"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

28 maggio 2015

Patriarca di Baghdad: caldei dell’Iran, “luce, sale e lievito” nella Chiesa di Persia

By Asia News
di Louis Raphael I Sako*


Dal 12 al 24 maggio scorso Mar Sako ha compiuto una visita pastorale a Teheran e Urmia, in Iran, incontrando personalità politiche e religiose, cristiane e musulmane. Sua Beatitudine sottolinea la presenza storica dei cristiani in Iran, una presenza che precede l’islam. Egli invita i fedeli a “stare vicini al vostro Paese” e “rafforzarvi per qualità e non per numero”.
"Voi siete iraniani e non i discendenti di una comunità straniera”; per questo “vi invitiamo a stare vicini al vostro Paese”, a quelle terre abitate dai cristiani “ancor prima dell’arrivo dell’islam”. È questo uno dei passaggi della lettera inviata da sua Beatitudine Mar Louis Raphael I Sako alle comunità caldee in Iran, a conclusione della recente viaggio pastorale. Nelle due settimane di visita il patriarca caldeo ha incontrato i fedeli delle diocesi di Teheran e Urmia, incontrando fedeli, sacerdoti e suore locali, i vescovi ma anche autorità politiche e personalità religiose musulmane. 
Nella lettera pastorale, inviata ad AsiaNews, egli parla di una visita fonte di “estrema soddisfazione”, perché “da questo viaggio abbiamo imparato moltissimo”. Il patriarca sottolinea la fede, la fermezza e la speranza delle comunità caldee in Iran, capaci anche di salvaguardare valori e tradizioni, fra cui la lingua stessa. Mar Sako non manca inoltre di notare “la pace e la stabilità” di cui i cristiani iraniani possono godere “nel vostro amato Paese” e il “dialogo positivo” con “il governo e le autorità religiose”.
Ecco, di seguito, la lettera indirizzata da Sua Beatitudine ai cristiani caldei in Iran dopo la visita pastorale dal 12 al 24 maggio 2015. 

Cari vescovi, sacerdoti, religiosi, suore e fratelli tutti,
(Grazia a voi e pace da Dio nostro Padre e dal Signore Gesù Cristo, Romani 1,7)
La nostra visita presso le vostre comunità, dal 12 al 24 maggio scorso, è stata per noi fonte di estrema soddisfazione. Da questo viaggio abbiamo imparato moltissimo. Voi siete sempre nelle nostre preghiere. E ringraziamo Iddio. Gli incontri a Teheran e Umria hanno colmato i nostri cuori di profonda gioia e gratitudine per la vostra fede, la vostra fermezza, la speranza, per l’amore e per aver saputo mantenere i vostri valori cristiani e le vostre tradizioni, fra cui anche la lingua caldea. Grazie. 
Ringraziamo Dio per la pace e la stabilità di cui voi state godendo nel vostro amato Paese, l’Iran, e ringraziamo anche il governo e le autorità religiose che abbiamo incontrato. Vogliamo ringraziarle in particolare per la loro calda accoglienza e il dialogo positivo che è stato instaurato.  Fratelli e sorelle carissimi, 
vi ricordo che voi siete i discendenti di martiri e santi. Nella cattedrale di Umria vi sono i resti di almeno 4mila martiri, massacrati nel 1918. Essi sono per voi fonte di forza e di benedizione. Quello che scrive san Paolo Apostolo nella sua lettera ai Romani, oggi io lo rivolgo a voi: “E se la primizia è santa, anche la messe è santa! E se la radice è santa, anche i rami sono santi”. Voi siate beati. 
Vi invitiamo anche a stare vicini al vostro Paese; voi siete iraniani e non i discendenti di una comunità straniera proveniente da un altro pianeta. Voi eravate in quelle terre ancor prima dell’arrivo dell’islam, i cristiani erano la maggioranza e la vostra Chiesa era chiamata la Chiesa di Persia. Oggi voi siete una minoranza, ma possiamo ben vedere come tutti vi rispettino. Sebbene voi siate una piccola comunità per numero, voi siete forti come forti erano i fedeli della Chiesa primordiale. Siamo fiduciosi del fatto che voi possiate crescere. Rafforzarvi prima di tutto per qualità e non per numero. Voi siete la luce, il sale e il lievito. Il vostro futuro è un atto di fede quotidiano. Come suole ripetere Gesù nel Vangelo, non abbiate paura!
Carissimi, lasciate che la grazia e la pace colmino i vostri cuori, unitamente alle benedizioni del Signore. 

* Patriarca di Babilonia dei Caldei e presidente della Conferenza episcopale irakena