Fonte: SIR
“Un attentato che riporta la paura nel cuore della comunità cristiana irachena e che suona come una minaccia affinché lascino il Paese”. Così mons. Philip Najim, procuratore caldeo presso la Santa Sede, commenta al SIR l’attentato dinamitardo che questa mattina ha distrutto la chiesa caldea di sant’Efrem a Mosul. “I cristiani non si sentono protetti né dalle autorità locali né da quelle centrali – afferma Najim – quindi, spinti da violenze come quella di oggi, scelgono di emigrare dall’Iraq. Siamo davanti ad una violenza cieca che colpisce tutta la popolazione, tutto l’Iraq, che ha lo scopo di creare caos e confusione”. Per il procuratore caldeo “colpire una chiesa ha un significato terribile, significa attaccare un luogo di culto dove si va a pregare il Dio unico e onnipotente di tutti. Significa colpire la fede, un bene prezioso della persona umana, la sua religione. Sono azioni contro Dio che alimentano la paura”. “Non so dire se questo attentato sia legato ad un crescente clima di tensioni in vista delle previste elezioni di gennaio penso, tuttavia, che tali azioni vanno a colpire anche le varie etnie e lo Stato stesso”.