By Tempi
Leone Grotti
Molti cristiani hanno deciso di scappare dall’Iraq a causa
dell’aumento delle violenze nell’ultimo mese perfino nel nord del paese,
considerato il luogo più sicuro fino ad oggi. Particolarmente grave
l’attacco avvenuto lo scorso 22 settembre, quando un kamikaze si è fatto
esplodere contro la casa di un politico cristiano, ferendo 19 persone,
compresi tre figli del politico.
CRISTIANI SPARIRANNO NEL 2020. Secondo l’Ong Open
Doors, «se le cose continuano così, nel 2020 nell’intero Iraq non
rimarrà neanche un cristiano. Anche se molti hanno deciso di restare,
sono sempre più preoccupati dalla mancanza di sicurezza: i cristiani
sono una “razza” in via d’estinzione qui». I cristiani non sono l’unica
minoranza sotto attacco, la scorsa settimana sempre nel nord del paese
un kamikaze si è fatto esplodere in un villaggio abitato dalla comunità
Shabak, in prevalenza sciita, uccidendo 15 persone.
RECORD DI VIOLENZA. Le parole dell’Ong sono confermate da quanto dichiarato pochi giorni fa dal patriarca caldeo Louis Raphaël I Sako:
«La situazione in Iraq è peggiorata. Manca la sicurezza, la gente muore
nelle esplosioni, le case vengono distrutte – ha dichiarato – I
cristiani hanno paura e temono attacchi, molti hanno lasciato il paese e
chi resta aspetta di vedere quello che succederà». In Iraq ogni mese fa
registrare un record di violenza rispetto
al mese precedente e ci si avvicina pericolosamente alla media di mille
morti ogni 30 giorni del biennio di sangue 2006-2007.