"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

13 gennaio 2017

Baghdad, il patriarcato caldeo lancia il “Consiglio delle Chiese d’Iraq”


Il patriarcato caldeo, su iniziativa del primate mar Louis Raphael Sako, lancia una proposta formale a tutte le comunità cristiane del Paese, finalizzata alla nascita di un “Consiglio delle Chiese d’Iraq”. I dettagli dell’iniziativa sono illustrati oggi in un comunicato ufficiale, pubblicato sul sito del patriarcato e inviato per conoscenza ad AsiaNews. Nel testo si spiega che l’organismo, con sede a Baghdad, “è un ente religioso che include le famiglie delle Chiese cattolica, assira, ortodossa ed evangelica presenti in Iraq”.
Fra gli obiettivi del futuro Consiglio delle Chiese d’Iraq la “promozione dello spirito di unità” fra le diverse realtà cristiane presenti nel Paese. E ancora, il “coordinamento” delle attività educative e sociali. La nota del patriarcato prosegue illustrando gli altri compiti dell’organismo: organizzare incontri di preghiera; unificare le posizioni e i discorsi riguardanti temi ed eventi di carattere nazionale, con una particolare attenzione alla giustizia sociale, all’uguaglianza e ai diritti dei cristiani. Un altro settore da approfondire secondo una visione comune è il dialogo con i musulmani e le altre fedi religiose presenti nel Paese; l’obiettivo di questo lavoro è la “promozione di una cultura di pace e di coesistenza armoniosa”.
Secondo le intenzioni, il Consiglio dovrebbe essere formato da due organismi. Il primo, esecutivo, formato dal patriarca caldeo, dal patriarca della Chiesa assira dell’est, dal patriarca della Chiesa antica dell’est, dal vescovo a capo della comunità siro-ortodossa. E ancora, dovrebbero essere presenti il vescovo siro-cattolico, quello armeno-ortodosso, il vescovo armeno-cattolico, il vescovo dei Latini, un rappresentante delle Chiese evangeliche, un esponente della Chiesa copta, uno della Chiesa greco-ortodossa e un greco-cattolico.
Il secondo consiglio, generale, sarà invece composto da tutti i capi delle Chiese e da tutti i vescovi delle rispettive comunità cristiane delle varie denominazioni e confessioni.
Nella nota del patriarcato caldeo si spiega che il Consiglio esecutivo si dovrebbe riunire “ogni tre mesi” e il Consiglio generale prevede almeno un incontro annuale. Le decisioni verranno prese con il voto favorevole della metà più uno dei partecipanti.
Le lettere ufficiali pubblicate dal nascituro “Consiglio delle Chiese d’Iraq” porteranno la firma del presidente del comitato; in caso di assenza, saranno firmate e pubblicate dal suo vice in carica.
Al vertice del Consiglio vi sarà il patriarca della Chiesa caldea; il vice sarà il capo della Chiesa assira dell’est o il patriarca della Chiesa antica dell’est o, ancora, uno dei leader delle Chiese locali con il più alto numero di fedeli (un nodo, questo della vice-presidenza, che andrà sciolto in occasione dell’incontro del Consiglio generale).
Definito il Consiglio e delineata la struttura, ora i vertici del patriarcato caldeo attendono risposte dai capi delle altre denominazioni cristiane presenti nel Paese. Nel momento in cui giungerà il via libera da tutti i rappresentanti si procederà alla ratifica formale; il Consiglio e il suo statuto verranno poi presentati al governo irakeno, al governo regionale del Kurdistan, alle Chiese e ai forum internazionali per il riconoscimento definitivo.

Proposal for the formation of Iraq's Churches Council