"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

3 giugno 2008

Iraq: Un anno fa l'assassinio di Padre Ganni. Il ricordo di Mons. Warduni

Fonte: SIR

“Lo hanno atteso fuori della chiesa. Lo hanno costretto a scendere dalla macchina e faccia al muro e lo hanno crivellato di colpi a sangue freddo”.
Ad un anno esatto dalla sua uccisione, così mons. Shlemon Warduni, vescovo ausiliare di Baghdad, ricorda al Sir la morte, avvenuta a Mosul, di padre Ragheed Ghanni, e di tre suoi suddiaconi. “Abbiamo sperato che potessero essere le ultime vittime dell’odio ma non è stato così. Ce ne sono state altre come quella di mons. Paulos F. Rahho, vescovo di Mosul e quindi dello stesso padre Ganni. Fu proprio mons. Rahho a celebrarne le esequie. A meno di un anno la stessa sorte è toccata a lui. E ricordiamo anche tutti gli altri sacerdoti e fedeli che hanno perso la loro vita e subito violenze”. “La Chiesa cattolica irachena sta diventando una chiesa di martiri – aggiunge mons. Warduni – ma non dobbiamo perdere la speranza. Il loro sangue possa portare frutti di pace e di sicurezza per tutto l’Iraq. L’esempio di questi martiri deve rafforzare la nostra fede. Per l’Iraq, ma anche per tutti gli altri Paesi della regione, l’esodo dei cristiani rappresenterebbe una sciagura”. Tuttavia, conclude, “in questi giorni la situazione è leggermente migliorata. Nel quartiere di Dora qualche famiglia cristiana è tornata. La strada della sicurezza è ancora lunga, il seminario e la vicina chiesa di san Giacomo sono state saccheggiate, ma la speranza ci sostiene”.