By Vatican Insider - La Stampa
Iacopo Scaramuzzi
Iacopo Scaramuzzi
Il primo ministro del governo regionale del Kurdistan iracheno, Nechirvan Barzani, ha chiesto alla Santa Sede di incoraggiare la comunità internazionale a sostenere la regione, nel corso di un’udienza che gli ha concesso stamane il Papa.
Il colloquio privato è durato un quarto d’ora. Il leader curdo, accompagnato da vicepremier, ministro per gli Affari religiosi, capo del dipartimento per gli Affari esteri e da una donna, l'alto rappresentante del governo regionale del Kurdistan in Italia, signora Rezan Kader, è stato poi ricevuto dal «ministro degli Esteri» della Santa Sede, mons. Paul Richard Gallagher, ed ha incontrato anche il vice-presidente della Pontificia commissione per l'America Latina, Guzman Carriquiry. Il Vaticano non ha diramato alcun comunicato, né Barzani è stato ricevuto dal cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, perché il leader curdo non è un capo di Stato.
L’agenzia stampa BasNews, testata curda con sede a Erbil, ha riferito che Barzani – suo zio, Massoud, è il presidente del Kurdistan iracheno, e suo nonno, Mustafa, era il fondatore del Partito democratico curdo – ha riferito a Papa Francesco della crisi umanitaria nella regione curda e gli ha chiesto di incoraggiare la comunità internazionale a fornire maggiore aiuto alla regione. L’agenzia riporta un comunicato del Governo regionale del Kurdistan nel quale si afferma che il Papa e Barzani «hanno discusso della minaccia rappresentata dallo Stato Islamico (Is) e la continua battaglia contro i militanti, ribadendo che una coalizione internazionale è necessaria per sconfiggere il gruppo. Barzani ha spiegato che persone di diverse fedi sono stati forzati dall’Is a lasciare le loro case e ora vivono insieme in pace in Kurdistan. Ha spiegato come il Governo e il popolo del Kurdistan li hanno ricevuto e li trattano con umanità. Il Governo regionale del Kurdistan, ha spiegato il premier al Papa, continuerà a sostenerli quanto può, ma l’enorme numero di rifugiati e sfollati presenti in Kurdistan hanno posto una pressione eccezionale sul Governo. Barzani ha chiesto a Papa Francesco di incoraggiare la comunità internazionale a fornire maggiore aiuto internazionale. Papa Francesco – prosegue la nota curda – ha riconosciuto gli sforzi del Governo regionale del Kurdistan ed ha elogiato il fatto che il Kurdistan ha fornito uguale trattamento a persone di diversi retroterra».
Barzani è stato peraltro ricevuto nel pomeriggio dal premier italiano. «Ho ricevuto, a Palazzo Chigi Nechirwan Barzani», ha scritto Matteo Renzi su Facebook. «Lo avevo incontrato ad Erbil, lo scorso 20 agosto 2014, nel momento di maggiore difficoltà della sua terra, quando le milizie dello stato islamico sembravano inarrestabili e incontenibili. Ho ancora nel cuore le immagini di Erbil impaurita e gli sguardi dei profughi del campo di Baharka. Ma le donne e gli uomini di questo popolo coraggioso hanno saputo resistere, combattendo per la libertà di tutti. Oggi che la situazione è migliorata continuiamo a lavorare insieme. Apriremo un consolato generale ad Erbil ed insisteremo nel supporto e negli aiuti. Perché la sfida contro il terrore si vince ogni giorno, tutti insieme».
Il colloquio privato è durato un quarto d’ora. Il leader curdo, accompagnato da vicepremier, ministro per gli Affari religiosi, capo del dipartimento per gli Affari esteri e da una donna, l'alto rappresentante del governo regionale del Kurdistan in Italia, signora Rezan Kader, è stato poi ricevuto dal «ministro degli Esteri» della Santa Sede, mons. Paul Richard Gallagher, ed ha incontrato anche il vice-presidente della Pontificia commissione per l'America Latina, Guzman Carriquiry. Il Vaticano non ha diramato alcun comunicato, né Barzani è stato ricevuto dal cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, perché il leader curdo non è un capo di Stato.
L’agenzia stampa BasNews, testata curda con sede a Erbil, ha riferito che Barzani – suo zio, Massoud, è il presidente del Kurdistan iracheno, e suo nonno, Mustafa, era il fondatore del Partito democratico curdo – ha riferito a Papa Francesco della crisi umanitaria nella regione curda e gli ha chiesto di incoraggiare la comunità internazionale a fornire maggiore aiuto alla regione. L’agenzia riporta un comunicato del Governo regionale del Kurdistan nel quale si afferma che il Papa e Barzani «hanno discusso della minaccia rappresentata dallo Stato Islamico (Is) e la continua battaglia contro i militanti, ribadendo che una coalizione internazionale è necessaria per sconfiggere il gruppo. Barzani ha spiegato che persone di diverse fedi sono stati forzati dall’Is a lasciare le loro case e ora vivono insieme in pace in Kurdistan. Ha spiegato come il Governo e il popolo del Kurdistan li hanno ricevuto e li trattano con umanità. Il Governo regionale del Kurdistan, ha spiegato il premier al Papa, continuerà a sostenerli quanto può, ma l’enorme numero di rifugiati e sfollati presenti in Kurdistan hanno posto una pressione eccezionale sul Governo. Barzani ha chiesto a Papa Francesco di incoraggiare la comunità internazionale a fornire maggiore aiuto internazionale. Papa Francesco – prosegue la nota curda – ha riconosciuto gli sforzi del Governo regionale del Kurdistan ed ha elogiato il fatto che il Kurdistan ha fornito uguale trattamento a persone di diversi retroterra».
Barzani è stato peraltro ricevuto nel pomeriggio dal premier italiano. «Ho ricevuto, a Palazzo Chigi Nechirwan Barzani», ha scritto Matteo Renzi su Facebook. «Lo avevo incontrato ad Erbil, lo scorso 20 agosto 2014, nel momento di maggiore difficoltà della sua terra, quando le milizie dello stato islamico sembravano inarrestabili e incontenibili. Ho ancora nel cuore le immagini di Erbil impaurita e gli sguardi dei profughi del campo di Baharka. Ma le donne e gli uomini di questo popolo coraggioso hanno saputo resistere, combattendo per la libertà di tutti. Oggi che la situazione è migliorata continuiamo a lavorare insieme. Apriremo un consolato generale ad Erbil ed insisteremo nel supporto e negli aiuti. Perché la sfida contro il terrore si vince ogni giorno, tutti insieme».