La chiamata alla linea dura Islamica per una Teocrazia ha avuto un durissimo impatto sulla comunità Cristiana, alla quale vanno aggiunti i toni da Crociata assunti da determinati politici occidentali. In questo modo sono stati associati tutti i Cristiani residenti come collaboratori degli invasori, verso i quali sono stati compiuti veri e proprio massacri, più per odio insensato che per motivazioni politiche. I Cristiani sono stati accusati di tutto, dalla miscredenza al politeismo, senza nessuna forma di protezione da parte delle istituzioni, già nel caos per motivi loro, sopra citati. Poco tempo fa sono stati uccise circa 500 persone, inclusi tre preti e un vescovo, questo ha condotto il 50% dei credenti a fuggire da Baghdad verso il Kurdistan.
Quale può essere una delle conseguenze più gravi di tutto ciò?
Probabilmente lo smarrimento più completo di ogni regola di autocontrollo e legalità, le recenti elezioni provinciali hanno causato un crescente scontento tra la gente, molti gruppi sono stati emarginati, umiliati, senza rappresentanza e partecipazione, e tutto ciò è molto grave e pericoloso per la stabilità collettiva. I media sono stati più volte intimiditi ed è stata indebolita la cultura della coesistenza. Infine, ma non per ultimo, l'incremento della criminalità comune, che niente ha a che vedere con il terrorismo, ma che è sintomo di un progressivo deterioramento di questa civiltà.
Quali possono essere delle proposte per il Cambiamento vero?
La sopravvivenza della Chiesa Cristiana si basa sulla capacità di ciascuno di fare testimonianza di pace, bisogna difendere i bambini, che sono il nostro unico futuro, proteggerli e difenderli. Ci sono molti potenziali umani che rimangono inutilizzati a causa di una mancanza di visione a lungo raggio, di concetto di leadership collettiva, di unità nazionale. La partenza dei cristiani è un dato indubbiamente molto triste anche per i Musulmani, perchè in questi periodi difficili abbiamo bisogno gli uni degli altri, non ci possono essere spazi per parsonalismi vari, sono dannosi per tutti. Nella storia ci sono stati periodi in cui collaboravamo e ci proteggevamo a vicenda, è tempo di riprendere quegli insegnamenti, prima che sia troppo tardi.