Si svolgerà sabato pomeriggio nella chiesa dei Tellesqof dedicata a San Giorgio una grande messa di celebrazione per l'avvenuta liberazione del villaggio dalle forze del Da'esh. Alla messa seguirà una processione che condurrà i fedeli su una collina vicina al villaggio dove sarà illuminata una grande croce eretta per l'occasione, e dove i festeggiamenti saranno sottolineati dai fuochi d'artificio. La messa inizialmente prevista per il pomeriggio precedente è stata rimandata per attendere l'arrivo da Erbil del patriarca caldeo Mar Louis Raphael I Sako e la delegazione austriaca guidata da Mons. Manfred Scheuer, vescovo di Linz, che proprio venerdì consegnerà al Patriarca il premio intitolato al Cardinale Franz König e che il giorno dopo compirà un giro nei villaggi cristiani della Piana di Ninive liberati dal Da'esh.
Subito dopo la liberazione di quei villaggi il patriarca Sako, aveva disposto la formazione di due commissioni per la loro ricostruzione ed il loro ripopolamento. A presiedere quella per i villaggi afferenti alle cittadine di Telkeif ed Alqosh (compreso anche quindi Tellesqof) è stato chiamato Padre Salar Kajo che ha già iniziato a lavorare a proposito coordinando le opere di ristrutturazione e riordino delle case, a cominciare da quelle delle famiglie che hanno espresso il desiderio di tornare a vivere nel villaggio.
Baghdadhope ne ha parlato con Padre Kajo.
Lei è stato incaricato a presiedere la commissione per la ricostruzione dei villaggi che fanno capo alle cittadine di Telkeif ed Alqosh. Può dirci come stanno andando i lavori ed a che punto siete?
Sì, sono stato scelto per presiedere tale commissione che è composta da 14 giovani ragazzi provenienti dai centri liberati dalla presenza dell'Isis. Già quattro mesi fa abbiamo iniziato a raccogliere le informazioni sulle famiglie cristiane che vivevano in quei centri e sulla situazione abitativa delle singole case e degli edifici danneggiati.
Dopo un studio approfondito su come iniziare il processo di ricostruzione la settimana scorsa abbiamo iniziato i lavori nelle case meno danneggiate, ad esempio ripristinando l'erogazione della corrente elettrica, le porte, gli infissi e ridipingendo le pareti. I lavori coinvolgono gruppi di 50 case alla volta e l'obiettivo è il ripristino totale delle 1450 case di Tellesqof.
Quali erano le condizioni di questi villaggi, e di Tellesqof in particolare, al momento della loro liberazione? Che tipo di danni hanno sibito le abitazioni civili e le strutture religiose?
Le case sono state classificate in tre tipi secondo il grado dei danni subiti e senza tenere conto del fatto che tutte le case sono state saccheggiate: A casa totalmente distrutta
Le case sono state classificate in tre tipi secondo il grado dei danni subiti e senza tenere conto del fatto che tutte le case sono state saccheggiate: A casa totalmente distrutta
B casa bruciata
C casa parzialmente danneggiata
Tutte le chiese e i luoghi religiosi sono stati invece dissacrati e danneggiati.
Ricostruire in un paese come l'Iraq non è certo compito facile. Quali difficoltà state trovando?
Sono tante: trovare la forza lavoro ed il supporto finanziario ad esempio, ma anche le difficili condizioni di lavoro relative alla mancanza di acqua ed energia elettrica. Quella che non manca però è la voglia di superare tutti gli ostacoli e le difficoltà per ricominciare una vita normale.
Di che aiuti potete disporre?
Stiamo facendo di tutto per facilitare il ritorno delle famiglie lavorando in molti campi diversi e la Chiesa si sta impegnando molto in questo.
A pochi giorni dalla sua nomina Lei ha accolto a Tellesqof la prima famiglia che ha deciso di tornare a vivere nel villaggio, successivamente il sito del Patriarcato ha citato 12 famiglie che vi hanno fatto ritorno. Può dirci se questa tendenza al ritorno sta aumentando?
Più di 400 famiglie si sono registrate perchè le si possa aiutare a riparare le loro case per poi ritornare. 30 famiglie vivono già a Tellesqof e nei prossimi giorni è previsto il ritorno di altre famiglie.
Dalla sua esperienza quali sono le cose di cui le famiglie che sono ritornate e quelle che lo vorrebbero fare hanno bisogno adesso ed avranno bisogno in futuro?
Ricostruire in un paese come l'Iraq non è certo compito facile. Quali difficoltà state trovando?
Sono tante: trovare la forza lavoro ed il supporto finanziario ad esempio, ma anche le difficili condizioni di lavoro relative alla mancanza di acqua ed energia elettrica. Quella che non manca però è la voglia di superare tutti gli ostacoli e le difficoltà per ricominciare una vita normale.
Di che aiuti potete disporre?
Stiamo facendo di tutto per facilitare il ritorno delle famiglie lavorando in molti campi diversi e la Chiesa si sta impegnando molto in questo.
A pochi giorni dalla sua nomina Lei ha accolto a Tellesqof la prima famiglia che ha deciso di tornare a vivere nel villaggio, successivamente il sito del Patriarcato ha citato 12 famiglie che vi hanno fatto ritorno. Può dirci se questa tendenza al ritorno sta aumentando?
Più di 400 famiglie si sono registrate perchè le si possa aiutare a riparare le loro case per poi ritornare. 30 famiglie vivono già a Tellesqof e nei prossimi giorni è previsto il ritorno di altre famiglie.
Dalla sua esperienza quali sono le cose di cui le famiglie che sono ritornate e quelle che lo vorrebbero fare hanno bisogno adesso ed avranno bisogno in futuro?
Di molte cose. Ad esempio dobbiamo concentrarci nel campo dell'istruzione dei bambini e dei giovani per garantire loro una buona preparazione accademica. Dobbiamo ripristinare il sistema dell'assistenza sanitaria per curare le persone ed evitare l'eventuale diffondersi di malattie, e dobbiamo avere dei mezzi di trasporto che permettano agli studenti di raggiungere le università nelle grandi città per riprendere o continuare il loro corso di studi.