Una speranza per i cristiani in Iraq, Paese martoriato dalla guerra, arriva da un progetto di Aiuto alla Chiesa che Soffre
(Acs) che ha pianificato la ricostruzione di migliaia di case distrutte
o occupate dai terroristi del sedicente Stato islamico nella Piana di
Ninive, consentendo così ai profughi di tornare nella loro terra. I
cantieri verranno inaugurati lunedì 8 maggio da una delegazione di Acs
assieme a rappresentanti delle Chiese siro-ortodossa, siro-cattolica e
caldea. Il servizio di Cecilia Seppia:
13 mila case in tre diversi cantieri per riportare i cristiani nella
Piana di Ninive, lì dove ormai si prega sotto le tende, perché le chiese
sono state distrutte, i crocefissi spezzati, e la gente sotto la
minaccia del sedicente Stato islamico è stata costretta a fuggire in
massa. Ma grazie ad un progetto di Aiuto alla Chiesa che soffre i villaggi iracheni di Bertella, Karamless e Qaraqosh ricominceranno a ripopolarsi. Il patriarca di Babilonia dei Caldei, Louis Raphaël I Sako:
“Un segno di speranza per tutta questa gente. Durante questa
inaugurazione ci sarà una preghiera, poi ad ogni famiglia che vorrà
tornare doneranno un albero di ulivo da piantare nel loro giardino. Oggi
co sono ancora 80 mila persone che vogliono tornare nelle loro case.
Vivono nelle città del Kurdistan e la Chiesa ha dato loro case e cibo.
abbiamo cominciato il restauro delle abitazioni con quel poco che
abbiamo solo per incoraggiare questa gente a tornare nelle loro case per
non permettere ad altre persone di occuparle. Sono andato due volte
insieme ai musulmani a dare il mio aiuto; sono andato vicino a Mosul in
un campo di 39 mila profughi. Poi sono andato in un altro campo per
portare cibo e per parlare con loro, per dare un segno di solidarietà,
di vicinanza. Loro apprezzano questo”.
Un vero e proprio "Piano Marshall" per il ritorno della cristianità
in questo luogo, che comprende anche la fornitura di acqua, elettricità e
viveri è di oltre 250 milioni di dollari e Acs ha già messo a
disposizione un contributo iniziale di 450 mila euro che permetterà di
ricostruire le prime cento case di cui 20 a Karamless. Ogni giorno dice
il Patriarca Sako decine di famiglie, anche musulmane, vengono a bussare
alle nostre porte, la distruzione provocata dal cosiddetto Stato
islamico è enorme e anche se si comincia ad intravedere la fiammella
della fede, la guerra non è finita.