Sabato 14 giugno si è chiuso ad Ankawa l’anno accademico del Babel College. Il secondo da quando, nel gennaio 2007, l’unica facoltà teologica cristiana in Iraq era stata costretta ad abbandonare la sua sede storica nel quartiere di Dora a Baghdad per trasferire le proprie attività nel nord a causa della situazione di insicurezza.
A conseguire la licenza sono stati, seguendo la tradizione ecumenica del Babel College, appartenenti non solo alla chiesa caldea che gestisce l’istituzione, ma anche ad altre chiese:
Naur Hanush e Raad Hanna della chiesa siro cattolica, il cui vescovo di Mosul, Monsignor George Qas Moussa ha assisitito alla cerimonia, Sana’ Aliahu della chiesa assira, Sevan Nazaret, della chiesa armena e Ayub Shawkat, monaco dell’ordine Antoniano di Sant Hormizd dei Caldei.
La cerimonia, importante per la solennità e la dimostrazione di continuità di una tradizione culturale che pur nelle difficoltà continua dal 1991, ha riunito dopo molto tempo la chiesa caldea irachena che nell’ultimo anno aveva fatto segnalare degli episodi di disaccordo al suo interno.
Disaccordi che erano divenuti pubblici nel giugno del 2007 in occasione del sinodo caldeo tenutosi ad Al Qosh. Un sinodo che aveva visto sospendere le sue decisioni a causa di una "fuga di notizie" e che si era distinto per l’assenza di ben cinque vescovi che ne avevano dichiarato il boicottaggio.
Sabato scorso, però, ad Ankawa ben tre di quei cinque vescovi erano presenti. Ad accompagnare il Patriarca della Chiesa Caldea, Cardinale Mar Emmanuel III Delly, il Rettore del Babel College, Monsignor Jacques Isaac, ed il vescovo ausiliare di Baghdad, Monsignor Shleimun Warduni, erano infatti Monsignor Louis Sako, vescovo di Kirkuk, Monsignor Mikha Paulus Maqdassi, vescovo di Al Qosh e Monsignor Rabban Al Qas, vescovo di Amadhiya ed ancora amministratore patriarcale di Erbil, visto che la nomina del vescovo della città nella persona del monaco caldeo Fadi Isho è stata sospesa in seguito al mancato rispetto del segreto sinodale dello scorso giugno.
Tre vescovi che in una lettera aperta pubblicata da Asia News lo scorso luglio avevano dichiarato di aver rifiutato di partecipare al sinodo perchè in disaccordo con la sua agenda, e che tra le priorità del lavoro ecclesiale da perseguire citavano proprio la situazione del Seminario Maggiore caldeo e del Babel College per i quali, riportiamo le parole esatte pubblicate da Asia News, bisognava: “trovare un posto appropriato ed una direzione che renda gli studenti capaci di rispondere alla loro vocazione e scegliere un direttore spirituale. Il gruppo responsabile del seminario deve essere un modello per i seminaristi nel loro cammino verso il sacerdozio. Per sviluppare e far progredire il Babel College (facoltà di teologia) grazie al quale gli studenti di tutte le Chiese ricevono la loro formazione teologica.”
Parole che a molti erano sembrate critiche della gestione delle due istituzioni.
Che la presenza dei tre alti prelati alla cerimonia di Ankawa segni dei nuovi sviluppi al’interno della chiesa caldea? Il tempo lo dirà. O magari lo farà un altro sinodo, quando, “sbloccata” la situazione di quello dello scorso anno, verrà convocato. Magari a Roma, “sotto gli auspici del Santo Padre” come avevano esplicitamente richiesto i vescovi che non avevano partecipato a quello di Al Qosh