Come vivono i cristiani a Baghdad, capitale di un Iraq sempre più destabilizzato? Come sono i rapporti con i musulmani, in una terra dove una convivenza plurisecolare rischia di saltare, anche per la minaccia sempre più incombente dell’avanzata dei miliziani dello Stato Islamico? Da Baghdad la testimonianza di monsignor Jean Benjamin Sleiman, dal 2001 arcivescovo latino di Baghdad, alla vigilia delle Vegile di preghiere che si svolgeranno in molte diocesi italiane il 23 maggio, su invito della Cei.
“Baghdad ha perduto la sua bellezza e non ne è rimasto che il nome.
Rispetto a ciò che essa era un tempo, prima che gli eventi la colpissero e gli occhi delle calamità si rivolgessero a lei, essa non è più che una traccia annullata, o una sembianza di emergente fantasma.”
Ibn Battuta
"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."
Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014
Baghdad, 19 luglio 2014
19 maggio 2015
Il vescovo Sleiman: le preghiere di tutti aiutano noi a Baghdad
Come vivono i cristiani a Baghdad, capitale di un Iraq sempre più destabilizzato? Come sono i rapporti con i musulmani, in una terra dove una convivenza plurisecolare rischia di saltare, anche per la minaccia sempre più incombente dell’avanzata dei miliziani dello Stato Islamico? Da Baghdad la testimonianza di monsignor Jean Benjamin Sleiman, dal 2001 arcivescovo latino di Baghdad, alla vigilia delle Vegile di preghiere che si svolgeranno in molte diocesi italiane il 23 maggio, su invito della Cei.