By Fides
Nell'Iraq insanguinato dai conflitti settari e in buona parte finito delle mani dei jihadisti, occorre varare una legge per perseguire penalmente i predicatori religiosi che istigano alla violenza e così mettono a rischio la pacifica convivenza tra i cittadini appartenenti a religioni e confessioni diverse. E' questa la richiesta rivolta al Parlamento iracheno dal Patriarca di Babilonia dei Caldei, Louis Raphael I Sako.
Nell'Iraq insanguinato dai conflitti settari e in buona parte finito delle mani dei jihadisti, occorre varare una legge per perseguire penalmente i predicatori religiosi che istigano alla violenza e così mettono a rischio la pacifica convivenza tra i cittadini appartenenti a religioni e confessioni diverse. E' questa la richiesta rivolta al Parlamento iracheno dal Patriarca di Babilonia dei Caldei, Louis Raphael I Sako.
Il Primate della Chiesa caldea ha inserito la sua petizione nel discorso
da lui tenuto domenica 15 marzo al Parlamento iracheno, nell'ambito di
una conferenza organizzata dal Comitato parlamentare per gli affari
religiosi, alla presenza del Presidente del Parlamento iracheno – il
sunnita Salim al- Jabouri – e di numerosi deputati. Nel suo intervento,
il cui testo è pervenuto all'Agenzia Fides, il Patriarca Louis Raphael
ha delineato la pacifica convivenza tra comunità religiose diverse come
un patrimonio condiviso della società irachena, che tutti - a partire
dai leader religiosi - devono impegnarsi a custodire e difendere,
favorendo anche con la predicazione e con il contributo dato ai
programmi educativi e scolastici la diffusione della cultura del
pluralismo e dei diritti di cittadinanza.
Il Capo della Chiesa caldea ha anche richiamato la potenziale utilità di avviare una riflessione su un disegno di stato civile che – valorizzando in maniera adeguata il contributo delle comunità e dei soggetti religiosi alla convivenza sociale – riconosca come vantaggioso per tutti il principio della distinzione tra religioni e istituzioni politiche.
Il Capo della Chiesa caldea ha anche richiamato la potenziale utilità di avviare una riflessione su un disegno di stato civile che – valorizzando in maniera adeguata il contributo delle comunità e dei soggetti religiosi alla convivenza sociale – riconosca come vantaggioso per tutti il principio della distinzione tra religioni e istituzioni politiche.