By Il Piccolo
Francesco Cardella
Francesco Cardella
L'Europa assiste, l'Onu latita,
l'America non interviene. Tra accuse ben definite e ipotesi di
complotto, la persecuzione dei cristiani in Iraq è condotta sotto il
segno del fanatismo, ma viene "agevolata" da un immobilismo
internazionale dettato dai forti interessi economici. A sostenerlo è
monsignor Shlemon Warduni, il vescovo ausiliare di Baghdad della Chiesa
cattolica caldea e presidente della Caritas irachena, un testimone
diretto del quadro di soprusi e violenza di stampo islamico nei
confronti dei cristiani in Medio Oriente.
Originario di Batnaya, un villaggio iracheno a nord di Mosul, 72 anni, Warduni evita le analisi troppo decisamente politiche ma chiede ascolto, giustizia e soprattutto umanità.
Lo chiede anche da Trieste, dove è arrivato per uno degli incontri della Cattedra di San Giusto organizzati dalla Diocesi. «Quanto sta avvenendo in Iraq rispecchia quasi un vero genocidio - sottolinea senza remore Warduni esprimendosi in buon italiano, retaggio degli studi compiuti a Roma nella strada verso il sacerdozio, negli anni Sessanta - stiamo parlando di una sciagura immane, sanguinosa, che trascende il pensiero cristiano e si lega fondamentalmente al quadro dei diritti umani».
Originario di Batnaya, un villaggio iracheno a nord di Mosul, 72 anni, Warduni evita le analisi troppo decisamente politiche ma chiede ascolto, giustizia e soprattutto umanità.
Lo chiede anche da Trieste, dove è arrivato per uno degli incontri della Cattedra di San Giusto organizzati dalla Diocesi. «Quanto sta avvenendo in Iraq rispecchia quasi un vero genocidio - sottolinea senza remore Warduni esprimendosi in buon italiano, retaggio degli studi compiuti a Roma nella strada verso il sacerdozio, negli anni Sessanta - stiamo parlando di una sciagura immane, sanguinosa, che trascende il pensiero cristiano e si lega fondamentalmente al quadro dei diritti umani».
Una sciagura epocale di cui si parla poco o male?
Anni
fa in Italia, ad esempio, l'opinione pubblica fu scossa dall’episodio
di un bambino caduto in un pozzo e poi morto nonostante i molti
tentativi di salvataggio. Se ne parlò molto, con clamore e insistenza.
Bene. Fu giusto farlo, ma credo che lo stesso clamore non sia riservato
oggi a quanto sta avvenendo in Medio Oriente nei confronti delle
sofferenze dei fedeli cristiani. Vogliono estirpare il Cristianesimo,
questo è chiaro, e per farlo stanno fruendo di un piano ben organizzato,
un vero complotto studiato nei minimi particolari, iniziato
gradualmente con una forma di tolleranza nei confronti dei cristiani e
poi sfociato via via in fatti disumani, violenze senza limiti nei
confronti dell'uomo e persino dei luoghi dell'arte. Sono dei diavoli,
anzi, nemmeno il diavolo arriverebbe a tanto.
Quali sono gli "spettatori" colpevoli?
Mi
chiedo dove sia l'Onu. E l'America: parla tanto di democrazia e poi
resta a guardare. E l'Europa? Dove sono i principi umani di cui tanto
parla?
E questo immobilismo come andrebbe spiegato?
Semplice,
con gli interessi economici che coinvolgono molte parti. Il commercio
d'armi è noto, tutto ruota attorno a questo punto.
Le soluzioni possibili? Spesso si invocano temi come preghiera e dialogo.
Credo
siano ancora fondamentali in questo conflitto. Soprattutto la
preghiera, se incanalata e trasmessa nel modo giusto, credo possa avere
il suo senso e motivazione. Credo ancora anche nel dialogo, ma andrebbe
indirizzato meglio. Esistono ad esempio molti islamici moderati che
ripudiano le violenze nei confronti dei cristiani. E a volte lo
esprimono apertamente.
Forse il dialogo ora è solo un corredo.
No,
ma andrebbe magari fatto, lo ripeto, soprattutto con coloro che
speculano nel commercio di armi. Tutto parte da questo. Qui non parliamo
solo di cristianesimo ma di diritti umani universali, comuni a molte
religioni. Il mondo deve intanto capire questo, dimostrare più
sensibilità e darci maggiore ascolto.