By ADNkronos, 8 giugno 2011
Il primo ministro iracheno Nuri al-Maliki ha 'concesso' altri 100 al suo governo per implementare le riforme che, stando ai programmi originari, dovevano essere attuati nei 100 giorni scaduti ieri e stabiliti da Baghdad per placare le riforme che erano esplose nel Paese. E' quanto riferisce il giornale di proprieta' dello Stato al-Sabah, sul quale appaiono le parole di Maliki: ''vogliamo realizzare l'orizzonte di un secondo periodo di 100 giorni che sosterra' il primo di 100 giorni''.
Nella tarda serata di ieri la televisione ufficiale Iraqia aveva trasmesso in diretta la riunione di governo presieduta da Maliki per discutere dei successi ottenuti da alcuni ministri durante il primo periodo di 100 giorni, fissato dal premier a partire dal 27 febbraio. L'iniziativa era stata presentata come una possibilita' offerta al governo per mettere in campo le riforme promessa, pena il combiamento dei suoi uomini. Secondo gli analisti, in questo lasso di tempo non sono state attuate riforme in grado di soddisfare le richieste del popolo iracheno.
Il primo ministro iracheno Nuri al-Maliki ha 'concesso' altri 100 al suo governo per implementare le riforme che, stando ai programmi originari, dovevano essere attuati nei 100 giorni scaduti ieri e stabiliti da Baghdad per placare le riforme che erano esplose nel Paese. E' quanto riferisce il giornale di proprieta' dello Stato al-Sabah, sul quale appaiono le parole di Maliki: ''vogliamo realizzare l'orizzonte di un secondo periodo di 100 giorni che sosterra' il primo di 100 giorni''.
Nella tarda serata di ieri la televisione ufficiale Iraqia aveva trasmesso in diretta la riunione di governo presieduta da Maliki per discutere dei successi ottenuti da alcuni ministri durante il primo periodo di 100 giorni, fissato dal premier a partire dal 27 febbraio. L'iniziativa era stata presentata come una possibilita' offerta al governo per mettere in campo le riforme promessa, pena il combiamento dei suoi uomini. Secondo gli analisti, in questo lasso di tempo non sono state attuate riforme in grado di soddisfare le richieste del popolo iracheno.