C'è un ragazzo, a Baghdad, che deve la vita ad un miracolo, per essere precisi ad un miracolo che ha la forma di un bicchiere d'acqua. Oggi pomeriggio, nella parte nord della città, in una strada che passa davanti ad una chiesa, c'è stato un rapimento. O almeno così sembrava.
Alcuni uomini a bordo di una grossa auto giapponese, verso le quattro, hanno tagliato la strada ad un'altra auto fermandola, ed hanno rapito il suo guidatore.
La polizia irachena, subito avvertita, una volta arrivata ha provveduto, con l'aiuto degli abitanti della zona, e tra essi il ragazzo in questione, a spostare l'auto verso una strada laterale spingendola. Una volta sistemata l'auto i poliziotti hanno chiesto al ragazzo di portar loro un pò d'acqua e lui è entrato in chiesa per prenderla. Proprio mentre stava riempiendo una bottiglia però S. ha sentito l'esplosione scuotere l'edificio e frantumare i vetri: l'auto del rapito era esplosa, e quattro o cinque poliziotti, le testimonianze su questo non concordano, sono morti mentre brandelli dei loro corpi sono stati ritrovati nel cortile della chiesa.
Era un falso rapimento. Una trappola studiata per attirare ed uccidere quante più persone possibile. Un ennesimo episodio della follia che pervade Baghdad dove la crudeltà umana ha ormai superato ogni limite.
Una crudeltà che prevede che quando un corpo viene ritrovato per strada sia prudente, prima di muoverlo, sparargli per controllare che non sia stato imbottito di esplosivo.
Una crudeltà che costringe F. una studentessa universitaria cristiana a lasciare la sua città per trasferirsi nel nord del paese presso dei parenti per continuare a studiare, ma soprattutto per avere maggiori possibilità di sopravvivere, perchè è questo che fanno gli iracheni: sopravvivono, non vivono!
Buona fortuna F.!