"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

2 febbraio 2017

Patriarca Sako: in Iraq la libertà arriverà

By Radiovaticana

In Iraq, prosegue l’offensiva dei governativi per liberare completamente la città di Mosul dalla presenza delle milizie del sedicente Stato islamico. Intanto, nella Piana di Ninive c’è stato il primo ritorno di una famiglia cristiana, nel villaggio di Telesku. Si tratta di una famiglia composta da padre, madre e tre figli, più il fratello del padre. Costretti ad abbandonare il villaggio due anni e mezzo fa, si erano trasferiti a Dohuk, ma ora sono potuti rientrare nella loro casa, fortunatamente non danneggiata. Ci sono tante famiglie che vogliono rientrare nella Piana di Ninive, dopo essere state costrette a fuggire, per l’occupazione dell’Is; quelle che sono rimaste in Iraq vivono attualmente a Dohuk e a Erbil. Il Patriarcato caldeo di Baghdad ha fatto un elenco delle cittadine della Piana di Ninive liberate dall’esercito irakeno e quelle liberate dai Peshmerga curdi.

Il servizio di Elvira Ragosta:

Dopo aver liberato i quartieri orientali di Mosul, proclamata dai jihadisti capitale irachena del cosiddetto Stato islamico, le forze governative sarebbero pronte a un’offensiva su Mosul Ovest. A riferirlo un quotidiano iracheno, che cita fonti delle forze impegnate sul terreno e secondo cui si attende solo l’ordine del premier Abadi. Intanto, si aggiornano i dati sulle vittime della guerra in Iraq: per la Missione di assistenza delle Nazioni Unite nel Paese nel solo mese di Gennaio 2017 sarebbero stati almeno 382 i morti e oltre 900 i feriti tra i civili a causa di attacchi terroristici, violenze e scontri armati. Un segno di speranza arriva dalla Piana di Ninive, dove nei giorni scorsi una famiglia cristiana è rientrata nella propria casa, abbandonata nel 2014 a causa dell’avanzata jihadista nella zona. Si tratta di una famiglia caldea del villaggio di Teleskuf, che per oltre due anni aveva trovato riparo a Dohuk. Un segno positivo per le altre famiglie cristiane che vogliono rientrare.

La testimonianza del patriarca caldeo di Baghdad Louis Sako:
Per noi il ritorno della vita in questo villaggio che contava 14mila persone è una nascita. Questo ed altri cinque villaggi sono totalmente caldei. Personalmente, la settimana scorsa sono andato lì per dare il mio sostegno nella ricostruzione delle case, insieme ad un comitato e ad un prete, ai membri della Lega caldea e alla gente dei villaggi vicini. Tutto questo per lavorare insieme e incoraggiare la gente a tornare.
Quanti sono i cristiani che sono fuggiti dalla Piana di Ninive?

Dunque, prima della fuga, tutti questi villaggi della Piana di Ninive contavano circa 120mila persone. Adesso penso siano circa 90mila perché tanti sono fuggiti; sono andati in Giordania, in Libano e in Turchia per chiedere asilo in Occidente.  

Sono tante le famiglie cristiane che vogliono rientrare nella Piana di Ninive, dopo essere state costrette a fuggire dall'Is. Quelle che sono rimaste in Iraq vivono attualmente a Dohuk e a Erbil. In alcuni dei villaggi abbandonati ci sono le condizioni di sicurezza per far rientrare i cristiani, in altri c'è ancora del lavoro da fare: liberare i terreni dalle mine lasciate dall'Is, ricostruire e riparare le case, riparare le infrastrutture...

Piano piano noi aiuteremo tutte queste famiglie che vogliono tornare. Faremo tutto. Abbiamo fatto un appello per chiedere aiuto ai cristiani iracheni, alle nostre Chiese e Diocesi in America, in Canada, in Australia, ma anche in Europa.

Di cosa c’è bisogna per ricreare la pace e la convivenza?

Bisogna cambiare la mentalità e la cultura, riconoscere gli altri, rispettarli e rispettare la loro religione, i loro diritti. Dunque, piano piano bisogna arrivare ad uno Stato secolare civile, non ad uno Stato “un po’ teocratico”. Adesso anche i politici iracheni parlano della separazione della religione dallo Stato, ma ci vuole un progetto per realizzare tutto questo. La libertà arriverà, io sono sicuro, così come la pace. La guerra non può durare in eterno; dobbiamo avere pazienza, cercare l’unità, incoraggiarci e aiutarci l’un l’altro. La vita è così … Il futuro si fa. Non esiste un futuro magico che scende dal cielo già pronto.
Piano piano … 
 

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