"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

26 gennaio 2017

Iraq, la Chiesa di Francia e i cristiani d’Oriente


In seguito a una decisione ministeriale, gli studenti di lingua araba sono trasferiti alla facoltà di Kirkuk e nell’anno 2015/2016 sono ripartiti più di 400 giovani. Per monsignor Youssif Thomas Mirkis, arcivescovo caldeo di Kirkuk e Souleymanieh, «l’obiettivo che i giovani restino in Iraq a formarsi è la priorità e il futuro dell’Iraq». Per questo motivo la Chiesa di Francia ha deciso di sostenere gli studenti iracheni invitando le comunità cattoliche francesi a mobilitarsi nella preghiera e con una colletta di fondi. La scorsa settimana è stata organizzata una serata alla quale hanno partecipato monsignor Mirkis e il presidente dei vescovi francesi, monsignor Georges Pontier. 
Intanto in Iraq il «cambiamento» è visibile, come ricorda il patriarca caldeo Sako: «Soprattutto a Baghdad, dove a Natale sono tornati tantissimi alberi e il clima era meno cupo». La comunità cristiana spera in un 2017 davvero di svolta: non di pace totale ma certo di maggiore coesione, unità. Questa è la preghiera che coinvolge tutti i cristiani di quell’area martoriata e il sentimento comune della maggioranza dei cittadini. Bisognerà capire cosa accadrà anche perché la tragica situazione della Siria e di altre aree del Medio Oriente preoccupa molto le comunità cristiane locali.