"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

31 gennaio 2017

Slovacchia: Nitra, integrazione di 150 rifugiati cristiani iracheni. “Grati per l’accoglienza”

By Sir

È ormai passato più di un anno dall’arrivo a Nitra dei 150 rifugiati cristiani provenienti dall’Iraq. Dopo mesi di duro lavoro per quanto riguarda il processo di immigrazione, l’apprendimento della lingua e i tentativi di superare barriere culturali, si può dire che la loro integrazione nella società slovacca procede bene. Si sono sistemati a Nitra e nelle città e villaggi circostanti. Mons. Viliam Judak, vescovo di Nitra, sottolinea la necessità di promuovere buone relazioni tra i cristiani iracheni e gli abitanti locali, e questo si è concretizzato nell’apertura al pubblico alcuni mesi fa di un centro comunitario che offre diverse opportunità per migliorare l’integrazione dei rifugiati nel loro nuovo ambiente culturale. “Abbiamo avuto due gruppi che hanno deciso di tornare in Iraq: alcuni di loro perché non sono riusciti a superare lo shock culturale e la perdita affettiva, altri perché avevano sentito che la regione stava per essere liberata e volevano partecipare al processo. Sono rimasti fortemente delusi una volta tornati in Iraq, ma la rigida politica di asilo ha impedito loro di  tornare in Slovacchia, nonostante alcuni di loro lo volessero veramente”, ha spiegato padre Peter Brenkus dell’associazione civile “Pace e bene” di Nitra.
La maggior parte dei cristiani iracheni sono comunque rimasti in Slovacchia rendendosi conto che il fatto di essere riusciti a scappare dalle grandi persecuzioni in atto nel loro Paese natale è stato “una sorta di miracolo”. “La nostra fede è posta in Gesù Cristo, nella Chiesa e nella Bibbia, e siamo davvero grati per la calorosa accoglienza e ospitalità che ci hanno riservato qui a Nitra. La Slovacchia è stato il primo Paese in cui sono riuscito a venire e a mantenere la mia dignità, e in cui nessuno mi obbliga a fare cose che non voglio fare”, ha dichiarato Michael Edward, che in Iraq era insegnante di teologia.