By La Stampa - Vatican Insider
Luca Rolandi
Luca Rolandi
In seguito a una decisione ministeriale, gli studenti di lingua araba
sono trasferiti alla facoltà di Kirkuk e nell’anno 2015/2016 sono
ripartiti più di 400 giovani. Per monsignor Youssif Thomas Mirkis,
arcivescovo caldeo di Kirkuk e Souleymanieh, «l’obiettivo che i giovani
restino in Iraq a formarsi è la priorità e il futuro dell’Iraq». Per
questo motivo la Chiesa di Francia ha deciso di sostenere gli studenti
iracheni invitando le comunità cattoliche francesi a mobilitarsi nella
preghiera e con una colletta di fondi. La scorsa settimana è stata
organizzata una serata alla quale hanno partecipato monsignor Mirkis e
il presidente dei vescovi francesi, monsignor Georges Pontier.
Intanto in Iraq il «cambiamento» è visibile, come ricorda il
patriarca caldeo Sako: «Soprattutto a Baghdad, dove a Natale sono
tornati tantissimi alberi e il clima era meno cupo». La comunità
cristiana spera in un 2017 davvero di svolta: non di pace totale ma
certo di maggiore coesione, unità. Questa è la preghiera che coinvolge
tutti i cristiani di quell’area martoriata e il sentimento comune della
maggioranza dei cittadini. Bisognerà capire cosa accadrà anche perché
la tragica situazione della Siria e di altre aree del Medio Oriente
preoccupa molto le comunità cristiane locali.