Un primo passo per la ricostruzione della Piana di Ninive ed il
ritorno alla cristianità dei territori invasi nel 2014 dallo Stato
Islamico. Lunedì 8 maggio Aiuto alla Chiesa che Soffre inaugura i primi
tre cantieri nei villaggi di Bartella, Karamless e Qaraqosh, con una
cerimonia cui parteciperà una delegazione ACS – guidata dal segretario
generale Philipp Ozores – assieme a rappresentanti delle Chiese
siro-ortodossa, siro-cattolica e caldea. Durante la cerimonia verranno
consegnate alle prime famiglie cristiane che torneranno nei loro
villaggi delle piante di ulivo, un segno di pace e di speranza che
potranno piantare accanto alle loro case.
«Questo è un momento decisivo: se perdiamo ora l´opportunità di
riportare i cristiani nelle loro case nella Piana di Ninive, potrebbero
decidere di lasciare l´Iraq per sempre», dichiara padre Andrzej Halemba,
responsabile internazionale di Aiuto alla Chiesa che Soffre per il
Medio Oriente e presidente del Comitato Niniveh Reconstruction.
Tale comitato – istituito lo scorso 27 marzo dalle Chiese
siro-cattolica, siro-ortodossa e caldea con la collaborazione di ACS –
ha il compito di pianificare e guidare la ricostruzione di circa 13 mila
case cristiane, 669 delle quali completamente distrutte da ISIS. Il
costo complessivo dell´operazione è di oltre 250 milioni di dollari e
ACS ha già messo a disposizione un contributo iniziale di 450 mila euro
che permetterà di ricostruire le prime cento case. Tale contributo
rientra in un vero e proprio Marshall Plan per il ritorno della
cristianità nella Piana di Ninive, che comprende anche la fornitura di
acqua, elettricità e viveri.
«Oggi più che mai è essenziale aiutare le famiglie cristiane affinché
non abbandonino l’Iraq, cancellando secoli di presenza cristiana»,
afferma Alessandro Monteduro, direttore di ACS-Italia.
«Ogni giorno riceviamo famiglie che ci chiedono di poter tornare a
casa – racconta ad ACS padre Paulos Habib Yousef al-Mekko, parroco della
Chiesa di Sant’Adday a Karamless e dall’inizio della crisi responsabile
della comunità caldea della diocesi di Mosul – ma dobbiamo assicurare
loro un tetto, dell’acqua potabile e qualche ora di energia elettrica al
giorno. La distruzione operata dall’Isis è enorme e non possiamo
farcela da soli».
Al tempo stesso ACS continua a sostenere il programma di
distribuzione di aiuti alimentari alle 12 mila famiglie fuggite
rifugiate ad Erbil, Dohuk, Kirkuk, Zakho e Alqosh. Entro giugno 2017, la
Fondazione pontificia distribuirà oltre 2 milioni di euro di viveri
agli sfollati di ogni fede religiosa.
Dal marzo 2016, Aiuto alla Chiesa che soffre è ormai l´unica
organizzazione ad occuparsi regolarmente degli sfollati interni iracheni
e per far fronte alle loro necessità, dal 2014 ad oggi, ha donato oltre
30 milioni di euro.