ByVatican Information Service
Città del Vaticano, 23 ottobre 2013 (VIS). 72 milioni di dollari stanziati dalle organizzazioni umanitarie cattoliche per la crisi in Siria e nelle regioni limitrofe; 55 enti realizzatori sul campo; 20 città siriane soccorse grazie agli aiuti inviati e 32 istituzioni cattoliche coinvolte finora; aiuti dispensati anche ai rifugiati presenti in Libano, Giordania, Turchia, Iraq, Cipro, Egitto. Sono questi i dati raccolti alla data del 9 ottobre grazie alla mappatura degli aiuti distribuiti in Siria, realizzata a seguito della riunione di coordinamento degli organismi caritativi cattolici presenti nel teatro siriano, indetta dal Pontificio Consiglio Cor Unum il 4-5 giugno 2013.
La Chiesa cattolica, e le Chiese locali presenti sul territorio, sono impegnate fin dall’inizio della crisi, nel 2011, in un’opera costante di fornitura degli aiuti umanitari alla popolazione colpita dal dramma della guerra interna alla Siria. Papa Francesco ha seguito con particolare vicinanza e attenzione l'evolversi della crisi e l'opera di assistenza realizzata dalle agenzie caritative, che sono state ricevute in udienza nel corso del meeting organizzato dal Pontificio Consiglio Cor Unum. "Aiutare la popolazione siriana, al di là delle appartenenze etniche e religiose - ha detto in quella occasione il Papa - è il modo più diretto per offrire un contributo alla pacificazione e alla edificazione di una società aperta a tutte le diverse componenti".Finora, la difficoltà nel reperimento delle informazioni relativamente alle esigenze della popolazione colpita e anche allo sviluppo della situazione politica e sociale, ha portato a una certa sporadicità degli aiuti inviati e alla molteplicità delle forme di sostegno alle istituzioni presenti sul campo. Per questo, l'incontro di giugno è stata l’occasione per riunire le agenzie attive nel contesto della crisi e per decidere la nascita di un ufficio di coordinamento delle informazioni sugli aiuti umanitari stanziati dalla Chiesa cattolica, con l’obiettivo di evitare la dispersione degli sforzi compiuti e la mancanza di un approccio omogeneo. L'attività gestionale è stata affidata alla Caritas Medio Oriente-Nord Africa, con sede a Beirut: essa avrà il compito di comprendere e monitorare l’entità degli aiuti raccolti, e di condividere le informazioni necessarie tra tutte le istituzioni coinvolte, comprese quelle non presenti alla riunione presso Cor Unum.
Tale strumento permetterà di fornire alla Chiesa un quadro completo di riferimento relativamente alla situazione dell'attività umanitaria svolta e un'analisi più puntuale dei bisogni sul campo; di trasferire a Caritas Siria le informazioni necessarie sulle opere caritatevoli in favore della popolazione siriana; di evidenziare la posizione di rilievo della Chiesa cattolica tra gli attori nel settore umanitario in Siria; di condividere le informazioni all’interno del network delle organizzazioni cattoliche coinvolte, dentro e fuori il territorio della Siria.
Città del Vaticano, 23 ottobre 2013 (VIS). 72 milioni di dollari stanziati dalle organizzazioni umanitarie cattoliche per la crisi in Siria e nelle regioni limitrofe; 55 enti realizzatori sul campo; 20 città siriane soccorse grazie agli aiuti inviati e 32 istituzioni cattoliche coinvolte finora; aiuti dispensati anche ai rifugiati presenti in Libano, Giordania, Turchia, Iraq, Cipro, Egitto. Sono questi i dati raccolti alla data del 9 ottobre grazie alla mappatura degli aiuti distribuiti in Siria, realizzata a seguito della riunione di coordinamento degli organismi caritativi cattolici presenti nel teatro siriano, indetta dal Pontificio Consiglio Cor Unum il 4-5 giugno 2013.
La Chiesa cattolica, e le Chiese locali presenti sul territorio, sono impegnate fin dall’inizio della crisi, nel 2011, in un’opera costante di fornitura degli aiuti umanitari alla popolazione colpita dal dramma della guerra interna alla Siria. Papa Francesco ha seguito con particolare vicinanza e attenzione l'evolversi della crisi e l'opera di assistenza realizzata dalle agenzie caritative, che sono state ricevute in udienza nel corso del meeting organizzato dal Pontificio Consiglio Cor Unum. "Aiutare la popolazione siriana, al di là delle appartenenze etniche e religiose - ha detto in quella occasione il Papa - è il modo più diretto per offrire un contributo alla pacificazione e alla edificazione di una società aperta a tutte le diverse componenti".Finora, la difficoltà nel reperimento delle informazioni relativamente alle esigenze della popolazione colpita e anche allo sviluppo della situazione politica e sociale, ha portato a una certa sporadicità degli aiuti inviati e alla molteplicità delle forme di sostegno alle istituzioni presenti sul campo. Per questo, l'incontro di giugno è stata l’occasione per riunire le agenzie attive nel contesto della crisi e per decidere la nascita di un ufficio di coordinamento delle informazioni sugli aiuti umanitari stanziati dalla Chiesa cattolica, con l’obiettivo di evitare la dispersione degli sforzi compiuti e la mancanza di un approccio omogeneo. L'attività gestionale è stata affidata alla Caritas Medio Oriente-Nord Africa, con sede a Beirut: essa avrà il compito di comprendere e monitorare l’entità degli aiuti raccolti, e di condividere le informazioni necessarie tra tutte le istituzioni coinvolte, comprese quelle non presenti alla riunione presso Cor Unum.
Tale strumento permetterà di fornire alla Chiesa un quadro completo di riferimento relativamente alla situazione dell'attività umanitaria svolta e un'analisi più puntuale dei bisogni sul campo; di trasferire a Caritas Siria le informazioni necessarie sulle opere caritatevoli in favore della popolazione siriana; di evidenziare la posizione di rilievo della Chiesa cattolica tra gli attori nel settore umanitario in Siria; di condividere le informazioni all’interno del network delle organizzazioni cattoliche coinvolte, dentro e fuori il territorio della Siria.