Fonte: Adnkronos
Evento promosso dal ministero degli Esteri e dalla CVAS
Iraq, la voce degli artisti
Una mostra di arte contemporanea irachena apre i battenti domani a Roma, a Castel Sant'Angelo, con le opere di 12 artisti i cui lavori costituiscono un tributo alle vittime di Saddam e delle violenze di questi giorni.
Alcune immagini delle opere dal sito di Adnkronos
Roma, 24 mag. - (Aki) - La mostra d'arte contemporanea irachena e di fotografia 'Mondo da Ritrovare', che si svolgerà a Castel Sant'Angelo dal 25 maggio al 10 giugno, è "un'occasione per prendere contatto con gli artisti italiani". Lo hanno dichiarato all'AKI-ADNKRONOS INTERNATIONAL il pittore Zamel Nasser Inad e il fotografo Ziyad Turki, due dei 12 artisti che presenteranno i loro lavori all'evento promosso dal ministero degli Affari Esteri Direzione Generale per i Paesi del Mediterraneo e del Medio Oriente - Task Force Iraq in collaborazione con la Contemporary Visual Arts Society (CVAS), la prima organizzazione culturale costituita in Iraq dopo l'aprile del 2003, e organizzato da Adnkronos Comunicazione.Il merito al contributo artistico in favore di Baghdad e della sua gente, Inad ha spiegato che i suoi lavori sono un tributo a "tutte le vittime innocenti in Iraq, quelle dell'ex regime di Saddam e quelle di oggi. La vittima se ne va in un attimo, ma dopo i suoi cari patiscono enormi sofferenze". In questo senso le sue opere vogliono esprimere il "grido di aiuto delle famiglie di queste vittime, di cui anch'io faccio parte". Infatti, più di un anno fa il fratello di Inad è stato rapito e da allora non si è più saputo niente di lui. Da quell'episodio Inad e i suoi familiari sono stati costretti a lasciare l'Iraq e a rifugiarsi in Siria. A Baghdad, dove viveva, gli risultava impossibile "anche solo trovare il materiale basilare per dipingere", ha detto. L'esperienza artistica di Inad, diplomato in educazione fisica, nasce come esigenza di esprimere i propri sentimenti, soprattutto alla luce della situazione in cui è sprofondato il suo paese. Diverso il percorso di Ziyad Turki, che dopo il diploma in studi teatrali ha frequentato vari corsi serali di fotografia, specializzandosi in questo settore. I personaggi che appaiono nei suoi lavori "sono le vittime delle emigrazioni, le cui case sono state distrutte dai bombardamenti, dagli attentati e dalle operazioni militari". La sua arte prende in considerazione soprattutto "la distruzione, la rovina, la fuga delle famiglie, la privazione di un rifugio". Turki, che ha lavorato anche alla realizzazione di diversi documentari, è stato costretto a scappare in Siria dopo aver ricevuto una serie di minacce legate alle sue attività. "Lavorare a Baghdad al momento è impossibile, perché la fotografia mette in evidenza delle realtà nascoste che non giova a nessuno svelare", ha detto."I miei colleghi sono costretti a nascondere le loro macchine fotografiche nelle borse per rubare scatti che potrebbero rovinare loro la vita, se venissero scoperti", ha aggiunto. Turki è tuttavia convinto che "l'arte sia profondamente legata al nostro amore per la vita. Dare espressione a ciò che accade attorno a noi: questo è il nostro scopo", ha concluso l'artista.