By Fides
Corsi di inglese, informatica e educazione fisica per le ragazze e i ragazzi cristiani iracheni che con le loro famiglie hanno trovato rifugio in Giordania, dopo essere fuggiti da Mosul e dalla Piana di Ninive davanti all'avanzata dei jihadisti dello Stato Islamico (IS). E' l'iniziativa messa in campo presso il Centro Nostra Signora della Pace di Amman, in collaborazione con Caritas Jordan, per rimediare, almeno parzialmente, all'allontanamento forzato dalle normali attività scolastiche che segna la condizione dei giovani rifugiati iracheni e rischia di avere ricadute negative anche sul loro equilibrio psicologico.
Corsi di inglese, informatica e educazione fisica per le ragazze e i ragazzi cristiani iracheni che con le loro famiglie hanno trovato rifugio in Giordania, dopo essere fuggiti da Mosul e dalla Piana di Ninive davanti all'avanzata dei jihadisti dello Stato Islamico (IS). E' l'iniziativa messa in campo presso il Centro Nostra Signora della Pace di Amman, in collaborazione con Caritas Jordan, per rimediare, almeno parzialmente, all'allontanamento forzato dalle normali attività scolastiche che segna la condizione dei giovani rifugiati iracheni e rischia di avere ricadute negative anche sul loro equilibrio psicologico.
Il programma socio-educativo, sponsorizzato dalla Luogotenenza
portoghese dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro, rappresenta una
delle iniziative assistenziali sostenute dalla Chiesa locale a favore
dei rifugiati iracheni.
“I cristiani iracheni che hanno trovato rifugio in Giordania sono circa ottomila - riferisce all'Agenzia Fides l'Arcivescovo Maroun Lahham, Vicario patriarcale per la Giordania del Patriarcato latino di Gerusalemme - e molti sono giunti nel Regno Hascemita senza niente, spogliati di tutto. Queste famiglie cristiane devono affrontare ogni giorno bisogni essenziali: acqua, cibo, medicine, abbigliamento. Gran parte di loro pensavano di poter presto emigrare verso altri Paesi dell'Europa o dell'America, ma ciò non sarà possibile se non in tempi molto lunghi. Questa prospettiva, con l'andare del tempo, è destinata a mettere in difficoltà dal punto di vista finanziario Caritas Jordan. E comunque, alla lunga, lo stato di emergenza non può non pesare negativamente anche dal punto di vista morale e spirituale su tanti nostri fratelli che senza un lavoro rischiano di vivere anni di vuoto esistenziale”.
In questo scenario – assicurano le fonti ufficiali del Patriarcato latino - il progetto educativo iniziato per servire i giovani rifugiati iracheni in età scolare sta registrando risultati positivi anche dal punto di vista psicologico, aiutando molti ragazzi e ragazze a riconquistare fiducia nei confronti del futuro.
“I cristiani iracheni che hanno trovato rifugio in Giordania sono circa ottomila - riferisce all'Agenzia Fides l'Arcivescovo Maroun Lahham, Vicario patriarcale per la Giordania del Patriarcato latino di Gerusalemme - e molti sono giunti nel Regno Hascemita senza niente, spogliati di tutto. Queste famiglie cristiane devono affrontare ogni giorno bisogni essenziali: acqua, cibo, medicine, abbigliamento. Gran parte di loro pensavano di poter presto emigrare verso altri Paesi dell'Europa o dell'America, ma ciò non sarà possibile se non in tempi molto lunghi. Questa prospettiva, con l'andare del tempo, è destinata a mettere in difficoltà dal punto di vista finanziario Caritas Jordan. E comunque, alla lunga, lo stato di emergenza non può non pesare negativamente anche dal punto di vista morale e spirituale su tanti nostri fratelli che senza un lavoro rischiano di vivere anni di vuoto esistenziale”.
In questo scenario – assicurano le fonti ufficiali del Patriarcato latino - il progetto educativo iniziato per servire i giovani rifugiati iracheni in età scolare sta registrando risultati positivi anche dal punto di vista psicologico, aiutando molti ragazzi e ragazze a riconquistare fiducia nei confronti del futuro.