"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

26 giugno 2008

Per gli iracheni cristiani il denaro ha comprato la sopravvivenza


Di Andrew E. Kramer

Tradotto ed adattato da Baghdadhope

Mosul- Iraq
Come i sacerdoti fanno ovunque, l'Arcivescovo Paulos Faraj Rahho, il leader dei caldei cattolici in questa antica città, raccoglieva le elemosine durante le messe domenicali. Per anni però il denaro, un mucchio spiegazzato di dinari iracheni multicolore, è finito in una busta e poi in mano ad un uomo che aveva minacciato di uccidere lui e tutta la sua congregazione.
"Che altro poteva fare?" chiede Ghazi Rahho, un cugino dell'arcivescovo.
"Ha cercato di proteggere il popolo cristiano".
I funzionari militari americani però ora dicono che dato la sicurezza è migliorata in Iraq a partire dallo scorso anno, l'Arcivescovo Rahho, 65 anno, aveva smesso di pagare la protezione, la punta della spaventosa ed enorme ombra di violenza e persecuzione che ha costretto centinaia di migliaia di cristiani a fuggire dall'Iraq. Tale decisione, dicono gli ufficiali, può essere il motivo per cui Monsignor Rahho è stato rapito nel mese di febbraio.
Due settimane più tardi il suo corpo fu ritrovato in una fossa fuori Mosul, la biblica città di Ninive.
L'Arcivescovo Rahho è stato tra i cristiani iracheni di più alto profilo a morire in guerra ed è stato compianto dal Presidente Bush e da Papa Benedetto XVI prima che il suo ruolo di tramite per il pagamento della protezione da parte dei cristiani caldei ai ribelli divenisse noto al di fuori dell'Iraq. Questi pagamenti, dicono gli ufficiali militari americani ed i cristiani iracheni, sono vertiginosamente aumentati tra il 2005 ed il 2007 e sono diventati una fonte di finanziamento per l'insurrezione. Una segreta, vergognosa e straordinaria complicazione nella vita di tutti i cristiani in Iraq e dei loro leaders - una complicazione di cui i cristiani solo ora, in un periodo di minore violenza rispetto ai primi anni della guerra, parlano più apertamente
"La gente lo nega, dice che è una faccenda troppo complessa, e che nessuno nella comunità internazionale fa nulla", ha detto il Reverendo Andrew White, il vicario anglicano di Baghdad.

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A complicare ulteriormente la questione, ha aggiunto, parte del denaro necessario a pagare la protezione proveniva da fondi donati dai cristiani all'estero per aiutare i loro fratelli cristiani in Iraq. Yonadam Kanna, legislatore cristiano nel parlamento iracheno, ha dichiarato, "Tutti gli iracheni cristiani hanno pagato".

Per più di 1000 anni l'Iraq settentrionale è stato abitato da persone che per la maggior parte hanno un credo ed un culto diverso: turcomanni, curdi, yazidi, sunniti e sciiti arabi, cristiani assiri di cui il caldei rappresentano la denominazione più numerosa. (La Chiesa caldea, una chiesa di rito orientale, fa parte della Chiesa cattolica romana, ma mantiene la propria tradizione la propria liturgia.) Dal tempo del Profeta Maometto, fondatore dell'Islam, i musulmani nel Medio Oriente consentirono quella diversità in parte attraverso una speciale imposta sugli ebrei e sui cristiani. L'imposta era chiamata jizya - e questo è il nome con cui gli insorti hanno scelto di mascherare le estorsioni di stampo mafioso ai cristiani. Secondo alcuni funzionari le richieste potrebbero essere di centinaia di dollari al mese per ogni membro maschile di una famiglia. In molti casi le famiglie cristiane hanno prosciugato i risparmi di una vita e si sono coperte di debiti per pagare. Gli insorti hanno anche raccolto denaro dal rapimento di alcuni sacerdoti. Il riscatto, spesso pagato dalla congregazione, di solito arriva a 150000 dollari, hanno riferito diversi sacerdoti e laici cristiani. Paradossalmente questa città, a lungo la sede della cristianità irachena, è diventata famosa anche come l'ultima roccaforte urbana dei ribelli sunniti. Un altro, più doloroso, paradosso è che molti dei restanti 7000000 iracheni cristiani hanno pagato per salvarsi la vita ben sapendo che il denaro sarebbe stato utilizzato per l'acquisto di bombe e altre armi.

L'Arcivescovo Rahho è stato un uomo di Dio che ha predicato la pace. Come sia stato coinvolto nel ruolo di pagatore ai ribelli è una questione complessa. Parte della risposta sta nel deterioramento della politica locale nel nord dell'Iraq sotto l'occupazione americana. Il nord, con tutte le sue diversità etniche e religiose, all'inizio era tranquillo. Nel 2004 un attacco dei marines a Falluja, a ovest di Baghdad, costrinse i capi dei ribelli sunniti del gruppo di Al-Qaeda in Mesopotamia a spostarsi nel nord, una regione crollato in un caos terrificante. I cristiani, visti come alleati degli invasori americani invasori, divennero bersaglio di attacchi punitivi. "Partire o morire" c'era scritto sui fogli attaccati alle loro porte.

"Ogni volta che i paesi occidentali vanno in guerra in Medio Oriente, diventa una guerra di religione", ha detto Rosie Malek-Yonan, autrice di "The Crimson camp", un romanzo storico sul massacro degli assiri del 1914-18 durante la prima guerra mondiale avvenuto in circostanze analoghe. La signora Yonan Malek, che ha testimoniato in merito alla questione della sicurezza dei cristiani in Iraq in una udienza del Congresso nel 2006, ha accusato l'esercito degli Stati Uniti di non riuscire a proteggere i cristiani preoccupati per il fatto che una particolare attenzione a questa minoranza farebbe il gioco dei propagandisti dell'insorgenza.

Il compito di proteggere i quartieri cristiani a Mosul e nei villaggi circostanti alla Piana di Ninive è quindi passato alle milizie peshmerga curde ed in seguito alle unità curde dell'esercito iracheno. I curdi, tuttavia, hanno il loro ordine del giorno: ampliare i confini della loro regione. Essi reclamano cinque distretti della Provincia di Ninive, di cui due storicamente cristiani. La signora Malek-Yonan ed altri cristiani assiri ed esperti accusano i comandanti curdi di privare i cristiani della sicurezza nello sforzo di modificare la demografia dei luoghi a loro favore. Il risultato atteso, ha dicharato Rosie Malek-Yonana, è stato l'esodo di centinaia di migliaia di cristiani dall' Iraq e l'uccisione di centinaia di altri. Un sacerdote è stato decapitato e squartato. I funzionari curdi negano di non aver saputo proteggere i cristiani. "Le forze curde irachene a Mosul fanno il loro lavoro senza ditinguere tra sette, religioni o nazionalità", ha detto Mohammad Ihsan, ministro per gli affar extra-regionali nel Governo Regionale del Kurdistan. Eppure la popolazione cristiana in Iraq è scesa a circa 700000 persone da una stima di 1,3 milioni nel periodo pre-bellico.

Coloro che sono rimasti si trovano di fronte ad un'angosciante scelta morale. Ciò che è stato chiamato jizya è stato raccolto e versato da ebrei e cristiani per i leader ribelli che operano sulla riva occidentale del fiume Tigri. L'arcivescovo Rahho, secondo il Sig. Kanna, il legislatore cristiano, pagava per conto dei cristiani che vivono nei quartieri orientali di Mosul. Egli aveva rappresentato una sceltat logica: aveva trascorso quasi tutta la sua vita a Mosul ed era ben conosciuto. "Era il legame", ha detto Kanna.

Il cugino dell'arcivescovo, Mr Rahho, ha dipinto il ruolo del prelato come meno centrale ed ha sottolineato come la scelta di pagare fosse una questione di vita o di morte per i parrocchiani. L'arcivescovo, poi, non è stato certamente l'unica persona a pagare. "Tutti lo abbiamo fatto", ha detto un sacerdote assiro che ha parlato a condizione dell' anonimato per paura della punizione da ribelli. "Avevamo paura". Da più racconti datti dai cristiani che hanno pagato il denaro cambiava di mano tranquillamente, in base ad un semplice meccanismo. Un uomo presentatosi come Abu Huraitha, che a volte diceva di rappresentare Al-Qaeda in Mesopotamia, faceva le telefonate minacciose, ha rivelato il sacerdote assiro. "Diceva: 'Ho bisogno di soldi, ho bisogno di soldi. Se non mi date i soldi, vi ucciderò". Colui che di fatto raccoglieva il denaro era tuttavia un cristiano, un anziano dagli occhi blu che faceva il giro delle chiese per conto degli insorti, ha detto il sacerdote. "Se non gli dai i soldi ti uccidono"

Il sacerdote ha detto di aver pagato 10 milioni di dinari iracheni, circa 8000 dollari, nell'arco di tre anni, fino allo scorso inverno, quando l'esercito degli Stati Uniti ha rafforzato la sua guarnigione a Mosul con il Terzo Reggimento di Cavalleria Corazzata. Le operazioni militari sono aumentate in città. Le unità americane hanno costruito fortini di quartiere e punti di controllo del traffico che hanno distubato i movimenti degli insorti. Il racket ha cominciato a diminuire. Durante i combattimenti dello scorso inverno, ha detto il sacerdote assiro, è girata la voce che gli americani avessero ucciso Abu Huraitha e molti capi della chiesa hanno sfruttato la morte di quel contatto per smettere di pagare. Tra questi, forse il più importante, è stato l'Arcivescovo Rahho che in gennaio denunciò in televisione i pagamenti dicendo che essi non avrebbero dovuto più essere fatti. Un mese dopo, il 29 febbraio, egli fu rapito da uomini armati dopo aver pregato nella Cattedrale del Santo Spirito. Uomini che spararono ed uccisero il suo autista e due guardie del corpo rinchiudendo il prelato nel bagagliaio di un auto. Al buio Monsignor Rahho è riuscito ad usare il cellulare per chiamare la sua chiesa implorando di non pagare un riscatto che avrebbe finanziato la violenza, hanno dichiarato alcuni funzionari della chiesa stessa.

Il Tenente Colonnello Eric R. Prezzo, consulente per l'esercito iracheno a Mosul est, ha detto che l'Arcivescovo Rahho, un diabetico, probabilmente è morto per mancanza di farmaci prima che la sua liberazione potesse essere negoziata. Un uomo arabo, Ahmed Ali Ahmed, che le autorità irachene hanno identificato come un membro di Al Qaeda in Mesopotamia, il gruppo che l'intelligence americana afferma essere guidato da stranieri, è stato catturato, processato e condannato a morte per il rapimento, anche se Mr. Kanna ha dichiarato che che Mr. Ahmed è stato solo l'uomo che ha effettuato il sequestro di persona e che gli organizzatori sono rimasti impuniti. In effetti, la chiesa era stata contattata in merito al pagamento del riscatto ed il prezzo richiesto, ma mai pagato, è stato prima di 1 milione e poi di 2 milioni di dollari.