"Le cose vanno sempre peggio"
Con queste parole Mons. Shleimun Warduni, vicario patriarcale caldeo di Baghdad ha commentato in un'intervista a Baghdadhope l'attuale situazione irachena.
"C'è molta paura nel paese e nella capitale. Ramadi, la città presa dal Da'ash (Stato Islamico) è vicina a Baghdad più di quanto lo fosse Tikrit e la paura aumenta, complice le notizie a volte vere ed a volte false o esagerate che si diffondono tra la gente. Arriveranno? Non arriveranno? Nessuno lo sa ma certo la prospettiva terrorizza"
"C'è molta paura nel paese e nella capitale. Ramadi, la città presa dal Da'ash (Stato Islamico) è vicina a Baghdad più di quanto lo fosse Tikrit e la paura aumenta, complice le notizie a volte vere ed a volte false o esagerate che si diffondono tra la gente. Arriveranno? Non arriveranno? Nessuno lo sa ma certo la prospettiva terrorizza"
Almeno nella capitale i cittadini si sentono protetti dalle forze governative?
"Il governo fa quello che può ma certo le divisioni al suo interno non aiutano a fare sentire la popolazione protetta."
Qualcuno dice che con la fine dell'anno scolastico tra pochi giorni si assisterà ad un nuovo esodo dei cristiani dal paese. Avete sentore di tale possibilità?
"Ogni anno è così. Ancora non si sa nulla ma certo è già successo che la fine della scuola spinga molti a fuggire. Certo chi decide di farlo non ha vita facile. I visti per l'Occidente non vengono rilasciati e non resta che rifugiarsi nei paesi arabi limitrofi che però hanno molti problemi e non garantiscono nulla o quasi nulla ai profughi."
"Non ci sono dati precisi ma migliaia di cristiani hanno ormai lasciato Baghdad negli anni scorsi. Qui manca ancora l'erogazione continua dell'elettricità, il lavoro, la sicurezza; se ne parla poco ma ci sono ancora i kamikaze che si fanno esplodere uccidendo innocenti, i rapimenti, le bande. Se a tutto ciò si aggiunge la paura del Da'ash, di queste persone senza coscienza, senza religione e senza Dio, si capisce come sia difficile vivere in un tale contesto."
Monsignore, sabato 23 maggio è stata indetta dalla Conferenza Episcopale Italiana una veglia di preghiera per i cristiani perseguitati....
"Tutto ciò che si fa per favorire la pace è buono, specialmente la preghiera perchè solo Dio può aiutarci a questo punto. Solo chiedere a colui che ha detto "Chiedete e vi sarà dato", la grazia della pace e della sicurezza può darci una speranza. Noi ringraziamo il Santo Padre per le sue parole di affetto, vicinanza ed incoraggiamento, ringraziamo la Conferenza Episcopale Italiana e tutte le realtà che si uniranno alla preghiera per noi e per tutti i cristiani perseguitati nel mondo. Cercheremo di organizzare qualcosa anche qui in Iraq ma certo qui è tutto più complicato. Faremo però il possibile perchè la preghiera e la fede sono le nostre armi contro la violenza ed ad esse ci appelliamo."