"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

18 maggio 2007

Un “principe” islamico riscuote le tasse nel quartiere dei cristiani a Baghdad

Fonte: Asia News

Lo “Stato islamico in Iraq” nomina l'imam Hatym Al Rizeq a capo del quartiere di Dora. Dalla locale moschea l’uomo inizia a pretendere dai cristiani 250mila dinari per la loro protezione. Bruciata ieri sera la chiesa assira di San Giorgio. Il governo, impotente, continua a tacere.

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Lo “Stato islamico in Iraq” ha nominato il suo “principe” nel quartiere storico dei cristiani a Baghdad, Al Dora. Nella zona ormai svuotata dalla presenza cristiana, l’uomo preposto a spadroneggiare è l'imam Hatym Al Rizeq. Lo riporta il sito in arabo Ankawa, secondo il quale il nuovo capo ha già iniziato a reclamare la famigerata tassa di protezione (jizya) durante i suoi infuocati interventi nella locale moschea "Al Nour" ( “luce”).
Organizzazione fondata all’inizio del 2006 che raggruppa al-Qaeda e 6 altre piccole formazioni ad essa affiliate, lo “Stato islamico dell’Iraq” sta conducendo una campagna di vera e propria persecuzione contro i cristiani di Dora. Qui sono rimaste solo poche famiglie, costrette a scegliere tra: convertirsi all’islam, pagare la tassa di protezione, fuggire o morire. Solo la settimana scorsa sono state 14 le famiglie che hanno lasciato il quartiere. Intanto ieri sera è stata data alle fiamme la chiesa assira di San Giorgio, già chiusa per i danni subiti in un precedente attentato e dalla cui cupola gruppi islamici avevano già tolto la croce due mesi fa.
La somma che l’imam Hatym Al Rizeq impone ai cristiani per poter rimanere nelle proprie case è di 250mila dinari iracheni al mese, pari a circa 153 euro. La cifra è pari al fabbisogno economico di un mese per una famiglia di 6 persone nella capitale.
Tra le testimonianze di chi ogni giorno fugge da Baghdad verso il nord, le più recenti riguardano un allargamento del campo di azione dei gruppi armati che stanno ripulendo la città dalla presenza dei cristiani, zona per zona. Dopo Dora, teatro delle maggiori violenze, ora tocca a due quartieri situati ad ovest: Al-Baya’a e al-Thurat.
Abitanti locali denunciano l’“indifferenza e il pesante silenzio” del governo, che ormai in quartieri come Dora, e in molte altre zone del Paese, risulta assente e impotente