Le parole di Benedetto XVI all’Angelus hanno avuto il merito di “riportare all’attenzione dell’opinione pubblica mondiale la situazione dell’Iraq” e di “rilanciare il dialogo tra cristiani e musulmani che nel Paese dura da 14 secoli”.
A dichiararlo al Sir è padre Philip Najim, procuratore della Chiesa caldea presso la Santa Sede. “Esse testimoniano la grande vicinanza del Papa all'Iraq e la sua attenzione al dialogo, alla convivenza e alla tolleranza. Benedetto XVI ha invocato il rispetto della persona umana, creatura di Dio, e la ricerca della pace attraverso l'amore e la carità. Ed il dialogo è strumento privilegiato per conseguire questo scopo. Nel suo saluto è stato deciso e preciso rivolgendosi alla ‘cara popolazione irachena’, senza distinzione di sorta. La sofferenza è di tutti, sunniti, sciiti, cristiani”.
Riferendo poi dell’incontro tra il Pontefice ed il patriarca caldeo, Emanuele III Delly, il Procuratore ha ricordato che “la popolazione continua a soffrire e si nota con un certa amarezza che nei giornali si parla sempre meno dell'Iraq. Gli attentati terroristici continui mietono vittime ogni giorno. La principale emergenza resta la sicurezza senza tacere delle difficoltà della popolazione nel reperire con regolarità il necessario come acqua, cibo, elettricità e servizi vari. Davanti a tutto questo è difficile parlare di rinascita irachena”.
A dichiararlo al Sir è padre Philip Najim, procuratore della Chiesa caldea presso la Santa Sede. “Esse testimoniano la grande vicinanza del Papa all'Iraq e la sua attenzione al dialogo, alla convivenza e alla tolleranza. Benedetto XVI ha invocato il rispetto della persona umana, creatura di Dio, e la ricerca della pace attraverso l'amore e la carità. Ed il dialogo è strumento privilegiato per conseguire questo scopo. Nel suo saluto è stato deciso e preciso rivolgendosi alla ‘cara popolazione irachena’, senza distinzione di sorta. La sofferenza è di tutti, sunniti, sciiti, cristiani”.
Riferendo poi dell’incontro tra il Pontefice ed il patriarca caldeo, Emanuele III Delly, il Procuratore ha ricordato che “la popolazione continua a soffrire e si nota con un certa amarezza che nei giornali si parla sempre meno dell'Iraq. Gli attentati terroristici continui mietono vittime ogni giorno. La principale emergenza resta la sicurezza senza tacere delle difficoltà della popolazione nel reperire con regolarità il necessario come acqua, cibo, elettricità e servizi vari. Davanti a tutto questo è difficile parlare di rinascita irachena”.
Fonte: SIR