"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

5 ottobre 2006

Musulmani e Cristiani in Iraq: convivenza possibile nel nome del Dio comune

Il Vescovo Caldeo di Kirkuk, Monsignor Luis Sako, in occasione della lettera pastorale a tre anni dalla sua nomina episcopale, scrive della possibile convivenza tra cristiani e musulmani.

Il nostro rapporto con i fratelli musulmani è basato sulla fede in Dio. Essi dichiarano di appartenere alla fede di Abramo ed adorano come noi cristiani l'unico Dio misericordioso che tutti giudicherà nel Giorno del Giudizio. E' anche basato sulla comune appartenenza alla famiglia umana, sulla coesistenza e sul comune destino. Dio ci ha creati diversi perché diventassimo fratelli, per amarci ed aiutarci a vicenda vivendo in gioia e felicità. Questo è il lievito della coesistenza. Speriamo in un Iraq sicuro e pacificato, dove ogni persona possa realizzarsi, ma dobbiamo fare attenzione a chi mette la religione al servizio della politica togliendo ad essa i suoi significati più alti.

Monsignor Luis Sako Vescovo Caldeo di Kirkuk

Tradotto ed adattato da Baghdadhope