By Baghdadhope
Secondo il Ministero della Salute iracheno il consumo di droga in Iraq sta vertiginosamente crescendo. Malgrado la difficoltà nello stilare statistiche precise i casi sono passati da 3000 nel 2004 a 7000 nel 2008.
Secondo i dati forniti dalle strutture sanitarie 3 giovani sui dieci tra i 18 ed i 30 anni sono tossicodipendenti. L’ospedale Ibn Rashid di Baghdad, ad esempio, ha rivelato che il consumo di droga è ormai triplicato ed è praticato anche da ragazzi di soli 14 anni. Ad aver registrato il più alto numero di decessi legato al consumo di stupefacenti sono le province centro meridionali di Maydan, Karbala, Babel, Wasit, e la zona della capitale dove sono ormai molte le testimonianze di spaccio e consumo alla luce del sole, un fenomeno da tutti riconosciuto come inesistente ai tempi del passato regime ma che ebbe un forte sviluppo nei mesi successivi alla sua caduta. Nel 2003 la polizia irachena scoprì un tentativo di importare due tonnellate di hashish ed eroina nelle province meridionali di Najaf, Karbala, Hilla e Bassora, e nel 2004 335 Kg. di droga furono sequestrati ad Amarah, la capitale del governatorato di Maysan. Il fenomeno del commercio di stupefacenti si considera legato a quello delle frontiere irachene lasciate incustodite ed al massiccio afflusso di di pellegrini provenienti dall’Iran che in questi anni hanno visitato i luoghi santi della tradizione sciita: Najaf, Karbala e Kufa. Tutte città che si trovano nei governatorati più colpiti.
Ma la droga in Iraq non circola solo perchè importata dall’estero. Il sito Al Jeraan.net infatti fa riferimento ad un articolo di The Indipendent che, citando fonti locali, riporta come, malgrado qualche difficoltà legata al clima, alcuni contadini delle province meridionali, allettati da un possibile maggior guadagno, stiano sostituendo le coltivazioni di riso con quelle di papavero da oppio.
L’Iraq, sempre secondo l’Indipendent, era già da tempo un paese in cui, con la complicità dei servizi di sicurezza del regime di Saddam Hussein, la droga prodotta in Afghanistan arrivava attraverso l’Iran per raggiungere gli altri mercati.
La differenza sta nel fatto che questo passaggio è ora controllato dalle milizie che si contendono il potere nel sud sciita, e che lo stesso Iraq sta diventando un paese consumatore.
Secondo i dati forniti dalle strutture sanitarie 3 giovani sui dieci tra i 18 ed i 30 anni sono tossicodipendenti. L’ospedale Ibn Rashid di Baghdad, ad esempio, ha rivelato che il consumo di droga è ormai triplicato ed è praticato anche da ragazzi di soli 14 anni. Ad aver registrato il più alto numero di decessi legato al consumo di stupefacenti sono le province centro meridionali di Maydan, Karbala, Babel, Wasit, e la zona della capitale dove sono ormai molte le testimonianze di spaccio e consumo alla luce del sole, un fenomeno da tutti riconosciuto come inesistente ai tempi del passato regime ma che ebbe un forte sviluppo nei mesi successivi alla sua caduta. Nel 2003 la polizia irachena scoprì un tentativo di importare due tonnellate di hashish ed eroina nelle province meridionali di Najaf, Karbala, Hilla e Bassora, e nel 2004 335 Kg. di droga furono sequestrati ad Amarah, la capitale del governatorato di Maysan. Il fenomeno del commercio di stupefacenti si considera legato a quello delle frontiere irachene lasciate incustodite ed al massiccio afflusso di di pellegrini provenienti dall’Iran che in questi anni hanno visitato i luoghi santi della tradizione sciita: Najaf, Karbala e Kufa. Tutte città che si trovano nei governatorati più colpiti.
Ma la droga in Iraq non circola solo perchè importata dall’estero. Il sito Al Jeraan.net infatti fa riferimento ad un articolo di The Indipendent che, citando fonti locali, riporta come, malgrado qualche difficoltà legata al clima, alcuni contadini delle province meridionali, allettati da un possibile maggior guadagno, stiano sostituendo le coltivazioni di riso con quelle di papavero da oppio.
L’Iraq, sempre secondo l’Indipendent, era già da tempo un paese in cui, con la complicità dei servizi di sicurezza del regime di Saddam Hussein, la droga prodotta in Afghanistan arrivava attraverso l’Iran per raggiungere gli altri mercati.
La differenza sta nel fatto che questo passaggio è ora controllato dalle milizie che si contendono il potere nel sud sciita, e che lo stesso Iraq sta diventando un paese consumatore.